«Si chiamava Gesù, Gesù il Nazareno, e fu crocifisso non so bene per quale crimine. Ponzio, ti ricordi di quell'uomo?».
Ponzio Pilato aggrottò le sopracciglia e si portò la mano alla fronte come chi cerca qualcosa nella propria memoria.
Poi, dopo qualche istante di silenzio, mormorò: «Gesù? Gesù il Nazareno? No, non mi ricordo».
Nei Campi Flegrei, dove soggiornano per ristorare corpo e spirito, un Pilato ormai vecchio e acciaccato ricorda, insieme all'amico Elio Lama, i suoi trascorsi in Giudea, parentesi turbolenta di un'onorata carriera.
Quando la conversazione si sposta sul Nazareno morto in croce, Pilato rivela una spiazzante dimenticanza: non ha memoria di lui.
L'amico, al contrario, ricorda con nostalgia quella terra e, in particolare, una bellissima danzatrice ebrea, scomparsa all'improvviso per seguire i discepoli di un giovane taumaturgo.

Dal web

Raccontino di 40 paginette di Anatole France ( premio Nobel per la letteratura nel 1921) basato sui dati storici tratti da classici, come gli Annali di Tacito o la Guerra Giudaica di Flavio Giuseppe, pubblicato nel 1902.
Un piccolo divertissement che se fosse stato sviluppato di piu’ ci poteva dire qualcosa su temi come i rapporti tra romani, giudei, tolleranza, integralismo...
Pilato ( che era prefetto non procuratore) dialoga con il vecchio amico Elio Lamia, nella sua villa sulla splendida spiaggia a ridosso dei Campi Flegrei
Ricorda quando, venti anni prima,sotto Augusto, la pace romana dominava la terra, lamentandosi nei confronti della natura barbara degli giudei che per amore della loro religione gli hanno rovinato la vita
citando vari episodi che aizzarono la rabbia del popolo: l’introduzione delle insegne romane in Gerusalemme, la repressione crudele che gli costò la carica e l’esilio.
Un popolo di cui si era stancato e che disprezzava .
. Il prefetto non si capacita …c
erto Roma si basava sul paganesimo e ed era avversa alle religioni monoteiste ma civilizzava, costruiva ponti, acquedotti, strade rispettava usanze, tradizioni e templi….perche’ i giudei
non accettavano la dominazione ?
"E' un grave problema quello di sapere se agli uomini si deve imporre una felicita' che non vogliono". dice Lamia , piu’ indulgente nei confronti della gente di quella regione.
Ma poi si ricorda soprattutto di un’avvenente danzatrice ebrea – bellissima e seducente,di cui si era innamorato e che inseguiva nelle bettole di Gerusalemme,
sparita dalla vista per seguire un “giovane taumaturgo itinerante proveniente da Nazaret.”
La passione per la donna ( Maria Maddalena...?) fa sì che Lamia accenni alla figura di Gesù. «“Ponzio" , gli domanda Lamia nelle ultime battute , "ti ricordi di quell’uomo?”.
Ponzio Pilato aggrottò le sopracciglia e si portò la mano alla fronte, come chi cerca qualcosa nella propria memoria. Poi, dopo qualche istante in silenzio, mormoro. “Gesù? Gesù il Nazareno? No, non me lo ricordo”».



Ai nostri occhi appare impensabile che la figura di Cristo possa passare inosservata. Ma in fondo Pilato avra’ presieduto migliaia di processi e precedentemente ci dice che in continuazione gli ebrei gli chiedevano la testa di qualcuno per questioni di dottrina, quello di cui il suo accolito gli chiede e' solo uno dei tanti, un profeta esattamente uguale agli altri, perche' dovrebbe ricordare lui in particolare?
In fondo anche Lamia lo ricorda solo per la giovane donna che lo seguiva.

Un'apologia dello scetticismo, come disse Sciascia nella sua splendida postfazione, un tentativo di rimozione di una verità scomoda o l'impossibilita'di conoscere la "verità" dei fatti che ci circondano?
Insomma si legge in mezzora ma ci sarebbe da riflettere per giorni.