L'acqua ha sommerso ogni cosa: solo la punta del campanile emerge dal lago.
Sul fondale giace il mistero di Curon. Siamo in Sudtirolo, terra di confini e di lacerazioni: un posto in cui nemmeno la lingua che hai imparato da bambino è qualcosa che ti appartiene fino in fondo.
Quando Mussolini mette al bando il tedesco e perfino i nomi sulle lapidi vengono cambiati, allora non resta che scegliere le parole una a una per provare a raccontare.
Trina è una giovane madre che alla ferita della collettività somma la propria: invoca di continuo il nome della figlia, scomparsa durante gli anni del fascismo.
Da allora non ha mai smesso di aspettarla, di scriverle nella speranza che le parole gliela possano restituire.
Finché la guerra viene a bussare alla porta di casa, e Trina segue il marito disertore sulle montagne, dove entrambi imparano a convivere con la morte.
Poi il lungo dopoguerra, che non porta nessuna pace.
E così, mentre il lettore segue la storia di questa famiglia e vorrebbe tendere la mano a Trina, all'improvviso si ritrova precipitato a osservare, un giorno dopo l'altro,
la costruzione della diga che sommergerà le case e le strade, i dolori e le illusioni, la ribellione e la solitudine.

Dal web


C'e' poco da aggiungere a quanto scritto sopra...ma ci provo.
La copertina di questo libro non e' una foto artefatta. Per molti e' solo una stranezza dove magari in vacanza scattare un selfie...
invece se leggerete questo bel libro scoprirete la storia poco conosciuta ( io infatti non la conoscevo)di questa valle e della gente che la abito' .
Un luogo di confine tra Italia Austria e Svizzera, la Val Venosta
Si perche' i personaggi sono inventati ma la storia e' vera. La voce narrante e' di Trina , giovane maestra elementare
che attraverso la storia della sua famiglia ci racconta la sofferenza e le ingiustizie patite dalla gente durante e dopo il nazifascismo e la costruzione di una diga.
Trina e il marito Erich metteranno a rischio tutto quello che hanno pur di non lasciare la propria terra.
Una storia sul potere della parola ma anche di resistenza: non quella partigiana ma quella umana.
Anche i personaggi secondari sono ben delineati..
L'autore ha scritto un romanzo delicato e coinvolgente mettendosi dalla parte di chi sotto il regime fascista fu privato di tutto anche del proprio paese,
sommerso da metri e metri di acqua per far spazio a un lago che avrebbe dovuto fornire energia elettrica...il condizionale e' d'obbligo.
Lettura scorrevole, un sapiente intreccio di impegno civile, sentimenti e riflessioni.
Per quel che vale, finalista al premio Strega.
Da leggere.


“Vennero distrutti 677 ettari di terreno, dei quali 523 agricoli; 163 case (107 a Curon, 47 a Resia e 9 a San Valentino); 150 famiglie contadine private della loro unica fonte di reddito.
La metà di loro, rimasti senza casa e senza lavoro, fu costretta a emigrare. Il 70 per cento degli animali utili venne disperso.”




https://www.peacelink.it/nobrain/a/19378.html


Non si puo' non pensare ai giorni nostri e alla battaglia contro l'alta velocita'.
L'intreccio affaristico che lega il potere politico con gli interessi economici se ne sbatte delle persone e delle loro vite...ieri come oggi.

“Andare avanti, come diceva Ma’, è l’unica direzione concessa. Altrimenti Dio ci avrebbe messo gli occhi di lato. Come i pesci.”