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Discussione: La vignetta

          
  1. #121
    Master Member L'avatar di Rosy
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    saggezza:

    Allegato 1064

    DOLCISSIMA E VERA!
    Rosy
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

  2. #122
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    Vi ricordate "Carlo e Alice"? (Andy Capp...)

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  3. #123
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    Io mi sento molto più Carlo che Alice...

  4. #124
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  5. #125
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  6. #126
    Patrizia
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  7. #127
    Patrizia
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    Un gatto in casa

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  8. #128
    Patrizia
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    Dispiace che questa domanda se la ponga Charlie Brown… e mai, o almeno qualche volta, gli spocchiosi vanesi.

    Vi avverto: fosse pure l’unico intervento del giorno, ponderate bene prima di proseguire nella lettura, perché temo questo sia l’abbrivo di un’invettiva che sarà lunghissima.

    Purtroppo oggi mi è preso il capriccio di riflettere per iscritto; un impulso incontenibile di farneticare su una specie di fastidio annoiato e mortifero che mi assale quando, girovagando in internet – nella realtà mi succede di rado, per fortuna –, capita di assistere alle esibizioni di qualche soggetto che, ingolfandosi appieno nella virtù, veleggia allegramente nascondendo la boria dietro un accrocchio ben sperimentato di battute monocordi “ironiche e divertenti” grossolanamente autoreferenziali e intese a gettar discredito sugli altri. Mistero dei meccanismi della popolarità, un simile personaggio di solito gode di largo consenso, fa di tutto per mantenerselo saldo e durevole, riuscendoci, devo riconoscere, con invidiabile maestria. Raramente agisce da solo, senza necessità di abili manovre, con estrema naturalezza, coinvolge nelle sue battaglie intemerate una processione di fedeli seguaci, più o meno ignari.

    Forte di questo successo, il dubbio, l’idea peregrina, di risultare in qualche modo pedante e monotono per una prudente minoranza, non gli passa mai pel capo neppure durante il sonno, come molesta variante di un incubo notturno. Dal pulpito della risata facile ha una completa superiore visione del mondo, lancia in resta si può permettere di canzonare con arrogante spavalderia tutto e tutti, sgrana come perle le sue sentenze risparmiando niente e nessuno, lingua velenosa e falangette rapide supportano la sua azione sterminatrice ad ampio raggio: star dello spettacolo, politici, letterati, suocere, colleghi, amici, parenti lontani e viandanti di passaggio tremate, perché sicuro ce ne sarà anche per voi. Gli originali, ben rodati, di cattivo gusto e sempre apprezzatissimi cliché, insomma.

    Il nostro eroe, o la nostra primadonna, buca lo schermo, ne sa sempre una pagina più del libro; in sommo grado si considera e, nell’elevatissima certezza d’essere oggetto d’imitazione nonché d’esempio per gli altri, dedica anima e corpo a mirarsi allo specchio con dolcezza, la più commossa indulgenza, e occhiali da sole griffati, ovvio, perché la luce intelligente che rifrange davvero è abbagliante. Assume fondamentale importanza per la sua immagine seguire le tendenze moda del momento, rimpannucciarsi in un abito impeccabile cucito da altri, pensando – per una volta mettendoci tutto l’impegno - sia stato creato apposta per sé, e così la forma diventa sostanza.

    Io, singolarmente, trovo questi personaggi patetici. Come chi, nel bel mezzo di un gruppo convenuto a partecipare a tutt’altro spettacolo, si alzi sulle punte dei piedi e con accanimento agiti le braccia verso l’alto in continuazione per attirare lo sguardo dei riflettori. Riesce allo scopo, certo, ma la vera ironia, amara e penetrante, sta nella tristezza della scena.

    Fine delirio.

  9. #129
    Administrator L'avatar di Mauro
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    Quote Originariamente inviato da Patrizia Visualizza il messaggio
    Vi avverto: fosse pure l’unico intervento del giorno, ponderate bene prima di proseguire nella lettura, perché temo questo sia l’abbrivo di un’invettiva che sarà lunghissima.
    Breve ma intensa e decisamente condivisibile.
    Del resto poco di meglio ci si può aspettare in un Paese sia fisico (quello reale) che metafisico (la sua proiezione in Rete) in cui i luoghi comuni sono ancora alla base di quella che qualche sociologo da strapazzo definisce "la cultura popolare" ... già questa di per sè è, a mio vedere, una aberrazione del concetto nel senso che non esistono, o non dovrebbero esistere, piani diversi su cui la cultura poggia, ma questa distinzione è un ottima scusa per avere un calderone (quello della cultura popolare e, di conseguenza, "bassa") in cui gettare tutta la grevità, la volgarità e la cattiveria (che non è per nulla ironia) di cui l'ignoranza è portatrice (in)sana.
    Sono d'accordo con te Patrizia, siamo spesso costretti a subire l'insulso protagonismo di personaggi la cui piccineria è direttamente proporzionale alla loro bassezza morale e culturale, ma penso spesso che, per fortuna, non tutto il mondo è così e forse basterebbe spostarsi un po' più in là (ad Ovest di Paperino?) per vivere un meglio.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

  10. #130
    Master Member L'avatar di Sir Galahad
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    [QUOTE=Patrizia;18634

    Vi avverto: fosse pure l’unico intervento del giorno, ponderate bene prima di proseguire nella lettura, perché temo questo sia l’abbrivo di un’invettiva che sarà lunghissima.
    Fine delirio.[/QUOTE]


    Ah, che profondo e delizioso delirio... Posso continuare alla mia maniera, carissima Patrizia?: dunque, delirio:per niente tremens, ma ben ponderato e diretto ad una sottospecie di modestissimi attori del web che ignorano di certo il senso dell'amicizia, della condivisione, per veleggiare verso i lidi bacchettoni dell'autoreferenzialità. Già, bacchettoni: una volta si usava questo termine per indicare coloro che seguivano pedissequamente un'autorità celeste; finita o quasi (purtroppo) la riproposizione quotidiana della genetica cattolica, lo vorrei ora e qui riproporre per gli insulsi omuncoli che si beano della loro finitudine e ne allargano all'infinito i ristrettissimi orizzonti
    Ove, per poco, il cor non si spaura (Leopardi)
    Ma davvero c'è da spaurirsi per codesti imbonitori, accaparratori ingenui del suolo pubblico (il Web) ? Io penserei di no, non voglio dar loro soverchia importanza.
    Non ti curar di lor, ma guarda e passa (Dante Alighieri)
    Guarda e passa, Patrizia cara. Non so di chi specificamente tu tratti, ma conosco l'altera genìa cui ti riferisci: sempre pronti a pavoneggiarsi, a distribuire sorrisetti ed ammiccamenti qui e la; ed ancora, e soprattutto, a indicar con fare minaccioso questi e quello.
    Anche il nostro Forum a volte ha conosciuto la sconsolante presenza di questi individui. Non so bene a chi ti riferisca, Patrizia, ma la genetica alterata di questi figuri si ripropone ad ogni parallelo e meridiano. Tra i bantù come tra i Cinesi. E allora, vogliamo dar loro soverchia importanza? No di certo, convinti come siamo che costituiscano un'erbaccia infestante dalla quale mai ci libereremo.
    E allora, pensa che esistono, è vero, ma pensa anche che li puoi ignorare. E dove non arriviamo noi, arriveranno i nostri Amministratori che, se si facessero vivi nel Forum, sapranno eradicarli una volta per tutte. Come si fa con le erbe infestanti.
    Un bacione, carissima Pat. E non ti far avvolgere da tristi pensieri

    Carlo

  11. #131
    Patrizia
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    Quote Originariamente inviato da Mauro Visualizza il messaggio
    [...] "la cultura popolare" ... già questa di per sè è, a mio vedere, una aberrazione del concetto nel senso che non esistono, o non dovrebbero esistere, piani diversi su cui la cultura poggia, ma questa distinzione è un ottima scusa per avere un calderone (quello della cultura popolare e, di conseguenza, "bassa") in cui gettare tutta la grevità, la volgarità e la cattiveria (che non è per nulla ironia) di cui l'ignoranza è portatrice (in)sana.
    [...] per fortuna, non tutto il mondo è così e forse basterebbe spostarsi un po' più in là (ad Ovest di Paperino?) per vivere un meglio.
    Adoro Paperino, in particolare quando si trasforma in Paperinik. Un mito

    Secondo me i comportamenti agiti spesso sono indipendenti dalla cultura, che non sempre si accompagna come sarebbe auspicabile all'intelligenza emotiva e sensibile.

    Credo che, nel virtuale, l'intima natura di ciascuno - nobile o meschina che sia -, emerga con più forza attraverso lo schermo: protezione e al contempo proiezione, specchio rifrangente.
    Internet è un mondo interessante, da vivere cum grano salis, perché grande risorsa di conoscenza e condivisione ma anche territorio scivoloso, dove contorni e identità sfumano insieme pericolosamente.
    Come nella vita reale, e ancor di più, difficile orientarsi. Non impossibile, però, sono d'accordo con te, Mauro.




    Quote Originariamente inviato da Sir Galahad Visualizza il messaggio
    Posso continuare alla mia maniera, carissima Patrizia?
    Ma davvero c'è da spaurirsi per codesti imbonitori, accaparratori ingenui del suolo pubblico (il Web) ? Io penserei di no, non voglio dar loro soverchia importanza.
    Non ti curar di lor, ma guarda e passa (Dante Alighieri)
    Guarda e passa, Patrizia cara. Non so di chi specificamente tu tratti, ma conosco l'altera genìa cui ti riferisci: sempre pronti a pavoneggiarsi, a distribuire sorrisetti ed ammiccamenti qui e la; ed ancora, e soprattutto, a indicar con fare minaccioso questi e quello.
    Anche il nostro Forum a volte ha conosciuto la sconsolante presenza di questi individui. Non so bene a chi ti riferisca, Patrizia, ma la genetica alterata di questi figuri si ripropone ad ogni parallelo e meridiano. Tra i bantù come tra i Cinesi. E allora, vogliamo dar loro soverchia importanza? No di certo, convinti come siamo che costituiscano un'erbaccia infestante dalla quale mai ci libereremo.
    E allora, pensa che esistono, è vero, ma pensa anche che li puoi ignorare. E dove non arriviamo noi, arriveranno i nostri Amministratori che, se si facessero vivi nel Forum, sapranno eradicarli[...] E non ti far avvolgere da tristi pensieri

    Carlo
    Carlo, il tono affettuoso del tuo scritto mi fa piacere e come caro amico voglio rassicurarti: la mia riflessione dal vapore corrosivo è maturata nell'esperienza e nell'osservazione di lungo periodo e ha preso l'aire semplicemente da accidentali dettagli contingenti, non ultimo un mio approfondimento sul tema della noia. Nulla ora m'inquieta personalmente in tal senso.

    Il "guarda e passa" è già in atto da parecchio tempo; certi personaggi non impauriscono, ma ho motivo di credere mettano a disagio e scoraggino la volontà di partecipazione di chi la pensa come me. Alcune comunità accolgono a braccia aperte questi soggetti e di essi si pascono. Sono scelte, va bene anche così, l'importante è la consapevolezza.

    A mio avviso, il confronto e la critica sono vitali per uno scambio costruttivo e sano, purché si svolgano onestamente argomentando, e, soprattutto, nel rispetto e considerazione reciproca.

  12. #132
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    Le vignette sono un tenero ricordo d'infanzia e di domeniche pomeriggio passate a ridere sul divano con mio nonno..bei tempi!

    Fugge frattanto, fugge il tempo irrecuperabile. (Virgilio - Georgiche)

  13. #133
    Patrizia
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    Giaroig: touché! A una vecchia orsa selvatica come me, capita spesso di preferire libro e pantofole. Il tempo, sì, è davvero irrecuperabile. Ognuno lo viva come meglio crede, è l'unica libertà che abbiamo.



    P.S. "Non credo che questo mi abbia nuociuto: ci si abitua a trovarsi isolati per motivi giusti, a sopportare il disagio che ne deriva, a trovare la linea giusta per mantenere posizioni che non sono condivise dai più. Ma soprattutto sono cresciuto tollerante verso le opinioni altrui..." Calvino

  14. #134
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    Patrizia: Siamo sulla stessa linea d'onda, anche nell'apprezzare Calvino che è IN ASSOLUTO il mio scrittore preferito. E ammetto che ciò che mi provoca maggiore nostalgia sono quei momenti tranquilli ma intensi, passati con poche, rilevanti persone.

    ..Mi trovavo spesso in situazioni diverse dagli altri, guardato come una bestia rara. (Calvino - Eremita a Parigi)

  15. #135
    Outsider Member L'avatar di Tregenda
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    Dispiace che questa domanda se la ponga Charlie Brown… e mai, o almeno qualche volta, gli spocchiosi vanesi.

    Vi avverto: fosse pure l’unico intervento del giorno, ponderate bene prima di proseguire nella lettura, perché temo questo sia l’abbrivo di un’invettiva che sarà lunghissima.

    Purtroppo oggi mi è preso il capriccio di riflettere per iscritto; un impulso incontenibile di farneticare su una specie di fastidio annoiato e mortifero che mi assale quando, girovagando in internet – nella realtà mi succede di rado, per fortuna –, capita di assistere alle esibizioni di qualche soggetto che, ingolfandosi appieno nella virtù, veleggia allegramente nascondendo la boria dietro un accrocchio ben sperimentato di battute monocordi “ironiche e divertenti” grossolanamente autoreferenziali e intese a gettar discredito sugli altri. Mistero dei meccanismi della popolarità, un simile personaggio di solito gode di largo consenso, fa di tutto per mantenerselo saldo e durevole, riuscendoci, devo riconoscere, con invidiabile maestria. Raramente agisce da solo, senza necessità di abili manovre, con estrema naturalezza, coinvolge nelle sue battaglie intemerate una processione di fedeli seguaci, più o meno ignari.

    Forte di questo successo, il dubbio, l’idea peregrina, di risultare in qualche modo pedante e monotono per una prudente minoranza, non gli passa mai pel capo neppure durante il sonno, come molesta variante di un incubo notturno. Dal pulpito della risata facile ha una completa superiore visione del mondo, lancia in resta si può permettere di canzonare con arrogante spavalderia tutto e tutti, sgrana come perle le sue sentenze risparmiando niente e nessuno, lingua velenosa e falangette rapide supportano la sua azione sterminatrice ad ampio raggio: star dello spettacolo, politici, letterati, suocere, colleghi, amici, parenti lontani e viandanti di passaggio tremate, perché sicuro ce ne sarà anche per voi. Gli originali, ben rodati, di cattivo gusto e sempre apprezzatissimi cliché, insomma.

    Il nostro eroe, o la nostra primadonna, buca lo schermo, ne sa sempre una pagina più del libro; in sommo grado si considera e, nell’elevatissima certezza d’essere oggetto d’imitazione nonché d’esempio per gli altri, dedica anima e corpo a mirarsi allo specchio con dolcezza, la più commossa indulgenza, e occhiali da sole griffati, ovvio, perché la luce intelligente che rifrange davvero è abbagliante. Assume fondamentale importanza per la sua immagine seguire le tendenze moda del momento, rimpannucciarsi in un abito impeccabile cucito da altri, pensando – per una volta mettendoci tutto l’impegno - sia stato creato apposta per sé, e così la forma diventa sostanza.

    Io, singolarmente, trovo questi personaggi patetici. Come chi, nel bel mezzo di un gruppo convenuto a partecipare a tutt’altro spettacolo, si alzi sulle punte dei piedi e con accanimento agiti le braccia verso l’alto in continuazione per attirare lo sguardo dei riflettori. Riesce allo scopo, certo, ma la vera ironia, amara e penetrante, sta nella tristezza della scena.

    Fine delirio.
    Chiamalo delirio... E' un ritratto impeccabile della personalità in cui ci si imbatte in ogni comunità virtuale. Ovunque ha sempre le stesse caratteristiche (che non si potrebbero descrivere meglio di come hai fatto tu), tant'è che a uno resta sempre il dubbio che si tratti del medesimo personaggio che imperversa in ogni angolo del web. Spesso probabilmente è così, ma altrettanto spesso invece si tratta di individui diversi, anche se tutto sommato identici fra loro.
    E sono pieni di carisma, ci si casca facilmente nel tranello del "Oh, ma che persona interessante che ho conosciuto". Poi però basta parlarci un paio di volte (specialmente in privato - e loro non amano parlare in privato, perché lì non hanno audience) per capire che sono l'incarnazione del disturbo istrionico di personalità descritto nei manuali di psicologia. Per quanto ti sforzi nel cercare uno scambio con loro, ti troverai inesorabilmente a sbattere contro un muro. Parlano sempre di loro stessi, o comunque di un argomento di conversazione scelto da loro. Il massimo che ti è concesso è adeguartici, altrimenti si chiude il canale di comunicazione.
    Dopo averne incontrati tanti sorge il dilemma: il mondo è pieno di questa gente o è il web, che prestandosi perfettamente ad esserne il ricettacolo, finisce per essere il luogo di svago preferito da codesti narcisi?
    Non saprei... Ma l'importante è imparare a riconoscerli, per evitarli.

    Grazie, Pat, per avermi dato l'occasione di leggere un "delirio" così lucido e intelligente, che traduce in parole quelli che sono stati, e sono, i miei stessi pensieri in mille occasioni. E sottoscrivo anche quanto aggiunto da Mauro e Carlo.
    Ciao!

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