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Primo romanzo con protagonista l'investigatore ticinese Elia Contini che, come tutti i detective, ha il suo passato messo da parte, le sue strane abitudini e il suo corollario di personaggi più o meno ambigui grazie ai quali si muove nei sottoboschi criminali che, anche nelle "perfetta" Svizzera, abbondano.
La storia noir ruota intorno a un preziosissimo e maledetto collier di diamanti ricomparso per caso fra i ricordi di un'ignara ragazza, quarant'anni dopo la sua misteriosa scomparsa e, tutto sommato, la trama in sé, pur non essendo stupefacente, potrebbe essere un buono spunto per un noir avvincente, ma devo dire che la scrittura di Fazioli è in gran parte responsabile della pochezza di quest'opera.
La narrazione è lenta e un po' povera dal punto di vista lessicale e, di conseguenza, non in grado di trasmettere emozioni e di incollare il lettore alle pagine. I dialoghi sono monosillabici, spezzettati e, anche su questo versante, le emozioni scarseggiano.
Forse il libro trasmette in modo fedele la realtà elvetica che, peraltro, presumo essere un po' diversa però rimane il fatto che l'aridità che mi ha accompagnato per tutto il libro mi fa pensare che difficilmente concederò all'autore una seconda chance.