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Discussione: Il lungo addio...

          
  1. #16
    Master Member L'avatar di Rosy
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    Smile O giorni miei....

    Solo a sera m'è dato
    assistere alla deposizione
    della luce, quando
    la vita, ormai
    senza rimedio, è perduta.
    Mio convoglio funebre
    di ogni notte: emigrazione
    di sensi, accorgimenti
    delle ore tradite, intanto
    che lo spirito è rapito
    sotto l'acutissimo arco
    dell'esistenza: l'accompagna
    una musica di indicibile
    silenzio.
    Invece dovere
    ogni mattina risorgere
    sognare sempre
    impossibili itinerari.
    David Maria Turoldo
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

  2. #17
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    Questa non è propriamente una poesia ma la trovo talmente bella e profonda che la posto qui.

    L'Addio

    "Se per un istante Dio si dimenticherà che sono una marionetta di stoffa e mi regalerà un pezzo di vita, probabilmente non direi tutto quello che penso, ma in definitiva penserei tutto quello che dico.
    Darei valore alle cose, non per quello che valgono, ma per quello che significano.
    Dormirei poco, sognerei di più, andrei
    quando gli altri si fermano, starei sveglio quando gli altri dormono,ascolterei quando gli altri parlano e come gusterei un buon gelato al cioccolato!!
    Se Dio mi regalasse un pezzo di vita, vestirei semplicemente, mi sdraierei al sole lasciando scoperto non solamente il mio corpo ma anche la mia anima.
    Dio mio, se io avessi un cuore, scriverei
    il mio odio sul ghiaccio e aspetterei che si sciogliesse al sole.
    Dipingerei con un sogno di Van Gogh sopra le stelle un poema di Benedetti e una canzone di Serrat sarebbe la serenata che offrirei alla luna.
    Irrigherei con le mie lacrime le rose, per sentire il dolore delle loro spine e il carnoso bacio dei loro petali.
    Dio mio, se io avessi un pezzo di vita
    non lascerei passare un solo giorno senza dire alla gente che amo, che la amo.
    Convincerei tutti gli uomini e le donne che sono i miei favoriti e vivrei innamorato dell'amore.
    Agli uomini proverei
    quanto sbagliano al pensare che smettono di innamorarsi quando invecchiano, senza sapere che invecchiano quando smettono di innamorarsi.
    A un bambino gli darei le ali,
    ma lascerei che imparasse a volare da solo.
    Agli anziani insegnerei
    che la morte non arriva con la vecchiaia, ma con la dimenticanza.
    Tante cose ho imparato da voi, gli Uomini!
    Ho imparato che tutto il mondo ama vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel risalire la scarpata.
    Ho imparato che
    quando un neonato stringe con il suo piccolo pugno, per la prima volta, il dito di suo padre,lo tiene stretto per sempre.
    Ho imparato che un uomo
    ha il diritto di guardarne un altro dall'alto al basso solamente quando deve aiutarlo ad alzarsi.
    Sono tante le cose
    che ho potuto imparare da voi, ma realmente, non mi serviranno a molto, perché quando mi metteranno dentro quella valigia, infelicemente starò morendo."


    Gabriel Garcia Marquez

    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  3. #18
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    Voglio dormire


    Denti di fiori, cuffia di rugiada,

    erbose mani, tu, nutrice lieve,

    tienimi pronte le lenzuola di terra

    e la coperta di muschio cardato.

    Vado a dormire, o mia nutrice, cullami

    Ponimi una lucerna al capezzale

    una costellazione; quella che ti piace;

    tutte van bene; smorzala un pochino.

    Lasciami sola: ascolta erompere i germogli...

    un piede celeste ti culla dall'alto

    e un passero ti traccia uno spartito

    perché dimentichi... Grazie. Ah, un incarico

    se lui chiama di nuovo per telefono

    digli che non insista, sono andata...


    Alfonsina Storni


    *Ultimo sonetto di Alfonsina. Scritto presumibilmente fra il 20 e il 21 di Ottobre 1938, fu da lei inviato personalmente a "La Nación" e pubblicato il giorno dopo la sua morte.
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

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  5. #19
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    L'ascensore

    Quando andrò in paradiso
    non voglio che una campana
    lunga sappia di tegola
    all'alba - d'acqua piovana.

    Quando mi sarò deciso
    d'andarci, in paradiso
    ci andrò con l'ascensore
    di Castelletto, nelle ore notturne,
    rubando un poco
    di tempo al mio riposo.

    Ci andrò rubando (forse
    di bocca) dei pezzettini
    di pane ai miei due bambini.
    Ma là sentirò alitare
    la luce nera del mare
    fra le mie ciglia, e... forse
    (forse) sul belvedere
    dove si sta in vestaglia,
    chissà che fra la ragazzaglia
    aizzata (fra le leggiadre
    giovani in libera uscita
    con cipria e odor di vita
    viva) non riconosca
    sotto un fanale mia madre.

    Con lei mi metterò a guardare
    le candide luci sul mare.
    Staremo alla ringhiera
    di ferro - saremo soli
    e fidanzati, come
    mai in tanti anni siam stati.
    E quando le si farà a puntini,
    al brivido della ringhiera,
    la pelle lungo le braccia,
    allora con la sua diaccia
    spalla se n'andrà lontana:
    la voce le si farà di cera
    nel buio che la assottiglia,
    dicendo "Giorgio, oh mio Giorgio
    caro: tu hai una famiglia."

    E io dovrò ridiscendere,
    forse tornare a Roma.
    Dovrò tornare a attendere
    (forse) che una paloma
    bIanca da una canzone per radio,
    sulla mia stanca
    spalla si posi. E alfine
    (alfine) dovrò riporre
    la penna, chiuder la càntera:
    "É festa", dire a Rina
    e al maschio, e alla mia bambina.

    E il cuore lo avrò di cenere
    udendo quella campana,
    udendo sapor di tegole,
    l'inverno dell'acqua piovana.

    Ma no! se mi sarò deciso
    un giorno, pel paradiso
    io prenderò l'ascensore
    di Castelletto, nelle ore
    notturne, rubando un poco
    di tempo al mio riposo.

    Ruberò anche una rosa
    che poi, dolce mia sposa,
    ti muterò in veleno
    lasciandoti a pianterreno
    mite per dirmi: "Ciao,
    scrivimi qualche volta,"
    mentre chiusa la porta
    e allentatosi il freno
    un brivido il vetro ha scosso.

    E allora sarò commosso
    fino a rompermi il cuore:
    io sentirò crollare
    sui tegoli le mie più amare
    lacrime, e dirò "Chi suona,
    chi suona questa campana
    d'acqua che lava altr'acqua
    piovana e non mi perdona?"

    E mentre, stando a terreno,
    mite tu dirai: "Ciao, scrivi,"
    ancora scuotendo il freno
    un poco i vetri, tra i vivi
    viva col tuo fazzoletto
    timida a sospirare
    io ti vedrò restare
    sola sopra la terra:

    proprio come il giorno stesso
    che ti lasciai per la guerra.

    Giorgio Caproni
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

  6. #20
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    L'ascensore

    Giorgio Caproni
    splendidi versi.
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  7. #21
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    Commiato

    Visiterò talora il tuo sogno
    come un ospite intruso, inatteso.
    Non mi lasciare sulla strada, fuori,
    e non serrare le tue porte.

    Silente entrerò. Seduto calmo,
    il buio fisserò per percepirti.
    E dell’immagine di te ricolmo,
    ti bacerò per subito svanire.


    Vaptzarov Nikola






    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  8. #22
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    Voy a dormir

    Denti di fiori, cuffia di rugiada,
    erbose mani, tu, nutrice lieve,
    tienimi pronte le lenzuola di terra
    e la coperta di muschio cardato.

    Vado a dormire, o mia nutrice, cullami
    Ponimi una lucerna al capezzale
    una costellazione; quella che ti piace;
    tutte van bene; smorzala un pochino.

    Lasciami sola: ascolta erompere i germogli...
    un piede celeste ti culla dall'alto
    e un passero ti traccia uno spartito

    perché dimentichi... Grazie. Ah, un incarico
    se lui chiama di nuovo per telefono
    digli che non insista, sono andata...

    Alfonsina Storni





    Dopo aver inviato la sua ultima poesia "Voy a dormir", vero testamento poetico a "La Nación", Alfonsina andrà a morire nel mare di Mar del Plata il 25 ottobre 1938.
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

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  10. #23
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    L'ombra del cercare

    Mi ritrovai alla fine di un pensiero,
    seduta in disparte,
    già di spalle all'estraneo
    che credevo di conoscere.

    Di spalle va e viene il tempo,
    qualche volta piove sulla solitudine:
    i sospetti riscaldano l'aria
    ed evapora la pioggia.

    I colori arrivano d'imporvviso
    in stagioni senza tempo,
    scolorite per eccesso di memoria.

    I piedi del viandante
    provano amore
    anche per la capigliatura d'un albero.

    L'ombra del cercare
    ristora il viaggio
    dei cercatori di coralli
    che hanno le mani impigliate
    fra le radici e le zolle di terra.

    Beatrice Niccolai
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

  11. #24
    Senior Member L'avatar di Andrea
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    Io sono verticale

    Ma preferirei essere orizzontale
    non sono albero con radici nella terra
    a succhiare minerali e amore di madre
    così da luccicare di foglie ad ogni marzo
    né sono bella come un angolo di giardino
    che desta meraviglia per splendore di colori
    senza sapere che presto sfiorirà.
    Al mio confronto un albero è immortale
    e la corolla di un fiore meno alta ma più ardita
    vorrei del primo la lunga vita dell’altro l’anima viva.

    Stanotte nella luce infinitesimale delle stelle
    i fiori e gli alberi spandono profumi freddi
    io li attraverso ma loro non si accorgono di me
    a volte penso che mentre dormo
    quando i pensieri svaniscono
    assomiglio a loro perfettamente.
    E’ più naturale per me stare supina
    allora io ed i cieli parliamo senza riserve
    io sarò utile quando resterò così per sempre
    finalmente
    gli alberi si piegheranno fino a toccarmi
    e i fiori avranno un attimo (solo) per me.
    io sono verticale

    Sylvia Plath
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

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  13. #25
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    Per quel tempo

    Voglio morire quando muore il giorno,
    in altomare e con la faccia al cielo
    dove pare sogno l’agonia,
    e l’anima un uccello che si libra in volo.

    Non sentire negli ultimi istanti,
    ormai a tu per tu con il cielo ed il mare,
    altre voci o preghiere singhiozzanti
    che il maestoso rompersi delle onde.
    Morire quando la luce, triste, ritira
    le sue auree reti dall’onda verde,
    ed essere come questo sole che lento spira;
    qualcosa d’assai luminoso che si perde.

    Morire, e giovane: prima che distrugga
    il tempo greve la gentile corona;
    quando la vita dice ancora: sono tua,
    anche se che c’inganna ben lo sappiamo.

    Manuel Gutiérrez Nájera
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  14. #26
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    Rimorso per qualsiasi morte

    Libero dalla memoria e dalla speranza,
    illimitato, astratto, quasi futuro,
    il morto non è un morto: è la morte.
    Come il Dio dei mistici,
    al Quale si devono rifiutare tutti i predicati,
    il morto ubiquamente estraneo
    non è che la perdizione e assenza del mondo.
    Tutto gli abbiamo rubato,
    non gli abbiamo lasciato né un colore né una sillaba:
    qui è il patio che non condividono più i suoi occhi,
    là è il marciapiede dove fu in agguato la sua speranza.
    Perfino ciò che pensiamo
    potrebbe stare pensandolo anche lui;
    ci siamo spartiti come ladri
    il flusso delle notti e dei giorni.

    J.L. Borges
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  15. #27
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    L’inventario è pronto

    Confido in me fin dall’inizio –
    Per chi non ha niente, non è che
    costi molto;
    ad ogni modo non più che all’animale,
    che se ne va
    per sempre. Pur avendo paura
    ho retto al mio posto – son nato
    mi sono messo insieme e mi sono
    distinto.
    Ho anche pagato, secondo il dovuto
    e a chi mi ha datisgrato, l’ho ripagato
    con l’amore.
    Se donna si è intrattenuta con me per
    darmi ad intendere
    davvero io l’ho creduta – e si contenti!
    Ho lucidato navi, ho impanato
    la gramigna,
    tra signori intelligenti ho fatto il finto
    tonto.
    Ho smerciato semi di girasole, pane, libri
    giornali, versi – quel che al momento
    era più facile.
    Non in lotte trionfali, né col cappio
    al collo,
    avrò fine in un letto, come spero a volte.
    Come che sia, ormai l’inventario è pronto.
    Ho vissuto – e di ciò sono morti altri.


    Attila József
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

  16. #28
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    Smile Se morissi questa notte

    Se morissi questa notte
    se potessi morire
    se io morissi
    se questo coito feroce interminabile
    combattuto e senza clemenza
    raggiungesse il suo apice
    e si afflosciasse
    se proprio adesso
    se adesso
    morissi socchiudendo gli occhi
    sentissi che è fatta
    che ormai l'affanno è cessato
    e la luce non fosse più un fascio di spade
    e l'aria non fosse più un fascio di spade
    e il dolore degli altri e l'amore e vivere
    e tutto non fosse più un fascio di spade
    e finisse con me
    per me
    per sempre
    e che non dolesse più
    e che non dolesse più.
    Idea Vilariño

    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

  17. #29
    Io L'avatar di dolores
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    Giacomo Leopardi - Canti (XIX secolo)

    XXXI
    Sopra il ritratto di una bella donna scolpito nel monumento sepolcrale della medesima

    Tal fosti: or qui sotterra
    Polve e scheletro sei. Su l’ossa e il fango
    Immobilmente collocato invano,
    Muto, mirando dell’etadi il volo,
    Sta, di memoria solo
    E di dolor custode, il simulacro
    Della scorsa beltà. Quel dolce sguardo,
    Che tremar fe’, se, come or sembra, immoto
    In altrui s’affisò; quel labbro, ond’alto
    Par, come d’urna piena,
    Traboccare il piacer; quel collo, cinto
    Già di desio; quell’amorosa mano,
    Che spesso, ove fu porta,
    Sentì gelida far la man che strinse;
    E il seno, onde la gente
    Visibilmente di pallor si tinse,
    Furo alcun tempo: or fango
    Ed ossa sei: la vista
    Vituperosa e trista un sasso asconde.

    Così riduce il fato
    Qual sembianza fra noi parve più viva
    Immagine del ciel. Misterio eterno
    Dell’esser nostro. Oggi d’eccelsi, immensi
    Pensieri e sensi inenarrabil fonte,
    Beltà grandeggia, e pare,
    Quale splendor vibrato
    Da natura immortal su queste arene,
    Di sovrumani fati,
    Di fortunati regni e d’aurei mondi
    Segno e sicura spene
    Dare al mortale stato:
    Diman, per lieve forza,
    Sozzo a vedere, abominoso, abbietto
    Divien quel che fu dianzi
    Quasi angelico aspetto,
    E dalle menti insieme
    Quel che da lui moveva
    Ammirabil concetto, si dilegua.

    Desiderii infiniti
    E visioni altere
    Crea nel vago pensiere,
    Per natural virtù, dotto concento;
    Onde per mar delizioso, arcano
    Erra lo spirto umano,
    Quasi come a diporto
    Ardito notator per l’Oceano:
    Ma se un discorde accento
    Fere l’orecchio, in nulla
    Torna quel paradiso in un momento.

    Natura umana, or come,
    Se frale in tutto e vile,
    Se polve ed ombra sei, tant’alto senti?
    Se in parte anco gentile,
    Come i più degni tuoi moti e pensieri
    Son così di leggeri
    Da sì basse cagioni e desti e spenti?

    (Giacomo Leopardi)
    “Non ho bisogno di tempo per sapere come sei: conoscersi è luce improvvisa” (P. Salinas)

  18. #30
    Master Member L'avatar di Rosy
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    Smile L'assente

    Pur se tu non sia qui, continui ad essere
    nel ricordo di quelli che t'han visto,
    in quelli che so io,
    ai quali chiedo
    un'entrata attraverso i loro occhi,
    per potermi acquistar la tua presenza.
    Pur se tu non sia qui, continui ad essere
    con il corpo diviso in altri corpi
    nei quali riconosco
    in questo il tuo sguardo,
    in quello la tua voce,
    in quell'altro il tuo profilo.
    Continui a stare qui integro quasi,
    eri tutto per me,
    tutto parte di te: la terra, l'aria,
    gli uccelli, i fiori....
    come se il mondo fosse un tuo vestito.
    Ed or solo mi manca
    parte di quel vestito,
    giacché continui ad essere
    il totale paesaggio che contemplo
    con l'aria, con la terra, e fiori e uccelli,
    nulla di carne umana:
    quella parte di te che resta assente.
    Manuel Altolaguirre
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

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