Pedro Camacho, detto il «Balzac creolo», è uno strano e fecondissimo inventore di trame melodrammatiche e truculente per un programma feuilleton di Radio Lima.
Tutti in città attendono con impazienza le «puntate» della sua fantasia, fatte di arresti misteriosi, morti segrete, incesti, sangue e passioni.
In parallelo scorre la storia di Mario – pallidamente autobiografica, come il nome del protagonista lascia intendere – giovane aspirante scrittore attratto da questa curiosa macchina dell’immaginario.
Ma anche lui ha la sua storia complicata da raccontarci: s’innamora, quasi con platonica indifferenza, d’una zia vedova e piú matura, che finirà per sposare, prima di trasferirsi in Europa e affermarsi come scrittore.

Dal web


Il mondo degli scrittori sudamericani e’ stravagante, colorato.
Chi ha avuto modo di leggere Amado o Marquez lo sa. Non a caso esponenti con altri, della corrente letteraria “realismo magico”
Nel nostro caso la storia si dipana in venti capitoli, in cui quelli dispari raccontano le vicende di Marito, alle prese con lo sbocciare di un amore romantico ma scandaloso per l’epoca , mentre i capitoli pari riportano le storie narrate nei romanzi radiofonici da uno strano talentuoso personaggio, Pedro Camacho.
Come nella piu’ classica letteratura sudamericana ogni pagina e’ ricca di dettagli.
Storie strane, divertenti a volte surreali che mano a mano diventano sempre piu’ assurde. A volte si fatica un po’ a trovare il filo… realta’ e finzione si mescolano alternando cose comiche al limite del grottesco con cose tragiche.
Sullo sfondo Lima, la capitale del Peru’ negli anni cinquanta. Il finale secondo me e’ un po’ tirato via, mi aspettavo qualcosa di diverso.
Comunque romanzo gradevole, scrittura brillante, virtuosa. D’altronde lo scrittore e’ stato premio Nobel per la letteratura.
Negli anni novanta ne e’ stato tratto un film ( che non ho visto) con Peter Falk e Keanu Reeves ambientato pero’ negli Stati Uniti e questo secondo me gli fa perdere colpi anche perche’ le storie ricordano un po’ come atmosfera le telenovelas argentine.
Di questo scrittore devo leggere “Avventure della ragazza cattiva” che ho da qualche parte ma che per qualche misteriosa ragione non ho mai iniziato.



"Io le spiegai che l'amore non esisteva, che era un'invenzione di un italiano chiamato Petrarca e dei trovatori provenzali.
Che quanto la gente credeva un cristallino fiotto dell'emozione, una pura effusione del sentimento era il desiderio istintivo dei gatti in calore celato dietro le belle parole e i miti della letteratura.“