Mi ricordo che una volta in occasione della promozione di un romanzo e incontro con l’autore, fu posta la seguente domanda : “Quale libro occupa un posto particolare nella vostra formazione? "
E giu' vari titoli piu' o meno noti.
Nessuno che abbia fatto un riferimento a favole ,fiabe.....vergogna forse?
Eppure Apuleio, Fedro....troviamo degli insegnamenti niente male.
Penso alla morale della "Volpe e la maschera"( non lasciarsi ingannare dalle apparenze) e tanti altri. Un libro di favole riletto oggi, da molte conferme. Anche quelli fantastici....Ulisse per la sua mente e per le sue quattro donne dove ognuna raffigura qualcosa di diverso: Calipso, Circe, Nausicaa e Penelope... Giano bifronte perché ha una faccia che guarda al passato ed una al presente; Orfeo che ammansisce le pietre con il suo canto ed ha la possibilità di riprendersi il suo amore nell'Ade ....e anche qui ci sarebbero altri esempi.
Credo che anche sul piano didattico, l'uso delle fiabe e delle favole non sia abbastanza valorizzato,ed e' un peccato ,in quanto splendide metafore educative.
Una mia amica insegnante che saluto ( ciao Clelia…) mi ha detto che nonostante i numerosi interventi di pedagogisti ed educatori sul valore formativo delle fiabe
e dei racconti mitologici/ fantastici, la maggior parte dei docenti, soprattutto nelle scuole medie e superiori, le ritiene una cosa da bambini o, peggio, una perdita di tempo visto che ci sono dei preformati e utili programmi ministeriali che sono anche lunghi e difficili da portare a termine. Come se la cultura per essere tale debba vestirsi di austerità e la serietà della cultura fosse divenuta, agli occhi dei più, seriosità.... le favolette lasciamole alle mamme, che le utilizzino per fare dormire i loro bimbi di notte …la cultura, quella vera, deve essere dura, deve far soffrire, richiedere necessariamente impegno e sforzo. Quindi….grazie ad Estella per questo topic e per chi vorra' contribuire.