Nella scuola ticinese, gli allievi devono sciropparsi una quantità piuttosto cospicua di lingue da studiare e sulle quali farsi valutare. Per alcuni (pochi) è una manna, per altri è invece una maledizione. Comunque sia è il necessario destino delle minoranze linguistiche e su questo non ci piove. D'altronde nessuno ha alcunché da ridire su questo.

Il fatto è che dovendo imparare molte lingue, il peso degli insegnanti di lingua sul successo scolastico è decisamente rilevante.

È dappertutto ancora vivace il mito secondo cui per imparare bene una lingua è necessario avvalersi dell'insegnamento di un daocente madre-lingua. Trovo che sia un errore madornale. Un docente universitario di letteratura deve essere di lingua madre o almeno indistinguibile da uno lingua-madre, ma non è (solo) la lingua che si insegna in un corso di letteratura. Un docente di scuola media o media superiore, secondo me, deve invece aver bene in mente quale sia la difficoltà legata all'apprendimento di una lingua. Un docente madre-lingua potrebbe non aver mai fatto lo sforzo di imparare una lingua diversa dalla sua e magari non conposce neppure decentemente la lingua dei suoi allievi. In questo caso l'insegnante si trova nella ridicola e diffusissima situazione di non percepire una possibile difficoltà e di non essere in grado di spiegare un meccanismo linguistico o una sfumatura lessicale.
Ergo un insegnante lingua madre può essere un insegnante efficace solo e solo se ha fatto lo sforzo di imparare in modo approfondito almeno una lingua diversa dalla sua, possibilmente quella dei suoi allievi.

Questa riflessione mi sorge dal fatto che attualmente nella scuola in cui insegno c'è una collega che proprio fa fatica a farsi capire dagli allievi e non solo per modivi squisitamente didattici. La sua lingua la sa bene. È lingua-madre, appunto. ma i risultati sono pessimi.