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Discussione: Il lungo addio...

          
  1. #31
    Master Member L'avatar di daniela
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    Congedo del viaggiatore cerimonioso

    Amici, credo che sia
    meglio per me cominciare
    a tirar giù la valigia.
    Anche se non so bene l’ora
    d’arrivo, e neppure
    conosca quali stazioni
    precedano la mia,
    sicuri segni mi dicono,
    da quanto m’è giunto all’orecchio
    di questi luoghi, ch’io
    vi dovrò presto lasciare.

    Vogliatemi perdonare
    quel po’ di disturbo che reco.
    Con voi sono stato lieto
    dalla partenza, e molto
    vi sono grato, credetemi,
    per l’ottima compagnia.

    Ancora vorrei conversare
    a lungo con voi. Ma sia.
    Il luogo del trasferimento
    lo ignoro. Sento
    però che vi dovrò ricordare
    spesso, nella nuova sede,
    mentre il mio occhio già vede
    dal finestrino, oltre il fumo
    umido del nebbione
    che ci avvolge, rosso
    il disco della mia stazione.

    Chiedo congedo a voi
    senza potervi nascondere,
    lieve, una costernazione.
    Era così bello parlare
    insieme, seduti di fronte:
    così bello confondere
    i volti (fumare,
    scambiandoci le sigarette),
    e tutto quel raccontare
    di noi (quell’inventare
    facile, nel dire agli altri),
    fino a poter confessare
    quanto, anche messi alle strette,
    mai avremmo osato un istante
    (per sbaglio) confidare.

    (Scusate. È una valigia pesante
    anche se non contiene gran che:
    tanto ch’io mi domando perché
    l’ho recata, e quale
    aiuto mi potrà dare
    poi, quando l’avrò con me.
    Ma pur la debbo portare,
    non fosse che per seguire l’uso.
    Lasciatemi, vi prego, passare.
    Ecco. Ora ch’essa è
    nel corridoio, mi sento
    più sciolto. Vogliate scusare).

    Dicevo, ch’era bello stare
    insieme. Chiacchierare.
    Abbiamo avuto qualche
    diverbio, è naturale.
    Ci siamo – ed è normale
    anche questo – odiati
    su più d’un punto, e frenati
    soltanto per cortesia.
    Ma, cos’importa. Sia
    come sia, torno
    a dirvi, e di cuore, grazie
    per l’ottima compagnia.

    Congedo a lei, dottore,
    e alla sua faconda dottrina.
    Congedo a te, ragazzina
    smilza, e al tuo lieve afrore
    di ricreatorio e di prato
    sul volto, la cui tinta
    mite è sì lieve spinta.
    Congedo, o militare
    (o marinaio! In terra
    come in cielo ed in mare)
    alla pace e alla guerra.
    Ed anche a lei, sacerdote,
    congedo, che m’ha chiesto s’io
    (scherzava!) ho avuto in dote
    di credere al vero Dio.

    Congedo alla sapienza
    e congedo all’amore.
    Congedo anche alla religione.
    Ormai sono a destinazione.

    Ora che più forte sento
    stridere il freno, vi lascio
    davvero, amici. Addio.
    Di questo, sono certo: io
    son giunto alla disperazione
    calma, senza sgomento.

    Scendo. Buon proseguimento.

    Giorgio Caproni
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  2. #32
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    Il colloquio

    Quando ti avrò raggiunto sulla sponda del fiume di luce
    e tu mi chiederai che ho fatto tant'anni senza di te,
    io ti risponderò: "Ho continuato il colloquio".
    Tu riderai per dolcezza tutto il riso de' tuoi bianchi denti,
    e cingerai le mie spalle col tuo gesto securo di despota.
    E lungo i prati di viole che fioriscono solo pei morti
    continueremo il colloquio.

    Ada Negri
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  3. #33
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    Non so perchè -associazione di idee? -questa poesia struggente mi ha riportato alla mente quella, altrettanto bella , Di Montale.
    Quella che sanno tutti, ma la riporto per il gusto di leggerla ancora una volta.....

    Avevamo studiato per l'aldilà
    un fischio, un segno di riconoscimento
    .
    Mi provo a modularlo nella speranza
    che tutti siamo già morti senza saperlo.
    Non ho mai capito se io fossi
    il tuo cane fedele e incimurrito
    o tu lo fossi per me.
    Per gli altri no, eri un insetto miope
    smarrito nel blabla
    dell'alta società. Erano ingenui
    quei furbi e non sapevano
    di essere loro il tuo zimbello:
    di esser visti anche al buio e smascherati
    da un tuo senso infallibile, dal tuo
    radar di pipistrello.

    Eugenio Montale
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

  4. #34
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    Non dire


    Non dire mai che è morto
    non dire “era, faceva...”; le tristi parole
    non servono che a farlo sprofondare
    ancora di più nella terra.


    Muoiono veramente quelli solo
    che vai dimenticando... a poco a poco
    tace la voce che t’innamorò,
    sul viso scende un logorio sfinito
    di cenere e penombre.
    Quella è morte, quella è morte davvero
    e senza alcuna
    speranza


    Daria Menicanti
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

  5. #35
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    Epigramma per noi due

    La morte giocò a lungo a rimpiattino
    tra noi due. Poi ad un tratto
    - così dicono -
    scelse il migliore

    Daria Menicanti
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

  6. #36
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    Er mortorio

    Appresso ar mio num vojo visi affritti,
    e pe’ fa’ ride pure a ‘ st’occasione
    farò un mortorio con consumazione,
    in modo che chi venga n’approfitti.

    Pe’ incenso, vojo odore de soffritti,
    ‘gni cannela dev’esse un cannellone,
    li nastri – sfoje all’ovo e le corone
    fatte de fiori de cocuzza fritti.

    Li cuscini timballi de lasagne,
    da offrì ar momento de la sepportura
    a tutti quelli che “sapranno” piagne.

    E su la tomba mia, tutta la gente
    ce leggerà ‘sta sola dicitura:
    “Tolto da questo mondo troppo al dente”.

    Aldo Fabrizi
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

  7. #37
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    EMILIO TI RICORDI?

    Emilio ti ricordi
    quando ci siamo incontrati
    la prima volta
    in una casa svizzera linda e lustra
    di cera e di tendine
    e già la sera stavamo abbracciati
    in un letto a una sola piazza
    e poi tanti decenni di cose fatte insieme
    e le assenze
    i viaggi lunghi e brevi
    tu partivi io partivo
    ci mandavamo cartoline
    fino all’incontro successivo

    E a un certo punto sei partito
    per un viaggio più lungo
    un posto dove non ci sono uffici postali
    per mandar cartoline
    o negozi per comprare regali
    ma i pensieri arrivano lo stesso
    Che ne direbbe di questo? sarebbe contento?
    Gli sembrerebbe fatto male?

    Forse se usassi bene gli occhi
    sotto le palpebre chiuse ti vedrei arrivare
    da dietro gli archi e i sempreverdi
    con un sorriso
    affettuoso e divertito
    per lo scherzo che hai fatto
    di non mandare notizie
    oppure prendo in mano un tuo libro
    e lo do a un giovinetto
    affinchè tu gli parli con le parole giuste
    e attendo io la risposta
    o anche ripeto qualche cosa che hai detto
    prima di partire
    e cade tanto a proposito
    da sembrare inventata in quel momento stesso

    Non c’è niente di buio e di definitivo
    in questo tuo essere assente
    e il mio non è un aspettare
    ma nemmeno una perdita o una voragine
    in cui non sei più
    Perché sei
    sei dentro tante cose
    parole immagini idee sentimenti
    aspirazioni stimoli movimenti
    presenti.

    Joyce Lussu, da Un uomo sull'altipiano.


    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

  8. #38
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    Amor mio, se muoio e tu non muori,
    amor mio, se muori e io non muoio,
    non diamo al dolor più territorio:
    non v'è estensione come quella che viviamo.

    ... Polvere nel frumento, arena nelle arene,
    il tempo, l'acqua errante, il vento vago,
    ci portò come grano navigante.
    Potuto avremmo non trovarci nel tempo.

    Questa prateria in cui noi ci trovammo,
    oh piccolo infinito! restituiamo.
    Ma questo amore, amor, non è finito:

    così come non ebbe nascimento,
    morte non ha, è come un lungo fiume,
    cambia solo di terre e di labbra.

    Pablo Neruda
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  9. #39
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    RICORDAMI

    Tu ricordami quando sarò andata
    lontano, nella terra del silenzio,
    né più per mano mi potrai tenere,
    né io potrò il saluto ricambiare.

    Ricordami anche quando non potrai
    giorno per giorno dirmi dei tuoi sogni:
    ricorda e basta, perché a me, lo sai,
    non giungerà parola né preghiera.

    Pure se un po' dovessi tu scordarmi
    e dopo ricordare, non dolerti:
    perché se tenebra e rovina lasciano
    tracce dei miei pensieri del passato,
    meglio per te sorridere e scordare
    che dal ricordo essere tormentato.

    Christina Rossetti

    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

  10. #40
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    Potrai trovarmi

    C’è un’altra vita
    dietro questa folle corsa
    di solitudini,
    dietro questo simulacro
    di abbracci teneri.
    Ci deve essere.
    Il senso non sta
    nel fulgore dei petali,
    ma nel vento
    che li trascina
    nei secoli,
    essenza
    che nulla ha,
    e nulla brama.
    Tra cent’anni,
    potrai trovarmi
    in un’onda,
    lontana dalla mia tomba: non sarò
    che pura essenza,
    abbandono senza più
    distacchi.

    Carlo Bramanti
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

  11. #41
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    Potrai trovarmi

    C’è un’altra vita
    dietro questa folle corsa
    di solitudini,
    dietro questo simulacro
    di abbracci teneri.
    Ci deve essere.
    Il senso non sta
    nel fulgore dei petali,
    ma nel vento
    che li trascina
    nei secoli,
    essenza
    che nulla ha,
    e nulla brama.
    Tra cent’anni,
    potrai trovarmi
    in un’onda,
    lontana dalla mia tomba: non sarò
    che pura essenza,
    abbandono senza più
    distacchi.

    Carlo Bramanti
    E' stupenda!
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  12. #42
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    CARAMELLE

    Verrò in via delle vigne quattordici a passarti
    l’ultima delle mie caramelle, è lì che abita
    in forma di zucchero l’orto di tua madre
    e si gonfiano di rosso i pomodori nel cerchio
    delle alpi e l’insalata
    ha il suono familiare di una porta che sbatte.
    Gli autunni vengono con passo leggero e io
    mi arrampicherò sul tuo accento di montagna,
    sulle gutturali che sono rocce aspre, su certe
    consonanti che imitano il tumultuoso gorgoglio
    dei torrenti. Le tue mani forse mi cercavano,
    tentavano un approdo, ma tu lo sai
    che il nostro sole è la solitudine
    e la promessa di non vederci più
    è già nei nostri passi.
    L’ho visto il gatto, e quella lunga scia di tristezza.
    Ho visto la fabbrica e la fretta dei viaggi.
    Le mani si cercavano e ridevi di un riso
    notturno e c’era la pioggia e il buio
    e il momento era perfetto per perdersi,
    per scivolare via come un addio.

    Paolo Polvani
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

  13. #43
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    Fin quando
    non verrà inghiottito
    da un buco nero
    anche il nostro pianeta,
    senza di te, senza
    di me dureranno
    anche le più lievi
    cose che amammo.


    Alberto Vigevani
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

  14. #44
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    Distacco

    Dalla soglia un uomo guarda,
    la casa non riconosce.
    La partenza di lei fu come fuga.
    Ovunque tracce di scompiglio.

    Dappertutto nelle stanze il caos.
    La portata della devastazione egli
    non vede a causa delle lacrime
    e di un attacco di emicrania.

    Negli orecchi dal mattino un rumore.
    Ricorda o sogna?
    E perché nella mente sempre più
    gli s'insinua il pensiero del mare?

    Quando ai vetri attraverso la brina
    non si vede la luce di dio,
    doppiamente l'angoscia ineluttabile
    somiglia alla solitudine del mare.

    Gli era così cara
    con ogni lineamento,
    come al mare vicine le rive
    con la linea tutta della risacca.

    Come i giunchi sommerge
    la piena dopo il fortunale,
    sono scomparsi sul fondo della sua anima
    i tratti e le forme di lei.

    In anni di travagli, in tempi ,
    di vita impensabile
    fu a lui su dal fondo sospinta.
    dall'onda della sorte.

    Tra ostacoli innumeri,
    superando i pericoli,
    l'onda la portava, portava
    e strettamente congiunse.

    Boris Pasternak
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  15. #45
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    Una notte d'estate

    Noi andavamo leggeri

    una notte d'estate
    per un fresco giardino?
    la tua mano
    ho sfiorato o una foglia?
    la tua bocca ho baciato
    o un frutto umido e dolce?
    non so se ho bevuto il silenzio
    delle piante notturne
    o il tuo amoroso silenzio

    La tua mano mi salutò tra le piante
    ma era falce di luna
    che tramontava lontano.

    Lalla Romano
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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