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Discussione: Yves Bonnefoy

          
  1. #1
    Moderator L'avatar di Rupert
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    Yves Bonnefoy

    Lascio come di consueto all'immancabile voce della onnipresente Wikipedia il compito di delineare qualche tratto biografico di Yves_Bonnefoy (1923-2016), poeta francese plurilaureato e immensamente celebrato.

    Sul nostro forum ci sono diversi post dedicati a lui, che val lapena andare a riscoprire perché riportano suoi componimenti:

    La poesia del giorno
    Che cos'è la poesia
    La neve
    Natura e poesia


    ... oppure notizie su di lui:

    Notizie dal mondo della poesia


    Nome:   Yves-Bonnefoy-1.jpg
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    Yves Bonnefoy nel suo studio (2013)
    "non vitae sed scholae discimus" (Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, 106, 12)

  2. Thanks kaipirissima thanked for this post
  3. #2
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    DE NATURA RERUM DE NATURA RERUM
    Lucrèce le savait :
    Ouvre le coffre,
    Tu verras, il est plein de neige
    Qui tourbillonne.
    Lucrezio lo sapeva :
    Apri il baule,
    Vedrai, è pieno di neve
    Che turbina.
    Et parfois deux flocons
    Se rencontrent, s’unissent,
    Ou bien l’un se détourne, gracieusement
    Dans son peu de mort.
    E talvolta due fiocchi
    S'incontrano, s'uniscono,
    Oppure uno devia, aggraziatamente
    In un po' di morte.
    D’où vient qu’il fasse clair
    Dans quelques mots
    Quand l’un n’est que la nuit,
    L’autre, qu’un rêve ?
    Da che viene che faccia chiaro
    In qualche parola
    Quando uno è solo di notte,
    L’altro, solo un sogno?
    D’où viennent ces deux ombres
    Qui vont, riant,
    Et l’une emmitouflée
    D’une laine rouge ?
    Da dove vengono queste due ombre
    Che vanno, ridendo,
    Et una imbacuccata
    D'una lana rossa?
    Yves Bonnefoy, da:
    "Début et fin de la neige", Mercure de France, Paris, 1988
    Trad © Rupert luglio 2021







    "non vitae sed scholae discimus" (Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, 106, 12)

  4. #3
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    Delfi del secondo giorno

    Delphes du second jour Delfi del secondo giorno
    Ici l'inquiète voix consent d'aimer
    La pierre simple.
    Les dalles que le temps asservit et délivre.
    L'olivier dont la force a goût de sèche pierre
    Le pas dans son vrai lieu. L'inquiète voix
    Heureuse sous les roches du silence,
    Et l'infini, l'indéfini répons
    Des sonnailles, rivage ou mort.
    De nul effroi
    Était ton gouffre clair,
    Delphes du second jour.
    Qui l'inquieta voce consente d'amare
    La semplice pietra.
    Le lastre che il tempo assoggetta e fornisce.
    L'olivo la cui forza sa di pietra secca
    I passi nel suo vero luogo. L'inquieta voce
    Felice sotto le rocce del silenzio,
    E l'infinito, l'indefinito responsorio
    Di sonagli, riva o morte.
    Di nessuno spavento
    Era chiaro il tuo baratro,
    Delfi del secondo giorno.
    Yves Bonnefoy, Poèmes 1947-1975,Mercure de Franc, 1978. Trad © Rupert luglio 2021
    "non vitae sed scholae discimus" (Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, 106, 12)

  5. #4
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    Vrai lieu Luogo vero
    Qu'une place soit faite à celui qui approche,
    Personnage ayant froid et privé de maison.
    Si trovi un posto a colui che s'avvicina,
    Personaggio avente freddo e privo di casa.
    Personnage tenté par le bruit d'une lampe,
    Par le seuil éclairé d'une seule maison.
    Personaggio tinto dal suono d'un lampione,
    Dal suolo rischiarato d'una sola casa.
    Et s'il reste recru d'angoisse et de fatigue,
    Qu'on redise pour lui les mots de guérison.
    E se resta prigioniero d'angoscia e di fatica,
    Si ridicano per lui le parole di guarigione.
    Que faut-il à ce cœur qui n'était que silence.
    Sinon des mots qui soient le signe et l'oraison.
    Cosa manca a questo cuore ch'era solo silenzio.
    Se non parole qui siano il segno e la preghiera.
    Et comme un peu de feu soudain la nuit.
    Et la table entrevue d'une pauvre maison?

    Yves Bonnefoy
    E come un po' di fuoco improvviso di notte.
    E il tavolo intravisto d'una povera casa?

    Trad © Rupert ottobre 2022
    "non vitae sed scholae discimus" (Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, 106, 12)

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