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Bolano in questo romanzo ci pone di fronte, fin dall’inizio, ad un personaggio misterioso ed ambiguo che provoca negli altri personaggi attrazione e rifiuto allo stesso tempo e il primo capitolo si conclude con un episodio drammatico che determinerà il filo conduttore dell’intera narrazione. Le gemelle Garmendia sono l’anello di congiunzione tra il narratore, l’enigmatico poeta/aviatore, il poeta Bibiano che comincia per primo ad investigare spinto da motivi personali, i professori Stein e Soto, Marta Posadas (figura apparentemente marginale ma importantissima), fino ad arrivare al detective Romero. La trama principale ad un certo punto prende una traiettoria parallela con le storie degli altri personaggi, storie accomunate da un tono drammatico spezzato da una vena sottilmente umoristica e caratterizzata dalla descrizione di particolari senza alcuna importanza oppure di momenti in chiara contrapposizione alla situazione tragica (il che secondo me rende la narrazione più vivace e stimolante perché Bolano non si sofferma mai troppo in descrizioni inutili ma dà ad essi il giusto spazio). L’investigazione poliziesca si serve dell’investigazione letteraria ma non si ha la certezza che la produzione letteraria menzionata e i suoi autori siano interamente reali oppure se siano invenzione così come non si ha la certezza del finale (ognuno può darne un proprio punto di vista). La narrazione è concentrata sul dubbio, il narratore spesso non ricorda le date precise o non ricorda precisamente gli avvenimenti, sembra la narrazione di un sonnambulo tanto che dichiara che le allucinazioni non erano infrequenti in quel periodo. La cosa importante del romanzo a mio avviso è la possibilità data al lettore di compartecipare al mistero e non tanto il suo disvelamento (l’investigazione poliziesca e insieme letteraria non solamente nel caso di Wieder ma anche nella vicende di Stein e di Soto appare come piena di limiti e lo dimostrano i finali ambigui di queste vicende). Arturo Belano è un testimone poco attendibile, è ironico e spesso fa delle domande a se stesso per autogiustificare le proprie versioni dei fatti, ciò che gli interessa riportare è lo stato emotivo di fronte all’orrore, la confusione e lo smarrimento. Appassionante poi il tema del doppio: ogni personaggio ha un proprio personaggio opposto e complementare. Bolano sovverte le certezze del poliziesco, direi le certezze in generale, per mettere in risalto i limiti umani.