Rinaldo e Armida.

La storia di Rinaldo e Armida, suggestiva storia d'amore e di magia, occupa uno spazio ben definito all'interno del poema di Torquato Tasso "Gerusalemme liberata", pubblicato nel 1575, in cui vengono descritti gli scontri tra cristiani e musulmani alla fine della Prima Crociata, durante l'assedio di Gerusalemme.
Il personaggio di Rinaldo è un famoso Paladino dell'epica medievale francese, protagonista di antiche leggende e storie d'armi, le cui avventure sono state tramandate e ampliate da poeti e letterati dall'epoca carolingia in avanti.
Armida, un'invenzione poetica di Torquato Tasso, è una bellissima Maga che incarna la seduzione magica e peccaminosa che conduce all’abbandono della razionalità, un poco come la Maga Circe nell'Odissea.
La Gerusalemme liberata racconta le gesta dei crociati cristiani per liberare il Sacro Sepolcro, contro di loro si battono i guerrieri pagani appoggiati dalle potenze infernali che cercano di distogliere dalla battaglia i più valorosi condottieri cristiani.
La maga Armida, ingaggiata dalle forze del male, Armida, si reca nel campo cristiano, in apparenza per chieder soccorso, in realtà per distoglierli dalla guerra, cercando di attrarre a sé, i più valorosi guerrieri.
Con pianti e lamenti ottiene che il capo, Goffredo di Buglione, dieci cavalieri scelti fra quelli di ventura per aiutarla a riconquistare il regno perduto di Damasco.
Armida sfodera tutte le sue arti ammaliatrici nei confronti dei dieci cavalieri e prepara un potente sortilegio grazie al quale sedurrà Rinaldo quando si reca nel suo palazzo per liberare l'amico Tancredi e gli altri 50 crociati irretiti dalle arti magiche della donna e tenuti prigionieri.
Ma durante la preparazione della magia qualcosa però va storto e Armida rimane vittima della sua stessa magia e si innamora di Rinaldo che a sua volta dimentica la battaglia e l'assedio e va con l'amata sulla nave della Fortuna al di là delle Colonne d'Ercole fino alle isole Fortunate nel mezzo dell'Oceano, dove Rinaldo e Armida vivono in un castello immerso in un giardino di eterne delizie.
L'idillio fra i due amanti viene spezzato dall'arrivo di due crociati, che convincono Rinaldo a guardarsi riflesso in un lucido scudo (magico anche questo), dove vede riflesso un'immagine molle, effeminata.
L'immagine della sua degradazione ed i rimproveri dei compagni lo risvegliano bruscamente dal sogno e l'eroe rinsavisce e lascia il giardino incantato.
Armida lo prega di restare, usa tutta la seduzione di cui è capace, ma resta sola e disperata sulla spiaggia dell'isola.
Durante la grande battaglia finale in cui Rinaldo uccide il capo dei Saraceni i due ex amanti si incontrano, Armida, assetata di vendetta, vorrebbe ucciderlo, ma l'amore è più forte e fugge tentando il suicidio.
Rinaldo non resta insensibile alla donna, la dissuade dall'usare violenza a sé stessa e si riconcilia con lei invitandola a farsi cristiana salvandola in senso assoluto.

Il personaggio di Armida ha ispirato artisti d'ogni genere, tra il XVII e i primi anni del XX secolo sono state scritte più di cento fra opere liriche e balletti, nonché dipinti raffiguranti le varie scene d'amore e di abbandono.