"Il romanzo è il ritratto ironico, amare e disincantato di un uomo del nostro tempo. A trent'anni, egli si muove a caso tra mestieri discontinui e mediocri, fra convegni e incontri dove i rapporti umani sono effimeri e sfilacciati. L'incontro con una ragazza irrequieta e fragile, che a tratti gli si mette accanto e a tratti compare, e le deliranti divagazioni di un amico distrutto dall'alcool sembrano insediarsi nella sua solitudine e accendere in lui una volontà di scelta e un soffio vitale. Ma egli sa di essere nel numero di quelli che perdono, per una inettitudine a vivere e per una oscura repulsione verso ogni vittoria. La città che lo accoglie è una Roma inospitale, solenne, vasta e indifferente, e tuttavia prodiga nell'accordare a ogni esule e a ogni randagio qualche zona di protettiva penombra, non amica e non materna ma piuttosto beffardamente complice." La qualità essenziale del romanzo è nell'avere illuminato con disperata chiarezza il rapporto fra un uomo e una città, cioè tra la folla e la solitudine." (Natalia Ginzburg)


dal web

Questo romanzo e' stato scritto 40 anni fa e vinse pure un premio poi e' sparito dalla circolazione. E' stato riscoperto nel 2016. Il personaggio principale Leo Gazzarra e' a meta' tra Jeep Gambardella della "Grande Bellezza" di Sorrentino e Marcello Rubini de "La dolce vita" di Fellini.E anche i personaggi li vedo bene nella terrazza di Jeep...l'oziosita' dei salotti, l'affarismo, la noia...Comunque sia e' il ritratt0 disincantato di un uomo indolente che si arrangia con mestieri discontinui e rapporti umani superficiali.Intorno gli amici le donne il mare. Poi l'incontro con una donna particolare...sara' l'anima gemella o vivranno in due la stessa solitudine?
Con Roma a fare da sfondo, una Roma "di un ebbrezza particolare fontane strepitose scalinate accecanti templi in rovina e il silenzio notturno degli spodestati".
Il clima come detto e'quello da dolce vita .La scrittura e' malinconica , elegante e rende bene l'idea di smarrimento e di solitudine. Ci sono pagine che restano impresse...l'immagine del padre che lo accompagna alla stazione , il rapporto con Graziano l'amico alcolico, le scorribande tra piazza Navona e il mare...
Leo Gazzarra mi ha ricordato una frase: "Io sto bene dovunque sto' e sto male ovunque un po'"
Sicuramente un po' datato, ma da leggere.

" Siamo quelli che siamo non per le persone che abbiamo incontrato ma per quelle che abbiamo lasciato"