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Questo è il mio primo libro di Bolano e mi sono trovata immersa in un mondo evanescente, a tratti allucinante, ma prepotentemente poetico.

Il fatto storico drammatico che dà l’avvio a questo breve ma intenso romanzo fa da sfondo alla vicenda personale di questa poetessa uruguaiana che, bloccata per dodici giorni nei movimenti del corpo, può solamente muoversi con la mente, con i suoi ricordi che si mescolano ai suoi nervi, l’eterna lotta tra corpo e mente che può dare forma ai sogni più dolci ma anche agli incubi più spaventosi, fatti ed immaginazione si fondono creando una nuvola magica dove la poesia è protagonista assoluta.
Questo romanzo è la dichiarazione d’amore dell’autore alla poesia, alla poesia nel suo significato più libero.
La brevità del romanzo, personalmente, ha reso il racconto molto incisivo, come un vortice che ti avvolge e dopo ti lascia senza forze ma con una sensazione di pace, come quando il fisico assorbe talmente tanta tensione insieme che subito dopo inevitabilmente e per contrasto raggiunge la calma che lo riequilibra interiormente.
Ecco queste pagine rendono molto bene la dimensione parallela che c’è tra mente e corpo.