Secondo studi recenti, una conseguenza imprevista del riscaldamento globale sarebbero turbolenze molto più frequenti rispetto al passato, e soprattutto imprevedibili.
Nel mondo fisico può essere vero oppure no, ma in questo romanzo di David Szalay i dodici personaggi che da un capitolo all'altro si passano il testimone non sanno davvero cosa potrà succedere, fra il terminal delle partenze e quello degli arrivi, né che esito avrà il loro disperato tentativo di fuga.
E se i maschi di «Tutto quello che è un uomo» avevano ancora un continente di terra e acqua in cui tentare di mimetizzarsi, sfuggendo alle proprie catastrofi interiori, gli uomini e le donne di «Turbolenza» vivono in aria – come, sempre più spesso, molti di noi.
E, come molti di noi, sanno che dall'aria non si può sperare di proteggersi: nell'aria, soprattutto, non si può sperare di nascondersi.

Dal web

"Ciò che odiava anche della turbolenza più lieve era il modo in cui poneva fine all’illusione di sicurezza, il modo in cui rendeva impossibile fingere di trovarsi in un luogo protetto."


Eh si in aria siamo fuori dalla comfort zone…con i piedi a terra ci sembra di avere le cose sotto controllo. Libro nato da una serie radiofonica in onda su Bbc Radio4.
Dodici storie brevi, spaccati di vite in spazi ristretti, dalla lunghezza media di 6-8 pagine .
Tanti personaggi accomunati dal fatto che per spostarsi prendono l’aereo sfiorandosi tra un terminal e l’altro, come in una staffetta.
In fondo aerei e aereoporti sono l’ideale per far “viaggiare” delle storie. Cosi l’amante brasiliana di un pilota per una notte e’ anche la giornalista che va a Toronto per intervistare una scrittrice di successo la quale deve però scappare in tutta fretta negli Stati Uniti per assistere alla nascita di suo nipote… li incontra una giovane donna cinese che e’ una sua ammiratrice e le presenta la madre in vissuta da Hong Kong…che tornando a casa continua a interrogarsi sull’idea di lasciare il marito per un medico di cui si e’ innamorata…e cosi via.
Decisioni da prendere , svolte improvvise….storie di uomini e donne diverse anche solo accennate che attraversano “turbolenze” fisiche e interiori, e che descrivono bene la globalizzazione del nostro secolo.
Scrittura di qualita’, senza parole di troppo. E’ vero che mi aspettavo un finale piu’ toccante ( non so spiegarmi meglio…) comunque la lettura e’ stata decisamente piacevole.
Prima o poi leggero’«Tutto quello che è un uomo» il romanzo precedente di questo scrittore canadese che non conoscevo.


"C’era la finestrella di vetro smerigliato che diffondeva il verde del giardino, a cui l’appartamento non aveva altro accesso, e la citazione di Kennedy incorniciata sul muro di fianco all’interruttore della luce:«Perchè, in ultima analisi, ciò che ci unisce è che abitiamo tutti questo piccolo pianeta, respiriamo tutti la stessa aria, abbiamo tutti a cuore il futuro dei nostri figli. E siamo tutti mortali".