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Discussione: PoesIA - ma è veramente poesia quella generata dall'IA?

          
  1. #1
    Moderator L'avatar di Rupert
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    PoesIA - ma è veramente poesia quella generata dall'IA?

    ho provato a chiedere a Chat GPT di redigere un sonetto. Ho fornito pochissimi elementi: il tema, "l'arrivo dell'estate" e lo schema classico di endecasillabi in rima. Ecco il risultato.

    All’apparir dell’estate sul sentiero
    l’aria si fa di fuoco e d’oro piena,
    rinasce il sol dal torpido mistero
    e scioglie al cielo ogni remota pena.

    I campi dan profumo al mondo intero,
    la fronda è viva e il fiume più non frena,
    il cuore batte, libero e sincero,
    nel ritmo lento d’una gioia appena.


    O giorni lunghi, chiari come fonte,
    che al tempo date pace e nuovo ardore,
    v’aspettavamo come il pan del monte.


    Nel vostro canto il mondo ha nuovo fiore,
    la notte tace, e ride l’orizzonte
    del vasto azzurro e dell’antico amore.


    Il risultato è tecnicamente notevole. Non ha grande profondità, né suscita forte trasporto emotivo... ma funziona. Sembra un esercizio di stile in chive scolastica. Salvo che pochi tra gli allievi che attualmente conosco siano in grado di produrre un componimento altrettanto corretto sul piano formale.

    Ma èveramente poesia?
    E se lo è, chi ne è l'autore? il programmatore (o più probabilmente il nutrito gruppo di programmatori) che hanno messo a punto e impostato gli algoritmi del programma generativo? Il programma stesso? io che ho fornito la consegna?
    E ancora. Un componimento generato automaticamente ha qualche dignità e qualche interesse letterario?
    "non vitae sed scholae discimus" (Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, 106, 12)

  2. #2
    Moderator L'avatar di Rupert
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    Hochiesto al programma di metterci più trasporto amotivo. Acco cosa ne è venuto fuori:

    Giunge l’estate, e il sangue si fa fiamma,
    brucia nel petto un palpito improvviso,
    l’anima trema, e in ogni vena chiama
    un dio che splende e danza nel sorriso.

    Scoppia la vita, e fugge ogni tua trama
    ombra d’inverno, e crolla ogni tuo viso;
    ora il silenzio canta, e si reclama
    l’estasi chiusa dentro il nostro avviso.

    Ardono i giorni come amanti fieri,
    le notti gridano promesse al vento,
    tutto s’infiamma, anche i pensieri neri.

    E io mi arrendo a questo mutamento,
    che scioglie l’ossa, infrange i miei pensieri,
    e mi trasporta via, come un lamento.
    "non vitae sed scholae discimus" (Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, 106, 12)

  3. #3
    Moderator L'avatar di Rupert
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    Ed ecco che cosa succede chiedendo al programma di introdurre il sentimento di tristezza per il passaggio della primavera travolta dall'ardure dell'etate.

    L’estate giunge, e il cuore è in frantumi,
    spegne la primavera dolce e pura,
    che s’era aperta come fiore in umori,
    quasi promessa di luce più matura.

    Eppure, nei suoi giorni di fulgidi lumi,
    il vento ha preso il suo sospiro e cura,
    e il cielo ora si fa di fuoco e sumi,
    mentre la speranza svanisce e impura.

    O primavera, lenta dolce culla,
    fuggita via con un sospiro amaro,
    in te viveva ogni nostra scintilla.

    Ma l’estate brucia, l’animo è chiaro:
    eppure resta, un’ombra che s’annulla,
    di ciò che eravamo in quel sogno raro.
    "non vitae sed scholae discimus" (Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, 106, 12)

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