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Regia di Julian Schnabel.
Un film con Willem Dafoe, Rupert Friend, Oscar Isaac, Mathieu Amalric, Emmanuelle Seigner.
Titolo originale: At Eternity's Gate.
Genere Biografico, Drammatico, 110 min.
USA, 2018,



La cosa che mi ha stupito di questo film è un'aspettativa che avevo. Guardando i dipinti di Van Gogh pensavo che al cinema avrei visto chissà quali paesaggi favolosi, invece, neanche uno!
Questa cosa se da una parte mi ha spiazzato, dall'altra, mentre guardavo il film, mi ha conquistata.

A pensarci già nelle stesso film c'è una discussione tra Gauguin e Van Vogh rispetto al modo di dipingere la natura: dalla realtà all'astrattezza, l'approdo che i due pittori si prefiggono, su strade diverse, per creare una nuova pittura che vada oltre all'impressionismo (movimento in cui entrambi hanno mosso i loro primi passi).

Ed ecco che il film non ci mostra se non per piccoli attimi quella meravigliosa natura che poi sarà nelle tele di Vincent. Pochi attimi che però illuminano il genio di Van Gogh.
Anche la caratterizzazione di Vincent mi è piaciuta, la sua solitudine, le lunghe passeggiate, il desiderio di avere un amico, un amore per sconfiggere la frustrazione dell'emarginazione, come uomo e come artista, incompreso da tutti, tranne che dal fratello Theo e da Gauguin. A tutti i suoi dipinti fanno orrore, e quando arriva la prima recensione dopo che, pennellata dopo pennellata, tela dopo tela, noi stessi ne portiamo le stigmate, ecco, che le parole della critica sono talmente poetiche che quasi mi commuovevo!


Consigliato? Sì.

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