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Discussione: Urban Poetry

          
  1. #1
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    Urban Poetry

    La urban poetry è espressione della vita urbana (metropolitana). Essa consiste generalmente nella rappresentazione di un’esperienza di vita vissuta, ma senza dimensione trascendente. Ciò che il poeta urbano comunica è definito dall’istante ed è vero in quel momento, ma non ne derivano conseguenze necessarie e non ci sono abbellimenti estetici volti a moderare l’immanenza del verso scritto o proclamato.
    Sul piano stilistico è assente qualunque costrizione formale, come è assente ogni tipo di descrizione naturalistica. Nonostante la libertà formale quasi assoluta, la natura istantanea del componimento comporta quasi sempre una lunghezza limitata e la presenza di pochi elementi essenziali.
    "non vitae sed scholae discimus" (Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, 106, 12)

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    Robert Montgomery

    Robert Montgomery è un artista e poeta londinese che si impadronisce di spazzi pubblici come cartelloni pubblicitari, insegne luminose o fermate dei trasporti pubblici per collocarvi i propri componimenti urbani.

    Le persone che ami
    diventano spiriti dentro
    di te e in questo modo
    tu le tieni in vita



    (N.b.: them, in questo caso può essere tradotto sia come li, riferito agli spiriti, che come le, riferito alle persone. La forma è volutamente ambigua e onnicomprensiva. In italiano è necessario scegliere).

    trad: Rupert © ottobre 2015


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    "non vitae sed scholae discimus" (Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, 106, 12)

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    Effettivamente hai ragione dev'essere
    stato anni prima di incontrarci, ma nella mia
    memoria c'eri anche tu. Avevamo
    appena visto la mostra di Schiele e
    siamo usciti in quella grande strada
    curva sotto il castello e alla

    improvvisa luce dorata, luce con
    semi e polline e pollvere /
    come se maggio fosse crollato nell'agosto/
    l'aria pullulava di qualcosa
    e posso ancora vedere le ombre blu
    degli alberi risalire la strada come
    leoni su un righello / piccoli orizzonti marini
    individuali 1-2-3-4



    trad: Rupert © ottobre 2015






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    Lo spettacolo della pubblicità
    crea immagini di falsa bellezza così
    soavi e così impossibili da raggiungere
    che starai male dentro e non
    saprai mai neppure da dove viene il
    dolore, e ora in tutte le fotografie
    la gente famosa ha già cominciato
    a sembrare persa e sola


    trad: Rupert © ottobre 2015


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    Mentre
    dormiamo,
    aeroplani
    trasportano memorie
    degli orrori
    cui noi
    abbiamo dato
    il nostro silenzioso
    consenso
    dentro nel
    cielo notturno
    delle nostre città, e
    lasciati lì
    a raccogliersi come
    nuvole e condensarsi nei
    nostri sogni

    prima del mattino


    trad: Rupert © ottobre 2015





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    Belle! Grazie Rupert!

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  13. #7
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    Frank O'Hara

    Bio dall'immancabile Wikipedia: Frank O'Hara

    e in poets.org.



    A STEP AWAY FROM THEM


    It's my lunch hour, so I go
    for a walk among the hum-colored
    cabs. First, down the sidewalk
    where laborers feed their dirty
    glistening torsos sandwiches
    and Coca-Cola, with yellow helmets
    on. They protect them from falling
    bricks, I guess. Then onto the
    avenue where skirts are flipping
    above heels and blow up over
    grates. The sun is hot, but the
    cabs stir up the air. I look
    at bargains in wristwatches. There
    are cats playing in sawdust.
    On
    to Times Square, where the sign
    blows smoke over my head, and higher
    the waterfall pours lightly. A
    Negro stands in a doorway with a
    toothpick, languorously agitating.
    A blonde chorus girl clicks: he
    smiles and rubs his chin. Everything
    suddenly honks: it is 12:40 of
    a Thursday.
    Neon in daylight is a
    great pleasure, as Edwin Denby would
    write, as are light bulbs in daylight.
    I stop for a cheeseburger at JULIET'S
    CORNER. Giulietta Masina, wife of
    Federico Fellini, è bell' attrice.
    And chocolate malted. A lady in
    foxes on such a day puts her poodle
    in a cab.
    There are several Puerto
    Ricans on the avenue today, which
    makes it beautiful and warm. First
    Bunny died, then John Latouche,
    then Jackson Pollock. But is the
    earth as full as life was full, of them?
    And one has eaten and one walks,
    past the magazines with nudes
    and the posters for BULLFIGHT and
    the Manhattan Storage Warehouse,
    which they'll soon tear down. I
    used to think they had the Armory
    Show there.
    A glass of papaya juice
    and back to work. My heart is in my
    pocket, it is Poems by Pierre Reverdy.

    Tratto da:

    http://www.frankohara.org/writing.html#step





    A un passo da loro


    Sono in pausa pranzo, così
    me ne vado a zonzo fra gialli taxi
    ronzanti. Prima, giù per il marciapiede
    dove gli operai si inzeppano il torso nudo
    lercio e lucido di Coca-Cola
    e tramezzini, con gli elmetti gialli
    sulla testa. Buon riparo dai mattoni
    vaganti, credo. Poi, su per l’Avenue
    dove le sottane scattano sui tacchi e
    svolazzano al getto d’aria delle grate.
    Scotta il sole, ma i taxi mettono tutta
    l’aria in subbuglio. Mi saltano agli occhi
    i saldi degli orologi da polso. Tra
    la segatura ci giocano dei gatti.
    .......A diritto
    fino a Times Square dove l’insegna
    luminosa mi sputa fumo in testa, e più su
    piovono le luci a cascata. Nello sgancio
    di un portone c’è un negro con il suo
    stuzzicadenti, se lo rigira con languore.
    Gli ammicca una biondina di fila: lui
    sorride grattandosi il mento. D’improvviso
    tutto strombazza attorno: è mezzogiorno
    e quaranta di un giovedì.
    .......Che piacere di giorno
    la luce al neon, per dirla con Edwin Denby,
    e così le lampadine accese di giorno. Mi fermo
    a farmi un cheeseburger al JIULIET’S
    CORNER. Giulietta Masina, moglie di
    Federico Fellini, è bell’attrice.
    E cioccolato al malto. In un giorno simile
    una signora tutta volpi
    monta il barboncino
    su un taxi nero.
    ....Oggi è piena di porto-
    ricani l’Avenue, e ciò la fa calda e bella.
    Prima è morta Bunny, poi John Latouche
    e Jackson Pollock. Ma è piena la terra
    di loro quanto ne era piena la vita? E uno
    va e uno torna da mangiare,
    scansa le riviste con le figure porno
    e i cartelloni della CORRIDA e
    i Manhattan Storage Warehouse,
    che abbatteranno presto. Un tempo
    credevo ci facessero
    l’Armory Show.
    ....Un bicchiere di nettare
    papaya e via a lavorare. Il cuore
    ce l’ho in tasca, Poesie di Pierre Reverdy

    (Frank O'Hara, 1956)



    Questa poesia proviene da: http://www.poesie.reportonline.it
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