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Discussione: XXIII° GdL (Libero) - Molto mossi gli altri mari di Francesco Longo

          
  1. #1
    Administrator L'avatar di DarkCoffee
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    XXIII° GdL (Libero) - Molto mossi gli altri mari di Francesco Longo



    Molto mossi gli altri mari di Francesco Longo


    Rimpianti e attese, sembra non possano esistere altri stati d’animo nella Baia di Santa Virginia, una spiaggia sotto un promontorio cupo e selvaggio. Quando la radio annuncia l’arrivo di una tempesta anomala che si abbatterà sulla costa, i ragazzi che hanno passato lì tutte le estati della loro vita tornano per cavalcare le onde epiche che hanno sempre invocato. Michele, l’unico di loro a essere nato a Santa Virginia – conosce a memoria ogni quercia e sentiero del promontorio –, oltre all’allerta meteo riceve la notizia che Micol si sta per sposare. È la ragazza riccia, elegante e inafferrabile che ha conosciuto tanti anni prima, in un bagno tra i cavalloni di fine stagione. L’ha attesa e sognata giorno e notte per anni, finché non ha fatto di tutto per dimenticarla. Lei e Michele sono sempre stati sul punto di dirsi qualcosa che non si sono mai detti, perché ogni volta settembre li separava. Lui trascorre gli inverni a letto con lunghe febbri, aggiustando biciclette con il padre, osservando la luna con il telescopio, immaginando lo sbarco degli alieni, incatenato allo splendore del luogo da cui non vuole allontanarsi. Intimidito, reticente, ultimo dei romantici, diventa l’unico punto fermo del gruppo di ragazzi benestanti e abbronzati che vanno e vengono tra Roma e le loro ville al mare. È amico perfino di Guido, l’eccentrico leader della comitiva, che gli donerà la sua prima tavola da surf. Molto mossi gli altri mari disegna la mappa perfetta della nostalgia, raccontando una storia d’amore fatta solo di silenzi, cresciuta tra gli innaffiamenti automatici dei giardini e le siepi curate, alimentata da infiniti giri in canoa e in bicicletta, vissuta tra il campo da ping-pong e la splendida piscina di Guido. Un amore plasmato dai tanti tramonti incandescenti e dai riti estivi di un luogo infestato di malinconia. La luce dorata di settembre si riversa sulla scrittura stessa, una luce marina che proietta le ombre lunghe e minacciose del passaggio tra adolescenza e età adulta. Francesco Longo ha scritto un romanzo breve che ha il respiro largo di un classico. Ci convoca in quello spazio speciale in cui tutti, ogni anno, siamo stati eterni per tre mesi – da giugno a settembre – quando l’estate finalmente spalancava le porte ai desideri andati in letargo per tutto l’inverno.
    The creatures outside looked from pig to man, and from man to pig, and from pig to man again: but already it was impossible to say which was which.

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  3. #2
    Moderator L'avatar di kaipirissima
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    Proverò a vedere in biblioteca, non m'ispira molto, ma mi piacerebbe leggere insieme qualcosa.

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  5. #3
    Master Member L'avatar di Elvira Coot
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    Ne ho lette solo poche pagine, ma già posso dire che scorre veloce. L'autore è bravo, basta leggere come descrive l'acqua fredda del mare!

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  7. #4
    Logopedista nei sogni L'avatar di Estella
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    Sono arrivata a pag. 50 e devo dire che mi sta piacendo molto, già l'incipit mi ha molto colpito.
    Il mare, il porto, per me hanno un grande fascino per cui ho cominciato la lettura con grande piacevolezza ed è stato sorprendente trovarmi poi ad un certo punto a ripercorrere la storia a ritroso nel tempo. Devo dire che ora sono curiosa di leggere l'evolversi della storia e non riesco a non pensare a come sarà il finale per cui faccio caso ad ogni dettaglio e forse ho già intuito qualcosa, ho dei presentimenti ma non li voglio rivelare, non ancora forse.
    L'autore ha un modo di descrivere le stagioni, la vita della baia, in un modo semplice, a volte marcatamente poetico a mio avviso ma a me va benissimo perché in un romanzo personalmente cerco il giusto equilibrio tra sogno e realtà e questo libro è un romanzo (non è autobiografico come invece pensavo, sono andata a risentire l'intervista dell'autore e non ha accennato ad elementi autobiografici anche se forse qualcosa di autobiografico penso ci sia, comunque non gli è stata posta come domanda e non è importante per me saperlo). A parte la consapevolezza che sia "solo" un romanzo, l'idea di fare un tuffo nel passato, nell'adolescenza, mi sta un pochino deprimendo perché forse anch'io, come Michele, mi sono sempre sentita un po' "fuori dal gruppo" e tentennavo nel volerlo leggere perché immaginavo mi avrebbe rattristato un po' (e poi queste ragazze sono tutte splendide, che invidia ).
    Ma, a parte questa digressione, la lettura è piacevole e spero di terminarlo entro sabato perché sono curiosissima.
    Non avere mai paura di essere un papavero in un campo di giunchiglie.


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  9. #5
    Moderator L'avatar di kaipirissima
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    Ok. Mi avete convinto. Purtroppo in biblio i libri nuovi sono un po' difficili da reperire.

  10. #6
    Master Member L'avatar di Elvira Coot
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    "Se fossi stato meno codardo, non vivresti ancora qui"

    Non sono del tutto d'accordo. Tante volte ci vuole più coraggio a restare che a partire

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  12. #7
    Logopedista nei sogni L'avatar di Estella
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    Terminato, non so dire con precisione se mi sia piaciuto o meno.
    Non avere mai paura di essere un papavero in un campo di giunchiglie.


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  14. #8
    Master Member L'avatar di Elvira Coot
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    Sono circa a metà. Lo stile mi sembra meno descrittivo e quindi molto più scorrevole. Per il momento mi sta piacendo! Mi sono anche appassionata alla storia e vado avanti per vedere cosa combinano questi ragazzi

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  16. #9
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    Finito da qualche giorno. Devo dire che mi è piaciuto molto, l’autore scrive bene ed è bravo a far sentire il lettore partecipe della storia. L’ho trovato struggente… il finale, che non mi ha sorpreso, è comunque il migliore possibile (io però fino all’ultimo ho sperato che fosse diverso). Quando ho finito l’ultima riga ho avuto la sensazione che la vita di Michele finisse lì, come se tutto il resto della sua vita fosse poco importante, come se tutto ciò per cui valeva la pena vivere fosse già stato vissuto in quelle estati. Struggente e anche triste

    Grazie ad Enribello per il consiglio

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