Il mio amore per il componimento breve giapponese è universalmente noto, almeno ai tre o quattro frequentatori fedelissimi di Scompaginando.

Al pari del ben più noto e illustre Ungaretti, Julien Vocance ha è stato costretto dalle ristrettezze imposte ai soldati dalla vita in trincea ad elaborare una lirica essenzialissima e marcata dalla precarietà del momento per esprimere i propri sentimenti, le proprie sensazioni e qualche riflessione esistenziale. Egli individua nella forma dell'haiku lo strumento più adeguato per veicolare le sue pillole di poesia. Con i suoi haiku Vocance riesce a fondere la linearità tipica della prosa con la liricità esasperata del componimento breve.

Joseph Seguin, in arte Julien Vocance, nasce a Lione il 5 maggio del 1878. Compie studi universitari e consegue una licenza in giurisprudenza presso la prestigiosa École des chartes e una in lettere e in scienze politiche presso l'École du Louvre. la sua opera letteraria è essenzialmente incentrata sull'haiku. Appassionato studioso e collezionista di cose giapponesi, si è dedicato anima e corpo al componimento di haiku sul tema della prima guerra mondiale, alla quale aveva partecipato come soldato e che gli aveva lasciato in ricordo una scheggia conficcatasi troppo vicino al cervello perché potesse essere rimossa chirurgicamente, un occhio di vetro in sostituzione di quello perso nell'esplosione e ricorrenti e lancinanti emicranie, che lo hanno accompagnato per tutto il resto della vita. È morto il 28 luglio 1954 a Annonay.

Ecco un componimento che in qualche modo riassume in estrema sintesi (manco a dirlo) tutta la sua opera.

Dans un trou du sol, la nuit
En face d'une armée immense
Deux hommes
In una buca in terra, di notte
Di fronte a un esercito immenso
Due uomini
Julien Vocance


trad. Rupert © 2022