Che sia un errore madornale lo scrivere "bella calligrafia" è ormai cosa attestata, ripetuta, sviscerata, e non vale la pena fermarvisi . In Letteratura Italiana, pur tuttavia, esistono vari esempi di come questo errore grammaticale ( Calligrafia trae dal greco Kalòs, ossìa bella, e da Graphein, ossìa scrittura ;quindi aggiungere bella sarebbe una ripetizione di Kalòs) sia ben rappresentato, anche da penne illustri. Ecco di seguito alcuni esempi:


E, di gente illustre con bella calligrafìa, ve ne potrèi citare un barbaglio... (Dossi, L’altrieri, 1861)

La signorina Elena, colla sua bella calligrafia inglese, rispose pel babbo, ch’era occupatissimo, e gli cinguettò un po’ di tutto, con certo abbandono confidenziale, dandogli conto di quel che era avvenuto dopo la partenza di lui, del come passavano le serate, e che sentivano tutti la sua mancanza e si rammentavano spesso di lui. (Verga, Il marito di Elena, 1882)

E presa la penna, si mise a scrivere con la sua bella calligrafia. (De Amicis, Cuore, 1886)

Se fosse stato poeta, come si sentiva nell’anima e come qualche suo collega d’ufficio, le avrebbe scritto un sonetto, ricopiandolo con bella calligrafia e a lettere filettate d’oro. (Tozzi, L’amore, 1920)

Sir

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