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Discussione: XXIV° GdL (Libero) - L'uomo che guardava passare i treni di Georges Simenon

          
  1. #1
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    XXIV° GdL (Libero) - L'uomo che guardava passare i treni di Georges Simenon




    L'uomo che guardava passare i treni di Georges Simenon

    La sera di un giorno qualsiasi, Kees Popinga si appresta a fumare un sigaro. Anche la sua vita è qualsiasi, e questo lo rallegra. Impiegato di una solida ditta olandese, è abituato a spartire le sue ore con perfetta regolarità. I suoi sentimenti non usano deviare, se non impercettibilmente, come per esempio per «quella certa emozione furtiva, quasi vergognosa, che lo turbava vedendo passare un treno, un treno della notte soprattutto, dalle tendine calate sul mistero dei viaggiatori». Quella sera, poche ore dopo, Popinga fu costretto ad accorgersi che la sua vita si disfaceva come un castello di carte. Ora gli accennava dall’oscurità una nuova esistenza, dove avrebbe avuto a che fare con figure per lui estranee: il sangue, le donne, l’imbroglio, il caso, la fuga, la paura, l’esaltazione, il falso, la polizia.
    Kees Popinga è uno di quegli uomini cosiddetti normali che Simenon predilige e che sa raccontare come nessun altro. La sua normalità, come ogni normalità, è illusoria: un meccanismo che, appena s’inceppa, diventa capace di tutto. Ma non tutti, a quel punto, sono capaci di tutto. Kees Popinga sì. Come era stato, un tempo, il più normale fra i normali, ora si sfrena e, preso da un’euforia sinistra, rovescia uno per uno tutti i capisaldi della sua realtà. La sua fuga è una sfida, e la sfida attira un’incalzante persecuzione, che ci trascina fino all’ultimo nella lettura. Personaggio paradigmatico dell’universo simenoniano, Popinga si insinua nella mente del lettore con una stupefacente familiarità. È come una carta da parati che abbiamo visto per anni e improvvisamente si metta a parlare. Dal momento in cui, un giorno, Popinga esce di casa e, chiudendo la porta, esce anche da se stesso, incontriamo di tutto e non riusciamo a evitare di vederlo con i suoi occhi. Il delitto, il terrore, la fantasticheria, la solitudine, la lucidità, la puntigliosità: sono nuovi pezzi su una vecchia scacchiera, e con il loro aiuto Popinga tenta disperatamente di eludere lo scacco matto. Alla fine, la sua vita, di cui ormai sappiamo tutto, sarà passata davanti ai nostri occhi, e ai suoi, come uno di quei misteriosi treni che amava guardare nella notte.
    L’uomo che guardava passare i treni fu pubblicato per la prima volta nel 1938.
    The creatures outside looked from pig to man, and from man to pig, and from pig to man again: but already it was impossible to say which was which.

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  3. #2
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    Preso. l'ho iniziato ieri sera, dopo poche pagine mi sono resa conto che ero una analfabeta funzionale. Ci riproverò quando sarò meno stanca.

  4. #3
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    Ho iniziato a leggere il libro.
    Finito il primo dei dodici capitoli.
    Questo tipo di ambientazione mi mancava. Mi piacciono i libri scritti nella prima metà del XX° secolo. Hanno una realtà così confortante...

    P.S.: Il nome del protagonista mi fa troppo ridere, la sonorità Kees Popinga è divertente. Leggo Kees come "kiss" in inglese e Popinga così come è scritto... come se dicesse "bacia Popinga"
    E poi Popinga sembra il nome di un animale tenero e dispettoso ahahahah
    The creatures outside looked from pig to man, and from man to pig, and from pig to man again: but already it was impossible to say which was which.

  5. #4
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    Sono a pag 36. Non mi sembra in giallo. Adesso stacco senza morti non mi diverto

  6. #5
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    Procedo nella lettura. Mi piace. L'ho quasi finito.

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  8. #6
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    Finito. Sinceramente non mi pare né un giallo né un noir, mi sembra un romanzo stile Uno, nessuno cemtomila (che non amo particolarmente).
    Giudizio complessivo sufficiente, credevo meglio specie dopo Jeanne, invece si è un po' incartato, troppo psicologico, mah per fortuna era corto.

  9. #7
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    Comunque secondo me il problema principale di Popinga è
      Spoiler
    represso sessualmente

  10. #8
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    Sono circa al 50%, conto di finirlo in questi giorni.

    Secondo me, c'è un po' di Popinga in tutti noi.
    A volte mi fa pena, a volte mi diverte, ma a volte lo prenderei a schiaffi.

    Sto leggendo il libro pensando a dove vuole andare a "parare"...
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  11. #9
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    Sono al 70%, quartultimo capitolo, incuriosita di vedere Groninga sono andata a googlolarla





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  12. #10
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    Finito.
    Sullo stile pirandelliano del libro, concordo con te Kaypirissima.

    Non ho mai letto Simenon e son contenta di averlo fatto anche se il libro non mi ha fatto impazzire.
    Sicuramente nel 1938, anno di prima edizione, per i lettori sarà stata una lettura intensa. Al giorno d'oggi l'argomento è trito e ritrito e siamo abituati anche lo stile, la storia in prima persona con la prospettiva dell'assassino ed il ritmo della narrazione. Peccato, perché, secondo me, se avessimo letto il libro quando uscì, sicuro ci guardavamo bene dagli sconosciuti e le spalle mentre camminavamo.
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  13. #11
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    Concordo pienamente con te Darky. Tematica trita e ritrita per noi. L'ipocrisia, la maschera della società borghese è stata largamente analizzata dagli autori del Novecento.p, all'epoca sarà stato come aprire il vaso di Pandora.

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