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Discussione: I° GdL - La strada di Cormac McCarthy

          
  1. #31
    Master Member L'avatar di Claire
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    finalmente ce l'ho anch'io. fra poco sarò dei vostri!
    la bibliotecaria mi ha detto consegnandomelo:
    " Se supera la metà poi diventa bellissimo."
    no so a cosa si riferisse. speriamo bene.
    A me è bastato superare le prime quaranta pagine...poi si comincia a respirare umanità.
    Ciao
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  2. #32
    Io L'avatar di dolores
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    Innanzitutto devo dire che ho trovato il romanzo enigmatico e struggente. E' il racconto di un padre e un figlio che intraprendono un viaggio (metafora della vita?), un cammino faticoso e irto di pericoli, per chilometri e chilometri attraverso un paesaggio desolato, con il poco che possiedono trasportato in un malandato carrello della spesa.
    Una catastrofe (non si sa di che genere) si è abbattuta sul mondo e ha cancellato tutto: la civiltà, la storia e il progresso sono annientati. I pochi sopravvissuti non conservano più nulla di umano e vagano alla ricerca disperata di cibo, chi spaventato dall'orrore circostante, chi imbestialito dall’istinto di sopravvivenza.
    In questo contesto spicca il legame tra un uomo e il suo bambino, padre e figlio non meglio identificati (non hanno un nome). Il loro rapporto è fatto di piccoli gesti, sguardi struggenti e frasi concise che denotano un immenso amore reciproco, senza cedimenti e senza incertezze; talvolta i ruoli sembrano addirittura invertirsi nel desiderio di protezione reciproca, nelle manifestazioni di fiducia e nel sostegno vicendevole.
    La prosa è asciutta, essenziale, e ben si adatta alle atmosfere desolanti, alla malinconia dei ricordi e alla disillusione presente. Le chiavi di lettura possono essere molte. A me ha fatto pensare all'uomo e al bambino come ai "portatori del fuoco", cioè dell'amore, o meglio, della pietas, sul cammino aspro e difficile della vita, e in questo senso - nonostante tutto - anche a me, come a Baudin, piace credere che ci sia una visione ottimista... anche se io preferisco dire un'apertura alla speranza.
    In qualunque modo lo si voglia intendere, comunque, il romanzo conserva una grande forza suggestiva e una enorme qualità stilistica e di contenuto.

    Per approfondire la conoscenza di questo autore ho acquistato "Non è un paese per vecchi", che conto di leggere al più presto, magari subito dopo il prossimo periodo di feste
    “Non ho bisogno di tempo per sapere come sei: conoscersi è luce improvvisa” (P. Salinas)

  3. #33
    Senior Member L'avatar di galloway
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    Chi fosse interessato a fare una lettura elettronica di questo libro può andare al link www.bookdrum.com . E' utile avere una conoscenza operativa della lingua inglese.
    Le mie aree virtuali unideadivita.blog --- facebook --- anobii --- poesiadelmondo

  4. #34
    Administrator L'avatar di DarkCoffee
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    Anche io l'ho finito.
    Forse sarò l'unica, ma le ultime pagine mi hanno un po' deluso. Speravo proprio che non finisse così. Quale finale volevo? Beh, non so, solo qualcosa di diverso.
    L'ambientazione è da brivido ed anche come è scritto il romanzo.
    Le scene che mi hanno particolarmente colpita sono inerenti alle due botole.
    Come dicevo prima, questo romanzo mi ha ricordato Cecità di Saramago... però, per me, non ci sono paragoni. Saramago è Saramago!
    The creatures outside looked from pig to man, and from man to pig, and from pig to man again: but already it was impossible to say which was which.

  5. #35
    Moderator L'avatar di kaipirissima
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    finito ieri sera!
    io ho empatizzato con il bambino. non sentivo il dramma del padre ma quello del figlio.
    non entrare, non andare, non lasciarmi solo, mangia anche tu, poi lo vede ammalarsi sempre più, tossire, le domande sul passato, sugli uomini, ecc. le risposte mozzicate del padre, le sue mezze verità... mi sono stupita del finale, credo mi sfugga qualcosa.

  6. #36
    Io L'avatar di dolores
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    finito ieri sera!
    io ho empatizzato con il bambino. non sentivo il dramma del padre ma quello del figlio.
    non entrare, non andare, non lasciarmi solo, mangia anche tu, poi lo vede ammalarsi sempre più, tossire, le domande sul passato, sugli uomini, ecc. le risposte mozzicate del padre, le sue mezze verità... mi sono stupita del finale, credo mi sfugga qualcosa.
    Hai per caso visto il film tratto dal romanzo? Mi hanno detto che è piuttosto bello!
    Se lo trovo mi piacerebbe vederlo. Tu che sei un'appassionata, oltre che un'esperta, che ne dici?
    “Non ho bisogno di tempo per sapere come sei: conoscersi è luce improvvisa” (P. Salinas)

  7. #37
    Moderator L'avatar di kaipirissima
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    ah ah, appassionata sì, esperta no, solo appassionata.
    il film l'ho visto, ed è esattamente come il libro. questo un po' mi ha rovinato la lettura, le novità nella storia erano per me conosciute, ad esempio l'orrore della cantina, il vecchio, il ladro... erano cose per me già archiviate. credo l'abbia visto anche Rosy, e le sia piaciuto. certo il film è lento, non succede quasi nulla, un po' come il libro. laceri, sporchi, infreddoliti, magri, pioggia, alberi morti...

    non uso lo spoiler credo che ormai abbiamo letto tutti il libro, se così non fosse... siete avvistati

    ho visto che l'autore è del 1933!
    un romanzo del genere io ero straconvinta che fosse un trentenne. davvero sorprendente. poi incece ho pensato che solo un vecchio può scrivere un testo in cui l'unico personaggio che non mente è un bambino. l'unico personaggio che ancora crede nel futuro, l'unico personaggio che ancora crede negli uomini buoni, io mi sono commossa quando ho letto la sua preghiera di ringraziamento dentro il bunker.
    il padre va avanti non perchè creda ma perchè c'è il bambino, e finge di credere ci sia una speranza, poichè lui l'ha già persa. non si fida di nessuno, è un uomo solo con la propria sconfitta, infatti alla fine l'uomo si avvicina solo quando il padre non c'è più, quel padre non si sarebbe fidato dei nuovi venuti, solo in punto di morte ci vuole credere ma d'altra parte cosa potrebbe fare? uccidere il figlio? no di certo.
    se l'autore fosse stato trentenne avrebbe reso l'uomo un eroe, invece no.
    l'uomo abbandona i prigionieri nella cantina, abbandona l'uomo nudo per la strada, e quel bambino intravisto? ignorato? vi ricordate Saramago Cecità? qualcuno aveva messo una pulce sulla perfezione della protagonista, la moglie, quando trovava il supermercato e chiudeva la porta affianchè fosse la sua privata riserva di cibo...

    certo queste sono solo idee mie...

  8. #38
    Io L'avatar di dolores
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    ah ah, appassionata sì, esperta no, solo appassionata.
    il film l'ho visto, ed è esattamente come il libro. questo un po' mi ha rovinato la lettura, le novità nella storia erano per me conosciute, ad esempio l'orrore della cantina, il vecchio, il ladro... erano cose per me già archiviate. credo l'abbia visto anche Rosy, e le sia piaciuto. certo il film è lento, non succede quasi nulla, un po' come il libro. laceri, sporchi, infreddoliti, magri, pioggia, alberi morti...

    non uso lo spoiler credo che ormai abbiamo letto tutti il libro, se così non fosse... siete avvistati

    ho visto che l'autore è del 1933!
    un romanzo del genere io ero straconvinta che fosse un trentenne. davvero sorprendente. poi incece ho pensato che solo un vecchio può scrivere un testo in cui l'unico personaggio che non mente è un bambino. l'unico personaggio che ancora crede nel futuro, l'unico personaggio che ancora crede negli uomini buoni, io mi sono commossa quando ho letto la sua preghiera di ringraziamento dentro il bunker.
    il padre va avanti non perchè creda ma perchè c'è il bambino, e finge di credere ci sia una speranza, poichè lui l'ha già persa. non si fida di nessuno, è un uomo solo con la propria sconfitta, infatti alla fine l'uomo si avvicina solo quando il padre non c'è più, quel padre non si sarebbe fidato dei nuovi venuti, solo in punto di morte ci vuole credere ma d'altra parte cosa potrebbe fare? uccidere il figlio? no di certo.
    se l'autore fosse stato trentenne avrebbe reso l'uomo un eroe, invece no.
    l'uomo abbandona i prigionieri nella cantina, abbandona l'uomo nudo per la strada, e quel bambino intravisto? ignorato? vi ricordate Saramago Cecità? qualcuno aveva messo una pulce sulla perfezione della protagonista, la moglie, quando trovava il supermercato e chiudeva la porta affianchè fosse la sua privata riserva di cibo...

    certo queste sono solo idee mie...
    Grazie Kaipirissima! Hai fatto delle bellissime considerazioni, molto sensibili e profonde, che condivido.
    "Cecità" non l'ho ancora letto, ma ce l'ho ed è il secondo consiglio di lettura dei miei amici "apocalittici" di aNobii. Lo leggerò presto.
    “Non ho bisogno di tempo per sapere come sei: conoscersi è luce improvvisa” (P. Salinas)

  9. #39
    Master Member L'avatar di daniela
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    ah ah, appassionata sì, esperta no, solo appassionata.
    il film l'ho visto, ed è esattamente come il libro. questo un po' mi ha rovinato la lettura, le novità nella storia erano per me conosciute, ad esempio l'orrore della cantina, il vecchio, il ladro... erano cose per me già archiviate. credo l'abbia visto anche Rosy, e le sia piaciuto. certo il film è lento, non succede quasi nulla, un po' come il libro. laceri, sporchi, infreddoliti, magri, pioggia, alberi morti...

    non uso lo spoiler credo che ormai abbiamo letto tutti il libro, se così non fosse... siete avvistati

    ho visto che l'autore è del 1933!
    un romanzo del genere io ero straconvinta che fosse un trentenne. davvero sorprendente. poi incece ho pensato che solo un vecchio può scrivere un testo in cui l'unico personaggio che non mente è un bambino. l'unico personaggio che ancora crede nel futuro, l'unico personaggio che ancora crede negli uomini buoni, io mi sono commossa quando ho letto la sua preghiera di ringraziamento dentro il bunker.
    il padre va avanti non perchè creda ma perchè c'è il bambino, e finge di credere ci sia una speranza, poichè lui l'ha già persa. non si fida di nessuno, è un uomo solo con la propria sconfitta, infatti alla fine l'uomo si avvicina solo quando il padre non c'è più, quel padre non si sarebbe fidato dei nuovi venuti, solo in punto di morte ci vuole credere ma d'altra parte cosa potrebbe fare? uccidere il figlio? no di certo.
    se l'autore fosse stato trentenne avrebbe reso l'uomo un eroe, invece no.
    l'uomo abbandona i prigionieri nella cantina, abbandona l'uomo nudo per la strada, e quel bambino intravisto? ignorato? vi ricordate Saramago Cecità? qualcuno aveva messo una pulce sulla perfezione della protagonista, la moglie, quando trovava il supermercato e chiudeva la porta affianchè fosse la sua privata riserva di cibo...

    certo queste sono solo idee mie...
    Hai fatto delle riflessioni eccellenti, che condivido totalmente, anzi che nella mia mente erano ancora in stato molto embrionale e che non avrei mai saputo esprimere con tanta chiarezza.
    Grazie.
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  10. #40
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    Quote Originariamente inviato da daniela Visualizza il messaggio
    Hai fatto delle riflessioni eccellenti, che condivido totalmente, anzi che nella mia mente erano ancora in stato molto embrionale e che non avrei mai saputo esprimere con tanta chiarezza.
    Grazie.
    Idem con patate.
    Anzi con queste riflessioni, ripensando al finale, sto iniziando a dargli un senso.
    Ecco perché solo quando muore il padre, l'uomo si fa vedere! Non ci avevo pensato!
    Allora, da quanto lo seguiva?
    The creatures outside looked from pig to man, and from man to pig, and from pig to man again: but already it was impossible to say which was which.

  11. #41
    Moderator L'avatar di kaipirissima
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    ehm...
    è tutto merito del Gdl, è lui che mi spinge a mettere a fuoco le mie impressioni. io adoro il gruppo di lettura. ho sempre, libro bello o brutto, imparato qualcosa, grazie al dialogo e al confronto.

    tornando al libro...
    il finale ve lo ricordate? qui lo cito:

    Una volta nei torrenti di montagna c'erano i salmerini. Li potevi vedere fermi nell'acqua ambrata con la punta ambrata delle pinne che ondeggiavano piano nella corrente. Sul dorso avevano dei disegni a vermicelli che erano le mappe del mondo in divenire. Mappe e labirinti. Di una cosa che non si poteva rimettere a posto. Che non si poteva riaggiustare. Nelle forre dove vivevano ogni cosa era più antica dell'uomo, e vibrava di mistero.

    perchè ha chiuso il libro in modo così misterioso? cosa significa sta storia dei salmerini? sono andata su wikipedia e alla voce salmerini:

    "Solo in alcuni laghi e torrenti si è ben acclimatato, tanto da costituirne la principale specie. Nei fiumi alpini dove ha trovato un habitat congeniale popola le acque dei torrenti posti nella fascia altimetrica più alta, in acque che mantengono una temperatura molto bassa durante tutto l'anno (fascia superiore della Zona dei Salnonidi), si adatta anche ai laghi alpini molto freddi. È resistentissimo alle basse temperature tanto da popolare perfino i laghetti formati dalle acque dei ghiacciai."

    allora è chiaro che è un pesce che si adatta all'ambiente, specie quello freddo.
    secondo un mio amico, il significicato è che gli uomini andranno a vivere sotto terra.
    certo che mc carthy poteva essere meno sibillino, no?

  12. #42
    Master Member L'avatar di Rosy
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    Quote Originariamente inviato da Baudin Visualizza il messaggio
    Cito la frase di cui parliamo:

      Spoiler
    L'uomo rimase in ascolto stringendo a sè il bambino. Li sentiva parlare, sulla strada...Poi li sentì passare sulle foglie secche. Afferrò la mano del bambino e ci ficcò la pistola. Prendila, sussurrò. Prendila. Il bambino era terrorizzato. Lui lo abbracciò e lo tenne stretto. Era così magro. Non aver paura, gli disse. Se ti trovano lo devi fare. Hai capito? Shh. Non piangere. Mi ascolti? Lo sai come si fa. Te la metti in bocca e la punti in su. Veloce e deciso. Hai capito? Smettila di piangere. Hai capito?
    Penso di sì.
    No. Hai capito?
    Sì.
    Di' sì papà ho capito.
    Sì papà ho capito.
    Lui abbassò gli occhi e lo guardò. Vide solo terrore.


    A me viene difficile anche solo pensarci.
    Quote Originariamente inviato da kaipirissima Visualizza il messaggio
    ah ah, appassionata sì, esperta no, solo appassionata.
    il film l'ho visto, ed è esattamente come il libro. questo un po' mi ha rovinato la lettura, le novità nella storia erano per me conosciute, ad esempio l'orrore della cantina, il vecchio, il ladro... erano cose per me già archiviate. credo l'abbia visto anche Rosy, e le sia piaciuto. certo il film è lento, non succede quasi nulla, un po' come il libro. laceri, sporchi, infreddoliti, magri, pioggia, alberi morti...

    non uso lo spoiler credo che ormai abbiamo letto tutti il libro, se così non fosse... siete avvistati

    ho visto che l'autore è del 1933!
    un romanzo del genere io ero straconvinta che fosse un trentenne. davvero sorprendente. poi incece ho pensato che solo un vecchio può scrivere un testo in cui l'unico personaggio che non mente è un bambino. l'unico personaggio che ancora crede nel futuro, l'unico personaggio che ancora crede negli uomini buoni, io mi sono commossa quando ho letto la sua preghiera di ringraziamento dentro il bunker.
    il padre va avanti non perchè creda ma perchè c'è il bambino, e finge di credere ci sia una speranza, poichè lui l'ha già persa. non si fida di nessuno, è un uomo solo con la propria sconfitta, infatti alla fine l'uomo si avvicina solo quando il padre non c'è più, quel padre non si sarebbe fidato dei nuovi venuti, solo in punto di morte ci vuole credere ma d'altra parte cosa potrebbe fare? uccidere il figlio? no di certo.
    se l'autore fosse stato trentenne avrebbe reso l'uomo un eroe, invece no.
    l'uomo abbandona i prigionieri nella cantina, abbandona l'uomo nudo per la strada, e quel bambino intravisto? ignorato? vi ricordate Saramago Cecità? qualcuno aveva messo una pulce sulla perfezione della protagonista, la moglie, quando trovava il supermercato e chiudeva la porta affianchè fosse la sua privata riserva di cibo...

    certo queste sono solo idee mie...
    Arrivo con umiltà alcuni mesi dopo di voi. Ma l'importante è arrivare, no?
    Questo a dimostrazione che mancava il tempo, NON la volontà.

    Cito Kaipirissima per due motivi: il primo, perchè mi cita, ma ricordando male, perchè devo confessare di non avere visto il film - lo sto scaricando ora!
    Il secondo , perchè condivido TUTTO ciò che afferma su questo romanzo. Condivido anche le parole di tutti voi , e mi resta ben poco da dire: al massimo, le mie emozioni.
    L'ho iniziato tre sere fa e mi ha catturata dalla prima pagina.

    Ricordo di avere affermato,tempo fa, parlando del romanzo Trilogia della città di K, che fosse "un pugno nello stomaco".
    Mi ingannavo: non avevo ancora letto QUESTO.
    Così ho continuato, per tre sere, sorda a tutto , a leggere, leggere, fino all'ultima riga. Il malessere cresceva, ma non riuscivo a staccarmi.
    Anch'io mi sono chiesta più volte che cosa simboleggiassero i due protagonisti, e soprattutto il loro viaggio disperato e senza sbocchi....
    Ho camminato con loro.
    Ho sentito freddo - la pioggia grigia come la cenere che picchiettava sul telo di plastica.
    Ho gioito, per breve tempo, quando trovavano viveri e oggetti utili.
    Sono inorridita alla vista ( sì, alla vista!) dei morti carbonizzati, decapitati; del..neonato sullo spiedo!!!!!!!!!
    Alla fine ero svuotata, e con una specie di macigno che mi premeva sul petto, e non voleva andarsene.
    Nonostante il dolore che mi cresceva dentro, ho cercato di focalizzare la mia attenzione sui VALORI che la STORIA MI TRASMETTEVA: l'amore del padre verso il figlio e viceversa ; la speranza, incrollabile, nonostante tutto; l'importanza dei ricordi , quando la disperazione tocca il fondo....

    Anch'io sono dell'opinione che una storia così dovesse essere scritta da un vecchio, il taglio e l'ottica di un giovane sarebbero stati molto diversi.
    Per concludere, un romanzo che tutti dovrebbero leggere.
    Avete colto anche voi qualche celata allusione al fatto che fosse prevedibile , una fine del genere, per il nostro povero pianeta? o io ho le allucinazioni?
    Vorrei citare.
    Io adoro questa PROSA SCARNA, FRASI BREVISSIME, INCISIVE.
    Ci sarebbe da citare chissà quanto, ma mi limiterò a due brevi brani.

    Pag.16.
    " Sui fianchi delle colline, vecchie messi secche e appiattite. Lungo l'arido crinale, alberi scorticati e neri sotto la pioggia.
    Quanto colore invece nei sogni. In che altro modo poteva chiamarti a sè la morte?
    Poi ti svegliavi in un'alba fredda e tutto si riduceva immediatamente in cenere.
    Come certi antichi affreschi rimasti sepolti per secoli e improvvisamente esposti alla luce del giorno."

    Pag.100.
    "Uscì fuori nella luce livida, rimase lì in piedi e per un attimo vide l'assoluta verità del mondo.
    Il moto gelido e spietato della terra morta senza testamento. L'oscurità implacabile. I cani del sole nella loro corsa cieca.
    Il vuoto nero e schiacciante dell'universo.
    E da qualche parte due animali braccati che tremavano come volpacchiotti nella tana. Un tempo e un mondo presi in prestito e occhi presi in prestito con cui piangerli."

    Rosy
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

  13. #43
    Io L'avatar di dolores
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    Grazie Rosy
    Hai proprio ragione: prosa scarna, frasi brevissime, incisive, che scavano e suscitano in chi legge emozioni, sentimenti, ma anche riflessioni e interrogativi.
    Questo libro è davvero un capolavoro!
    “Non ho bisogno di tempo per sapere come sei: conoscersi è luce improvvisa” (P. Salinas)

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