Thanks Thanks:  0
Likes Likes:  0
Visualizzazione dei risultati da 1 a 4 su 4

Discussione: Jane Austen e il giallo

          
  1. #1
    Senior Member
    Registrato dal
    Nov 2011
    residenza
    Cagliari
    Messaggi
    285
    Post Thanks / Like

    Jane Austen e il giallo

    Il 18 luglio ricorre il 201° anniversario della morte di Jane Austen, una delle scrittrici più famose e più amate.
    Nata nel 1775 a Steventon, un piccolo villaggio nello Hampshire, visse per diversi anni a Bath, che fu il suo ambiente preferito, dove scrisse alcuni dei suoi romanzi che in ordine cronologico sono:
    Ragione e sentimento (Sense and Sensibility, 1811)
    Orgoglio e pregiudizio (Pride and Prejudice, 1813)
    Mansfield Park (Mansfield Park, 1814)
    Emma (Emma, 1815)
    L'abbazia di Northanger (Northanger Abbey, 1803 - pubblicato postumo nel 1818)
    Persuasione (Persuasion, 1818 - postumo)


    Silvia Albertazzi scrive di così di Jane Austen nel saggio “Breve storia della letteratura inglese”:

    “Virginia Woolf diceva di lei che di tutti i grandi autori è il più difficile da cogliere nella sua piena grandezza.
    Decisamente antiromantica nei temi, e soprattutto nei modi, la Austen esordì nella narrativa con una divertente parodia del gotico “Nothanger Abbey, che iniziata nel 1798, sarebbe uscita postuma solo nel 1818 e proseguì poi, in ognuno dei sei romanzi pubblicati nella sua breve vita, a esplorare le vicende di “tre o quattro famiglie in un paese di campagna”. Alla limitatezza dell'orizzonte narrativo contrappose una comprensione della realtà sociale, un'accuratezza di visione, un'attenzione al dettaglio ambientale, alle sfumature dialogiche, al linguaggio di un certo “milieu” in una certa epoca, tali da rendere le sue “comedies of manners” autentici spaccati della vita morale del suo tempo.
    La politica matrimoniale è alla base di tutti i romanzi austeniani: in una società in cui alla donna non sono offerte possibilità di carriera al di fuori della famiglia e le nubili sono viste come un peso sociale, la scelta del marito è la più importante dell'esistenza femminile e dev'essere portata a termine secondo criteri di razionalità e buon senso, diffidando dell'amore romantico e del sentimentalismo. Nel mondo di Jane Austen, una buona unione nasce dalla stima e dall'affetto reciproci, uniti alla soddisfazione dell'interesse economico.
    Se nel romanzo storico di Walter Scott il denaro è assente, nelle narrazioni provinciali e minimaliste della Austen esso occupa un posto d'onore, definendo la modernità della scrittrice.
    Le questioni morali nella sua Bath sono sempre legate al comportamento sociale; il suo realismo diffida di ogni eccesso, anche sentimentale.
    Moderazione, dignità, ironia sono gli ingredienti della buona riuscita, tanto dei suoi protagonisti, sul piano sociale e umano, quanto dei suoi romanzi, su quello narrativo. Del resto, Jane Austen scrive solo di ciò che conosce; diffidando della fantasia, nel suo “pezzetto d'avorio, non più largo di due pollici” riesce a trovare spazio per tutte le questioni che agitano la vita quotidiana sua e dei suoi simili: la ricerca del buon partito e di una solida posizione, che altro non sono se non segnali di una società che cambia, problematiche legate all'incalzare del capitalismo. Così, se è vero che in Jane Austen non si avverte neppure l'eco delle guerre napoleoniche, va però rilevato che l'ossessione dei suoi personaggi per i problemi economici, l'attenzione della scrittrice per le problematiche relative all'educazione femminile, la sua volontà di condurre le proprie eroine al raggiungimento di una piena identità personale permettono di leggerne l'opera come portato del suo tempo.”


    Jane Austen ha sempre suscitato una strana fascinazione per i giallisti che si sono spesso ispirati alle sue trame.
    La più famosa di queste fan è senza dubbio P. D. James, che nel suo ultimo libro “Morte a Pemberley” che immagina come il seguito di “Orgoglio e pregiudizio”:


    Profonda estimatrice di Jane Austen, P.D. James sceglie di confrontarsi con la sua opera più nota, "Orgoglio e pregiudizio", rivisitandola con originalità e rispetto e conferendole il suo tocco inconfondibile con una sorprendente trama gialla.

    Inghilterra, 1803. Sono passati sei anni da quando Elizabeth e Darcy hanno iniziato la loro vita insieme nella splendida tenuta di Pemberley. Elizabeth è felice del suo ruolo di padrona di casa ed è madre di due bellissimi bambini. La sorella maggiore Jane, cui lei è legatissima, vive nelle vicinanze insieme al marito Charles, vecchio amico di Darcy, e il suo adorato padre, Mr Bennet, va spesso a farle visita.
    Ma in una fredda e piovosa serata d'ottobre, mentre fervono gli ultimi preparativi per il grande ballo d'autunno che si terrà il giorno successivo, l'universo tranquillo e ordinato di Pemberley viene scosso all'improvviso dalla comparsa di Lydia, la sorella minore di Elizabeth e Jane. In preda a una crisi isterica la giovane donna urla che suo marito, l'ambiguo e disonesto Wickham, non gradito a Pemberley per la sua condotta immorale, è appena stato ucciso proprio lì, nel bosco della tenuta.
    Di colpo, l'ombra pesante e cupa del delitto offusca l'eleganza e l'armonia di Pemberley, e i protagonisti si ritrovano loro malgrado coinvolti in una vicenda dai contorni drammatici.
    Grande conoscitrice delle ambiguità dell'animo umano, P.D. James con Morte a Pemberley firma un romanzo giallo di grande atmosfera, regalando una seconda vita agli indimenticabili personaggi di uno dei classici più amati della letteratura.”
    http://www.librimondadori.it/libri/m...rley-p-d-james


    Anche un grande giallista come Peter Lovesey ha voluto rendere omaggio a Jane Austen nel suo primo libro della serie dedicata al sovrintendente Peter Diamond della polizia di Bath, “L'ultimo detective” dove un'importante traccia è costituita da due lettere della scrittrice rubate alla mostra “Jane Austen a Bath”.




  2. #2
    Senior Member
    Registrato dal
    Nov 2011
    residenza
    Cagliari
    Messaggi
    285
    Post Thanks / Like
    A “Orgoglio e pregiudizio” si è ispirata anche la scrittrice statunitense Carrie Bebris per un ciclo di sei gialli, “Orgoglio e preveggenza”, “Sospetto e sentimento” “Le ombre di Pemberley” e “L'enigma di Mansfield Park”, “Intrigo a Higbury” e “Inganno e persuasione”.

    Orgoglio e preveggenza o Una verità universalmente riconosciuta

    I personaggi, gli ambienti e l'atmosfera dei romanzi della grande Jane Austen
    «È cosa nota e universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di un solido patrimonio debba essere in cerca di moglie.» Ed è una verità cui non si sottrae Mr. Frederick Parrish, ricco e affascinante gentiluomo americano, che sta per convolare a nozze con Caroline Bingley. Un’atmosfera di festa avvolge i fidanzati, ma presto la gioia s’incrina e la coppia è turbata da una serie di strani episodi: fenomeni di sonnambulismo, cavalli imbizzarriti senza una ragione, uno spaventoso incendio e misteriosi incidenti. Qualcuno sta perseguitando i Parrish, ma la pericolosità della situazione pare sfuggire a tutti. A tutti tranne a Elizabeth e Darcy, amici della giovane donna e anch’essi sposi novelli, che mettono da parte i progetti per la luna di miele per aiutare Caroline. Un innamorato respinto? Un socio d’affari tradito? Un parente invidioso? O un eccentrico seguace del paranormale? Chi si cela dietro questa trama sinistra che sembra trascinare Caroline come un gorgo verso la follia?

    Sospetto e sentimento o Lo specchio misterioso

    I personaggi, gli ambienti e l’atmosfera dei romanzi della grande Jane Austen
    È l’estate del 1813 e i coniugi Darcy, appena celebrate le nozze, devono rinunciare alla tranquilla intimità di Pemberley per tuffarsi nella vita di società londinese insieme con Kitty, sorella minore di Elizabeth, in cerca di marito. Quando la scelta ricade su Harry Dashwood, giovane di ricche sostanze e ottima reputazione, la famiglia Bennet è ben lieta di annunciare il fidanzamento. Tuttavia, di lì a poco, e in modo del tutto inspiegabile, il giovane gentiluomo rivela una natura diabolica e perversa: gioco d’azzardo, dubbie frequentazioni, eccessi d’ogni sorta, persino pratiche esoteriche sono i suoi passatempi. Il ton grida allo scandalo e la reputazione della famiglia Bennet è in pericolo. Ma sono troppi i misteri che avvolgono questa storia per non solleticare la curiosità di Darcy ed Elizabeth: cos’ha a che fare con la trasformazione del giovane l’antico specchio da cui lui non si separa mai e le cui origini sembrano risalire a tempo immemorabile? Qual è la ragione del suo repentino e sorprendente invecchiamento? Chi si cela in realtà dietro le sue mentite spoglie? Mistero e paranormale s’intrecciano e sfidano Mr. e Mrs. Darcy, novelli sposi investigatori, a risolvere un puzzle quasi impossibile.


    Le ombre di Pemberley o: Il mistero dell'abbazia

    Non c'è pace tra le mura di Pemberley e questa volta i coniugi Darcy dovranno difendere se stessi e il futuro del loro figlio da un nemico che si nasconde nell'ombra.
    È ormai trascorso quasi un anno dal giorno delle nozze e, dopo le recenti avventure, i Darcy decidono di ritirarsi finalmente nella quiete e nella solitudine dell'amata Pemberley, in attesa della nascita del loro primo figlio. La serenità tuttavia non è destinata a durare. Ben presto, infatti, oscure minacce si addensano sulla coppia: la scoperta di una misteriosa lettera scritta ben diciotto anni prima dalla defunta Lady Anne Fitzwilliam Darcy risveglia ombre dal passato e riapre un caso da tempo dimenticato a proposito di un antico cimelio di famiglia scomparso; una convocazione in appello per Darcy, accusato di furto, rischia di mettere in pericolo non solo il suo buon nome e l'eredità, ma persino la sua libertà; e a peggiorare la situazione, arriva l'autoritaria zia Lady Catherine de Bourgh, la cui occupazione principale sembra essere quella di tormentare la povera Elizabeth. Non c'è pace tra le mura di Pemberley e questa volta i coniugi Darcy dovranno difendere se stessi e il futuro del loro figlio da un nemico che si nasconde nell'ombra.


    Intrigo a Highbury o: Gli equivoci amorosi di Emma

    La quinta indagine di Mr. e Mrs. Darcy. La serie di gialli, ambientati nel mondo Regency, che ha fatto innamorare i lettori italiani.
    Lungo una strada buia nei pressi del villaggio di Highbury, una notte Mr. e Mrs. Darcy vengono assaliti e derubati dagli zingari. Nel corso di una festa organizzata dal ministro della parrocchia Mr. Knightley e dalla moglie Emma in onore di una coppia di novelli sposi, lo zio dello sposo si sente male e poco dopo muore, ucciso da un veleno. Due eventi apparentemente indipendenti uno dall'altro, che tuttavia insospettiscono Darcy e Mr. Knightley, che decidono di unire le forze e indagare sui due crimini: la rapina e l'omicidio. Ma il tempo stringe, perché l'assassino sta per colpire di nuovo


    Inganno e persuasione o: La sventurata di Lyme

    La sesta indagine di Mr. e Mrs. Darcy. La serie di gialli, ambientati nel mondo Regency.
    Teatro di questa avventura dei coniugi Darcy è il Cobb, la famosa marina di Lyme, che già fece da sfondo a Persuasione, di Jane Austen. Appena giunti nella solare cittadina a trascorrere le vacanze, infatti, Darcy ed Elizabeth vengono coinvolti in un macabro mistero: alla base del Cobb viene ritrovato il corpo senza vita di Mrs. Clay, una donna dallo scandaloso passato. Un passato che come conseguenza le ha lasciato un figlio da crescere da sola. Ma, come hanno modo di scoprire i Darcy, quel figlio ora costituisce una seria minaccia per uomini senza scrupoli pronti a tutto pur di difendere il proprio onore e l'eredità. Si è trattato dunque davvero di un banale incidente, come molti, troppi, vorrebbero far credere, o piuttosto di un orrendo omicidio? Darcy ed Elizabeth intendono scoprire la verità, ma presto la situazione si complica e i due coniugi investigatori, indizio dopo indizio, scopriranno l'esistenza di una cospirazione assai pericolosa che potrebbe causare altre morti, sempre più vicine a loro”
    http://www.tealibri.it/author/bebris_carrie/


    La scrittrice Stephanie Barrow invece ha scelto come protagonista dei suoi numerosi gialli, ben 13, la stessa Jane Austen:


    Jane e la disgrazia di Lady Scargrave
    Le indagini di Jane Austen
    Jane Austen indaga...

    In visita presso l’amica, la bellissima e giovane Isobel Payne, Contessa di Scargrave, Jane (Austen) è testimone di una tragedia: il Conte Frederick, marito di Isobel, colto da improvviso e inspiegabile malore, muore in poche ore. La scomparsa prematura del marito, dopo tre soli mesi di matrimonio, getta la povera Isobel nella più cupa disperazione. Tuttavia la vedova scopre ben presto che non si tratta che dell’inizio delle sue disgrazie: di lì a breve infatti una misteriosa missiva la raggiunge, nella quale sono contenute oscure minacce e la duplice accusa di omicidio e di adulterio. Terrorizzata, Isobel invoca l’aiuto di Jane, la sola di cui si può fidare, ma soprattutto l’unica, tra i presenti al castello nella notte della tragedia, che non tragga alcun vantaggio dalla morte di Lord Scargrave. Contando sulle sue ben note doti di investigatrice, Jane si trova così coinvolta in una pericolosa indagine che la porterà a varcare nientemeno che i cancelli della prigione di Newgate e persino la soglia della Camera dei Lords, arrivando a mettere a repentaglio la sua stessa vita.


    Jane e il mistero del Reverendo

    Intrecci avvincenti, colpi di scena trascinanti, ricostruzioni storiche fedeli e una protagonista memorabile.
    Gli Austen si stanno preparando a un piacevole soggiorno a Lyme Regis, amena località di mare. Ma, sin dal loro arrivo, in una notte fredda e piovosa, oscuri presagi sembrano minacciarne la permanenza. Un incidente di carrozza, proprio ai confini della cittadina, costringe i viaggiatori, scossi dallo spavento, a cercare rifugio nella sinistra dimora di Mr. Geoffrey Sidmouth, uomo di indiscutibile fascino, ma dal comportamento austero e inquietante. Di lì a pochi giorni, la tranquillità della stessa Lyme viene scossa da un orribile tragedia: un uomo viene trovato impiccato sulla riva del mare e i sospetti di tutti puntano il dito contro il temuto «Reverendo». Di tutti, ma non di Jane, ancora una volta implicata in una pericolosa indagine. Chi si cela dietro la misteriosa identità del «Reverendo»? Cosa nasconde Mr. Sidmouth con la sua ambigua freddezza? Chi è l'inquietante figura avvolta in un nero mantello che si aggira nella notte lungo la costa battuta dai flutti. Le domande si accavallano e sfortunatamente le risposte sembrano portare tutte nella stessa direzione, cioè all'ultima persona di cui lei vorrebbe sospettare... l'uomo che ha conquistato il suo cuore.







  3. #3
    Senior Member
    Registrato dal
    Nov 2011
    residenza
    Cagliari
    Messaggi
    285
    Post Thanks / Like
    Jane e il segreto del Medaglione
    Bath, Natale 1804. La cittadina è avvolta in un'atmosfera gaia e ovattata. Ma all'improvviso un orrendo omicidio turba la serenità della buona società inglese. Jane, sempre assetata di avventure, non esiterà a lanciarsi all'inseguimento dell'assassino
    Bath, 1804. Il Natale è alle porte e a Jane, annoiata dall'atmosfera monotona della cittadina, non sembra vero quando il suo vecchio amico Lord Harold Trowbridge le chiede di fare da accompagnatrice alla sua giovane e affascinante nipote, Lady Desdemona, giunta a Bath per sfuggire alle indesiderate attenzioni di un poco galante signore. Le due giovani intendono approfittare di tutti gli svaghi che la provinciale Bath offre in vista dei festeggiamenti natalizi. Ma il tempo delle distrazioni è destinato a finire bruscamente quando una sera, in occasione di uno spettacolo al Theatre Royal, le due giovani si ritrovano involontarie spettatrici di un orrendo omicidio, che si consuma nel foyer. A ispessire il mistero, uno strano oggetto rinvenuto addosso al cadavere: un medaglione contenente l'immagine di un occhio. Chi era quell'uomo? Quale messaggio si nasconde in quell'insolito oggetto? A chi appartiene l'occhio raffigurato? La coraggiosa Jane, assetata di avventura, si butta a capofitto nelle indagini, sempre affiancata dall'indecifrabile e seducente Lord Harold, per rendersi ben presto conto che non le sarà possibile scoprire la verità senza mettere a repentaglio la sua stessa vita.


    Jane e lo spirito del Male
    Un mystery intrigante per un'affascinante detective d'eccezione. Il quarto episodio delle «Indagini di Jane Austen».
    Canterbury, 1805. Nell'aristocratica cittadina, gremita di tutta la migliore società inglese in occasione delle annuali corse di cavalli, l'atmosfera si presta agli scandali. Eppure, neanche Jane è preparata alla drammaticità degli eventi di cui sta per essere involontaria spettatrice: una nobildonna francese di straordinaria bellezza, nota per i suoi costumi sfacciati, viene trovata morta, orrendamente strangolata. Lo scalpore e lo shock lasciano presto spazio alle accuse, e gli occhi di tutti puntano su un uomo, un mascalzone che non aveva fatto mistero della sua attrazione per la vittima. Ma Jane, come sempre, non ama fermarsi alle apparenze e decide di approfondire le indagini per conto suo, portando presto alla luce una serie di indizi per lo meno insoliti, che conducono tutti nella stessa direzione. Intanto, la flotta francese si sta avvicinando alle coste del Kent, minacciando l'incolumità della popolazione. Tuttavia, Jane non è disposta ad abbandonare il caso per mettersi in salvo in terre più sicure, anche se la sua sete di giustizia potrebbe metterla in pericolo
    http://www.tealibri.it/generi/gialli...8850221059.php

    Ma non è solo nella finzione narrativa che Jane Austen incontra il giallo, una sua pronipote, infatti, scrisse un giallo, sembra proprio sullo scrittoio dell'autrice di “Emma”:

    Scritto da Lois Austen-Leigh, il cui nonno era nipote di Jane Austen, The Incredible Crime – un giallo che pare sia stato vergato proprio sullo scrittoio della famosa antenata – venne pubblicato per la prima volta nel 1931 e tornerà alle stampe nell’ottobre del 2017 grazie a una iniziativa della British Library che lo includerà nella serie Crime Classics tra le opere di giallisti dimenticati quali J. Jefferson Farjeon e Alan Melville.
    “Sembra che Lois Austen-Leigh sia stata completamente dimenticata: perfino gli esperti di letteratura non hanno mai sentito parlare di lei” dice Robert Davies, caporedattore della British Library “ma ha pubblicato ben quattro romanzi gialli. The Incredible Crime, il primo, è ambientato in un college di Cambridge ed è scritto in maniera eccellente. Si tratta di un arguto punto di vista sulla vita accademica”.
    La nuova edizione di quest’opera sarà curata da Kirsten Saxton, docente di letteratura inglese al Mills College di Oakland in California e professore ospite presso il Lucy Cavendish College di Cambridge che lo definisce in questi termini “divertente, con alcune eccellenti e generalmente bonarie parodie della vita universitaria: una giovane donna impertinente che fuma e impreca come un marinaio, un Darcyesco – grossolano ma infine adorabile – spasimante, il contrabbando, un pizzico di atmosfera bucolica degna di Downton Abbey, e gli incantevoli scenari del Suffolk”.
    Potreste pensare che la Austen-Leigh fosse una scrittrice improvvisata che ha cercato di fare qualche soldo sfruttando la sua discendenza, ma in realtà ci troviamo davanti a un’eccellente autrice, infatti una rivista letteraria dell’epoca la definì “molto più di una scrittrice di gialli. Le sue trame sono la quintessenza del mystery e i suoi personaggi sono molto ben delineati, ma le sue opere possiedono qualcosa di più: ricorrono costantemente passaggi di inusuale bellezza, in particolare nelle descrizioni di Cambridge e delle coste del Suffolk”.
    Nel 1931 il Times Literary Supplement disse “questo libro è di alto livello” e suggerì a Miss Austen-Leigh di prendere in considerazione un genere letterario più serio. Ma evidentemente alla signora non interessava dedicarsi a un tipo di scrittura diverso dal giallo e nei successivi sette anni ne pubblicò altri tre: The Haunted Farm (1932), Rude Justice (1936) e The Gobblecock Mystery (1938) che meriterebbero tutti una ripubblicazione, secondo la Saxton, in particolare l’ultimo che la affascina per il titolo insolito il quale probabilmente sarà la spina nel fianco di qualunque editore del ventunesimo secolo che volesse riproporlo. A questo proposito, se voleste conoscere il significato della parola Gobblecock: potete provare a cercarla online… a vostro rischio e pericolo.
    http://www.cultora.it/giallo-nato-su...tampe-80-anni/






  4. #4
    Senior Member
    Registrato dal
    Nov 2011
    residenza
    Cagliari
    Messaggi
    285
    Post Thanks / Like
    Ed è pervasa di mistero anche la causa della sua morte che per molti è diventata un argomento che non sfigurerebbe in un giallo:
    “La scrittrice inglese Jane Austen morì il 18 luglio 1817 a 41 anni. Gran parte della sua biografia medica è confusa e le circostanze della sua morte continuano a essere un mistero. Da duecento anni gli storici esaminano attentamente le poche prove disponibili, come le lettere scritte negli ultimi anni di vita in cui si lamentava di coliche biliari, dolori al viso e febbre. Gli studiosi hanno indicato diverse cause possibili per la sua morte, tra cui cancro allo stomaco, linfoma di Hodgkin o un disturbo surrenale noto come malattia di Addison. Un articolo pubblicato giovedì dal sito della British Library – la biblioteca nazionale britannica – ha proposto una teoria all’apparenza più drammatica: se fosse stato invece del veleno – e non un tumore o un problema alle ghiandole surrenali – a uccidere l’autrice di Ragione e sentimento? In questo caso però non si tratterebbe di un terribile complotto e nemmeno di un assassinio, ma di arsenico contenuto in una fornitura d’acqua contaminata o di un misto di medicinali. L’articolo è stato però accolto con una certa dose di scetticismo.
    La tesi della British Library parte da un paio di occhiali. Nel 1999 Joan Austen-Leigh, bis-bis-bis-nipote della scrittrice, donò una scrivania appartenuta ad Austen alla biblioteca, che ci trovò tre paia di occhiali, due con la montatura in guscio di tartaruga e una in metallo. Di recente li ha fatti esaminare e ha scoperto che le lenti degli occhiali erano convesse, cosa che fa pensare che chi li indossava fosse presbite. Se fossero appartenuti ad Austen, significherebbe che negli ultimi anni la sua vista era molto debole. Gli occhiali hanno gradazioni diverse, quella delle lenti di un paio con la montatura in tartaruga è piuttosto forte: è possibile che l’aumento delle diottrie degli occhiali riveli una storia. «Forse col passare del tempo Austen aveva bisogno di occhiali sempre più forti per leggere a causa di un problema serio», ha scritto nell’articolo Sandra Tuppen, curatrice della British Library. «Le variazioni della gradazione delle tre paia di occhiali trovate dalla Brisith Library potrebbero confermare la teoria per cui Austen avrebbe subìto un avvelenamento da arsenico, anche se accidentale», ha aggiunto Tuppen.
    L’articolo evidenzia anche altre prove che confermano la teoria. Austen si lamentava per esempio di uno scolorimento della pelle («bianco e nero e ogni colore sbagliato», scrisse una volta), uno dei sintomi dell’accumulo di arsenico nel corpo. Nell’Ottocento l’avvelenamento involontario da arsenico non era così insolito. Nel 2011 la scrittrice di gialli Lindsay Ashford, una delle prime sostenitrici della teoria dell’arsenico, disse al Guardian: «Credo sia altamente probabile che a Austen sia stato dato un farmaco contenente arsenico. Se si confronta la lista dei suoi sintomi con quelli dell’arsenico la correlazione è incredibile». All’apice dell’era vittoriana l’arsenico era molto diffuso nel Regno Unito: si trovava nei farmaci e occasionalmente veniva scambiato per zucchero o gesso.
    Secondo la rivista Distillations della Chemical Heritage Foundation, la carta da parati e gli abiti di colore verde potevano contenere arsenico, come anche «la birra, il vino, i dolci, la carta da regalo, i giocattoli dipinti, gli antiparassitari per pecore, gli insetticidi, i vestiti, i cadaveri, i peluche, gli ornamenti per cappelli, il carbone e le candele». Nel 1858 un venditore di dolci soprannominato “Humbug Billy” uccise 25 persone e ne avvelenò più di 100 perché aveva aggiunto per sbaglio l’arsenico mentre cercava di diluire il costoso zucchero contenuto nei suoi dolci alla menta. La British Library riporta anche il parere di Simon Barnard, un oculista di Londra che – facendo riferimento alla cataratta – è convinto che l’eventuale peggioramento della vista di Austen sia dovuto a un pesante avvelenamento da metallo: gli altri fattori che causano la cataratta, come il diabete, avrebbero probabilmente ucciso Austen prima che la sua vista peggiorasse tanto da avere bisogno degli occhiali con la montatura più forte.
    Nonostante sia motivo di curiosità, in passato gli esperti hanno esitato a utilizzare il peggioramento della vista di Austen per comprenderne la causa della morte. La British Library ha fatto un «grosso salto in avanti» concludendo che sia stato l’arsenico a uccidere la scrittrice, ha detto al New York Times Janine Barchas, esperta di letteratura dell’Ottocento della University of Texas di Austin e studiosa di Austen. Nel 2012 l’oftalmologo neozelandese Graham Wilson ha pubblicato un’analisi medica dei disturbi agli occhi di Austen, che risale a quando la scrittrice aveva 23 anni. Considerate le prove disponibili, Wilson ha concluso che «ci sono molti riferimenti agli occhi nei suoi romanzi, ma gli occhi di Jane e quelli dei suoi personaggi non possono dare un ulteriore contributo al dibattito sulla causa della sua morte, avvenuta a 41 anni».
    Il dibattito sulla morte di Austen iniziò nel 1964, quando il chirurgo inglese Zachary Cope disse che era stata la malattia di Addison a ucciderla. Cope aveva evidenziato la spossatezza, l’iperpigmentazione (lo scolorimento della pelle) e la debolezza di Austen durante i periodi di stress emotivo. La tesi era convincente ed è condivisa anche da alcuni biografi di Austen, tra cui Deirdre Le Faye, autrice di Jane Austen: A Family Record. Nel 2005, però, Annette Upfal, una studiosa di Austen che all’epoca lavorava per la University of Queensland in Australia, scrisse sulla rivista scientifica Medical Humanities, di proprietà del British Medical Journal, che Austen non morì a causa di un peggioramento della malattia di Addison ma per un periodo prolungato di esposizione al linfoma di Hodgkin. Upfal mise insieme una cronologia della malattia dalle lettere di Austen, che comprendeva anche una nevralgia persistente e diversi periodi di febbre. «Nonostante quello che dicono le ricostruzioni tradizionali, il suo non fu il caso di una persona sana colpita improvvisamente da una malattia mortale» scrisse Upfal. «Nuove prove mediche fanno pensare che Jane Austen avesse già un’immunodeficienza e un linfoma mortale nel gennaio 1813, quando fu pubblicato il suo secondo e più famoso romanzo, Orgoglio e pregiudizio».
    Probabilmente l’ipotesi della British Library non chiuderà il dibattito e l’articolo sottolinea come la teoria dell’arsenico abbia in realtà diversi limiti. La premessa che Austen avesse bisogno di occhiali così forti potrebbe essere sbagliata: è possibile che non fosse stato un medico a prescriverle lenti sempre più forti ma che la scrittrice avesse deciso comprarle di testa sua. «Non possiamo essere del tutto sicuri che li usasse», ha sottolineato Tuppen, «ma abbiamo voluto comunque pubblicare i risultati di queste prove nella speranza che altri oftalmologi condividano con noi le loro idee e opinioni».
    http://www.ilpost.it/2017/03/15/jane...ta-avvelenata/



Segnalibri

Permessi di invio

  • Non puoi inserire discussioni
  • Non puoi inserire repliche
  • Non puoi inserire allegati
  • Non puoi modificare i tuoi messaggi
  •