- Non ci posso credere, - disse Danglard, - non ci voglio credere. Torni fra noi, commissario. Ma in quali nebbie ha perso la vista, porca miseria?
- Nella nebbia ci vedo benissimo, - replicò Adamsberg in tono un po' secco, appoggiando i palmi sul tavolo. - Anzi, meglio che altrove.
Quindi sarò chiaro, Danglard. Non credo a una moltiplicazione delle recluse. Non credo a una mutazione del loro veleno, cosí grave e cosí improvvisa. Credo che quei tre uomini siano stati assassinati.
Il commissario Jean-Baptiste Adamsberg è costretto a rientrare prima del tempo dalle vacanze in Islanda per seguire le indagini su un omicidio. Il caso è ben presto risolto, ma la sua attenzione viene subito attirata da quella che sembra una serie di sfortunati incidenti: tre anziani che, nel Sud della Francia, sono stati uccisi da una particolare specie di ragno velenoso, comunemente detto reclusa. Opinione pubblica, studiosi e polizia sono persuasi che si tratti di semplice fatalità, tanto che la regione è ormai in preda alla nevrosi. Adamsberg, però, non è d'accordo. E, contro tutto e tutti, seguendo il proprio istinto comincia a scandagliare il passato delle vittime.

Ennesima prova positiva della scrittrice francese che ci regala nuove emozioni! Questa volta, il nostro spalatore di nuvole è alla prese con un caso piuttosto complesso. Qua e là la trama mi pare un po’ tirata per i capelli, ma il giudizio finale è positivo. Mi sono sinceramente preoccupata per le crepe all’interno della seppur solida squadra! Il tema ricorrente della reclusione che incombe dalla prima all’ultima pagina è claustrofobico e mi ha fatto provare un forte sensazione di soffocamento. Secondo me è da leggere