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Discussione: Nucci, Flaminia - Yuki. Rinascere dalla neve (Robin Edizioni)

          
  1. #31
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    "Quella notte, però, le era arrivato un sogno, finalmente luminoso, dopo tanti giorni bui.
    Sto parlando con Mara: forse le sto dicendo quello che le ho scritto nelle ultime lettere e quello che le ho detto poi a voce. Alla sua sinistra c’è una donna bruna, che ha anche lei le sembianze di Mara. Allora guardo bene e mi accorgo che la ragazza con cui sto parlando non assomiglia a Mara: ha i capelli chiari e gli occhi chiari, del colore dei miei. Realizzo solo ora che sono io! Sono io, giovane e bella, di poco più di vent’anni, tutta intenta ad ascoltare. Il contatto tra noi è intensissimo e io mi perdo nei grandi occhi limpidi di questa giovanissima me."

  2. #32
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    "La zona che circonda il rifugio ha due anime: una è sicuramente nordica, lunare nei colori e glaciale nei suoni. L'altra, quella protesa verso la città di Kiruna ha il fascino e il carattere solare dei paesaggi africani.
    Io prendo il sentiero che s'inerpica in salita tra l'erba e i sassi, rincorrendo la vetta. Il Kebnekaise mi accoglie come un vecchio signore dell'inverno che, smarrito il senso del tempo e dell'estate ormai dischiusa su tutti i prati della regione, continua un letargo fatto di neve e di piogge nebbiose.
    Dopo le prime ore di cammino, scorgo la cima della montagna. Sembra una cupola bianca, impalpabile e lontana come lontane dovevano essere sembrate le prime montagne ai primi uomini. Poi, in un attimo, scompare in silenzio sotto il peso di nuvole basse. Il mio peregrinare continua lento attorno alle sue pendici, nella speranza che il vento del Nord mi regali il bel tempo."

  3. #33
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    "Forse sono gli ultimi anni della vita di Diana, con le sue illusioni e delusioni d'amore. Forse è la sua anima, rimasta, da qualche parte, inspiegabilmente fanciulla e incapace di calarsi nella feroce banalità delle relazioni umane. Forse è questa folle e straziante ricerca della dimensione poetica della vita e dell'amore, che non si placa mai e non trova mai casa."

  4. #34
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    "Attraverso la radura e cammino fino alla riva del lago. Tolgo il coperchio dell'urna ed estraggo il sacchettino di plastica che c'è all'interno. Lo apro e, tenendolo ben saldo per un angolo, lancio con forza le ceneri verso il cielo. Una folata di vento le disperde."

  5. #35
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    Questa è un'intervista che è comparsa sul sito www.recensionelibro.it

    1. Dovendo riassumere in poche righe il senso del libro Yuki, cosa diresti?

    Yuki narra l’esperienza di una rinascita psicologica ed emotiva che segue al dolore di una doppia perdita: un lutto e una separazione sentimentale. Tre saranno gli strumenti “terapeutici” per la protagonista del libro: la permanenza in solitudine in una landa remota e selvaggia (la Lapponia svedese), la scrittura di un romanzo e, soprattutto l’amicizia con una lince delle nevi, che diventerà, per lei, una sorta di animale-guida, un “daimon”, uno specchio per l’anima.

    2. Da dove nasce l’ispirazione per questo romanzo in cui la protagonista ha bisogno di lasciarsi alle spalle tutto e partire per ritrovare se stessa?

    Oltre ai miei vissuti personali, mi confronto quotidianamente, in quanto psicoanalista, con l’esperienza della perdita. Di fronte a un lutto o a una separazione, ci sentiamo perduti, annullati, incapaci di procedere nel nostro cammino esistenziale. Ho scritto un libro su questo tema perché credo che la fine di un amore sia un vero e proprio tabù culturale: la scongiuriamo in tutti i modi e abbiamo grande difficoltà ad accettarla, mentre io credo che ogni fine comporti un inizio e contenga sempre in sé un importante germe di rinnovamento.

    3. Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?

    Con Yuki ho cercato di trasmettere l’importanza di due cose: la prima è la vita interiore, intesa come introspezione (anche introversione, quando necessario) e come considerazione della propria vita onirica e dei propri sogni; la seconda è il contatto con la Natura e la sua sacralità, con la magia, sempre più rara, dell’incontro, profondamente psichico, tra l’Uomo razionale e la parte più autentica di sé: l’animale selvatico.

    4. C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando l’hai letto dopo la pubblicazione?

    No, sono soddisfatta così.

    5. Se Flaminia Nucci dovesse utilizzare tre aggettivi per definire Yuki, quali userebbe?

    Poetico, profondo e toccante.

    6. Perché credi si debba leggere il tuo libro?

    Perché credo collochi il senso della vita su un piano che, tutti noi, presi dal trambusto della vita quotidiana, non siamo più abituati a frequentare.

    7. Hai nuovi progetti? Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?

    Ho appena completato un romanzo in cui otto personaggi, quattro donne e quattro uomini di età e paesi diversi, ognuno con esperienze di vita e di lavoro differenti, hanno senza saperlo qualcosa in comune: uno stato d’animo di sofferenza e di crisi esistenziale. A legarli nel profondo sarà una serie di eventi in apparenza casuali e poco sgnificativi ma capaci, misteriosamente, di innescare una catena di esperienze psichiche straordinarie e sogni potentemente trasformativi, in grado di cambiare per sempre le loro vite.

    8. Qual è il romanzo che hai letto e ti ha più colpito emotivamente in quest’ultimo anno?

    La fine del mondo e il paese delle meraviglie di Murakami.

    9. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?

    Non credo ci siano libri inconsigliabili in assoluto, credo però sia importante sentirsi in qualche modo in sintonia con l’autore e con il suo “messaggio”.

    10. Adesso è arrivato il momento per porti da sola una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…

    Mi è stato chiesto quando e come mai ho iniziato a scrivere (Yuki è il quinto libro), ma non perché ho continuato e continuo a farlo. Come direbbe James Hillman, scrivo per “fare anima”, per connettere la mia anima a quella degli altri, a quella dei lettori. Perché ogni libro contiene l’anima di chi lo ha scritto e di chi lo ha letto e per questo può trasformarsi in un grande sogno collettivo.

  6. #36
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    Ho presentato Yuki a Radio Popolare con Marco Pesatori, nella sua trasmissione Minima Astrologica di giovedì 03/05/'18. Per chi volesse ascoltarla, c'è il podcast al seguente indirizzo:
    http://www.radiopopolare.it/podcast/...ca-di-gio-0305

  7. #37
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    Una recensione di Yuki:
    Un romanzo che inizia con un addio, non voluto ma necessario. Una donna con il cuore affranto, disperata, che decide di ritrovare se stessa in un luogo lontano dove anni prima era stata felice.
    Questo è l'inizio di Yuki, un libro intenso che ci parla di dolore e di rinascita, ma anche di equilibrio e di unione con la natura.
    Da subito l'immagine di copertina ci trasporta nel silenzio e nella purezza della Svezia, nei luoghi incontaminati al confine con la Norvegia, teatro splendido dove il romanzo è ambientato.
    Poi la scrittura di Flaminia Nucci accarezza il lettore con la sua eleganza, la capacità descrittiva e quel tocco raffinato di emozioni che regala una lettura empatica.
    La trama è semplice, ma efficace. Ci parla delle difficoltà della protagonista che, man mano che i giorni passano, si appianano grazie alla comunione con la landa selvaggia che la ospita. Un posto freddo e letale che al contempo si dimostra accogliente e benevolo. Una routine fatta di gesti semplici, ma significativi, la porterà ad una nuova serenità.
    Mentre leggiamo con interesse le esperienze del personaggio principale, ci immergiamo nel libro che sta scrivendo, scivolando nella doppia esperienza della storia dentro la storia, accompagnate entrambe dalle note delle canzoni che l'autrice mette in sottofondo, proprio perché particolarmente adatte ad accompagnare i momenti descritti.
    Quando poi compare lei, Yuki, una lince delle nevi, arriviamo al culmine della narrazione insieme all'esperienza più significativa per la protagonista. Un'identificazione con un animale così fiero e libero che coincide con una divergenza di esseri, la donna e la belva. Spiriti affini, ma diversi, un esempio di forza e indipendenza per l'essere umano, senza perdere il lato più dolce e sensibile.
    Pochi ma significativi i personaggi di questa storia che si regge in piedi con maestria, per meglio rappresentare il bisogno di ritrovare se stessi in solitudine senza mai sentirsi soli.
    Alla fine, tra un dolce e commovente saluto tra la donna e la lince, le due storie che compongono questo romanzo si uniscono in un unico, nostalgico e felice epilogo.
    Yuki, semplicemente intenso e profondo. Ve lo consiglio!
    (Tatiana Vanini)

  8. #38
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    Ciao a tutti! C'è qualcuno che ha qualche curiosità da togliersi o domanda a fare su Yuki o sulla mia professione di psicoanalista? Io sono qua...
    Vi aspetto! A presto.
    Flaminia

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