Riporto qui la recensione che ho scritto su Amazon:
"Pensai che il mondo fosse cattivo ed io dovevo essere più cattivo del mondo."

Ho appena finito di leggere "Nato colpevole", il libro più recente di Carmelo Musumeci, che racconta, con stile scorrevole e coinvolgente, la solitudine e la rabbia di un bambino non amato che cerca di diventare cattivo per sopravvivere e il percorso, direi quasi inevitabile, che lo porta a compiere dei crimini. Carmelo bambino ci trasporta in una realtà dura, spietata, che per molti rappresenta l'unica possibilità di vita. Con linguaggio fluido e anche talvolta con tenerezza racconta la rabbia e la solitudine di un bambino che si è sentito poco amato e poco protetto, e che per sopravvivere si sforza di mettere a tacere il cuore. E' difficile diventare cattivi, ma in certe situazioni è l'unica possibilità per andare avanti. Ma il cuore riaffiora, e si manifesta nell'affetto che prova per alcuni compagni, fino a dividere il frutto delle rapine anche con la famiglia dell'amico che non c'è più. E il cuore riaffiora ancora nel senso di protezione e di responsabilità, che in lui è molto accentuato, che lo spinge a difendere i bambini e i ragazzi più deboli e più vessati, e a mandare denaro alla madre e ai fratelli. Si sente la complicità e la solidarietà che lo lega ai suoi amici, e anche la rabbia cieca che lo spinge a intervenire per le ingiustizie che colpiscono i più deboli che non sono in grado di difendersi. Si sforza di diventare cattivo per sopravvivere e per reagire ai soprusi che vede accadere intorno a sè, anche contro il proprio interesse. Trasmette molto bene la rabbia, la tristezza e l'infelicità, che lo spingono quasi ineluttabilmente verso una strada senza via d'uscita, e la solitudine immensa unita al desiderio di famiglia, di normalità, quando sogna la madre dei suoi figli, che ancora non ha incontrato, e i figli che verranno.
Lettura consigliatissima.