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Discussione: Nucci, Flaminia - Yuki. Rinascere dalla neve (Robin Edizioni)

          
  1. #1
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    Nucci, Flaminia - Yuki. Rinascere dalla neve (Robin Edizioni)

    "È buio, qui nessuno mi vede. Nessuno sa dove sono, sono al sicuro. Mi raggomitolo. Non sto impazzendo, mi dico. Sono solo disperata. Tutto qui": così la protagonista, lacerata da una crisi personale, va a cercare pace e risposte tra le nevi lapponi. Pochi i riti quotidiani per curare le sue ferite: cibo, kung fu, e la scrittura di un romanzo; così la vita inquieta di Diana, il suo personaggio, andrà a intrecciarsi sempre più strettamente alla sua. Ma sarà soprattutto grazie a un'insolita maestra che uscirà, più temprata e più pura, dal fuoco del dolore: Yuki, la lince bianca.

    Sono psicoanalista ad orientamento junghiano. Ho pubblicato alcuni saggi e ora sono passata alla narrativa. Yuki è il mio ultimo libro. Mi piacerebbe scambiare opinioni con i lettori o rispondere alle domande di chi volesse conoscere il contenuto. Vi attendo!

  2. #2
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    Scusate, qualcuno sa dirmi come correggere il titolo della discussione? C'è una Z di troppo...

  3. #3
    Moderator L'avatar di kaipirissima
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    ciao Flaminia, se non riesci andando in modalità avanzata quando modifichi, credo possano solo i moderatori. ciao benvenuta.

  4. #4
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    Grazie! Sei molto gentile. Maledetta tastiera Ho scritto ai moderatori... A presto!

  5. #5
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    "Scendo giù dalle scale a passo svelto, con la morte nel cuore.
    Mi sento come se fossi fatta di lana. Lana grigia, mollemente drappeggiata su ossa dolenti.
    Passo due giorni in totale silenzio, rintronata come un pugile che accusa un colpo inaspettato. Non so se essere triste o incazzata nera. Non credevo sarebbe finita così, fino a pochi mesi fa eravamo così felici...
    Quando sei distrutta, scappi. Ma non sempre scappi da qualcosa: a volte, inesorabilmente, scappi verso qualcosa. Non ho voglia di spiegare niente a nessuno, ho voglia solo di andarmene lontano".

  6. #6
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    "Non si arriva per caso ad Ammarnäs, un pugno di case nel cuore della Lapponia svedese, a quasi mille chilometri a Nord di Stoccolma. Ci si va solo se si è irresistibilmente attratti dal desiderio di ascoltare le mille voci della terra, il canto dei ruscelli, il fruscio delle foglie e i silenzi della neve nelle notti d’inverno".

  7. #7
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    "Per lo sciamanesimo, il Nord ha a che fare con la saggezza, la creatività, la guarigione, la trasformazione, l'iniziazione, il sogno, la rigenerazione della notte, la morte che diventa vita, ciò che è in potenza prima della creazione.
    Per questo voglio tornare a Nord. Per questo scrivo a Bo: vorrei che s'informasse sulla possibilità di affittare il cottage di Armas per un po' di mesi, diciamo fino all'autunno prossimo. Devo solo avere pazienza qualche giorno. Bo non si farà attendere a lungo, ne sono certa".

  8. #8
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    "Su due piani e interamente in legno, la casa è arredata in stile lappone: le coperte e le tovaglie sono fatte a mano, e a terra, al posto dei tappeti, ci sono delle pelli di renna. Armas mi racconta con orgoglio che suo nonno aveva avuto l'onore di ospitare, in quel cottage, il re e la regina di Svezia.
    Mi illustra il funzionamento della stufa a legna (che aveva già acceso in previsione del mio arrivo), della cucina, dello scaldabagno e della sauna e poi si accommiata, ricordandomi che Annikki sarebbe venuta a prendermi la mattina seguente alle nove.
    La casa è calda e odora di buono, ma io sono praticamente catatonica e non ho la forza di disfare le valigie. In preda a un parossismo di amarezza, m'infilo subito nel letto. E' buio, qui nessuno mi vede. Nessuno sa dove sono, sono al sicuro. Mi raggomitolo. Non sto impazzendo, mi dico. Sono solo disperata. Tutto qui."

  9. #9
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    "In casa le luci sono spente e fuori è ancora notte, ma grazie alla luna, alle stelle e al candore della neve, non è mai davvero buio. Scosto una tenda: persino in questa luce scura e liquida, la valle emana un pallido fulgore.
    Mi sovviene un sogno: credo di aver sognato la mia gatta, malata e sofferente com'era negli ultimi giorni. Sento una stretta al cuore e un brivido lungo la schiena."

  10. #10
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    "Nel frattempo albeggia e, finita la spesa, mi avvicino alla riva del lago per guardarmi intorno. Il paesaggio non è cambiato. Tutto ciò che non è orlato d'argento e miniato in nerofumo è bianco o verde boschivo. Quei puntolini mobili sono pernici artiche e zigoli delle nevi che sorvolano il lago. Ogni cosa è appesantita dalla neve."

  11. #11
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    "Dopo aver sistemato il cibo in frigorifero e nella dispensa, esco a fare due passi. Fa freddo, così freddo che il fiato resta ogni volta sospeso nell'aria come una porzione di nebbia di montagna. L'azzurro del cielo ne risuona. Camminando, i miei piedi spaccano il ghiaccio. Gli scricchiolii e le note lancinanti del cristallo che si incrina suonano alle mie orecchie come versi di un animale ferito. Sotto il sole intenso, il paesaggio è a chiazze verdi, azzurre e bianche, in un insieme multicolore che di qui volge all'alba e di là al crepuscolo. Le giornate a gennaio durano cinque ore scarse."

  12. #12
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    "Dapprima risalgo il pendio per godermi la vista dall'alto, ma questo filare degli alberi non è pensato per il cammino degli uomini. Ci sono salici nani, pini silvestri vecchissimi, abeti rossi tempestati di licheni, betulle cadute, infidi grovigli di rovi, pareti di orchidee selvatiche, fiori bianchi di camedrio e funghi dalle forme bizzarre. L'aria sa di humus e di decomposizione. Ogni mio passo spezza qualche ramo ed io, nonostante la fatica, mi sento in sintonia con il luogo. Penso a quello che scriveva John Muir: "La natura, con i suoi boschi verdi e tranquilli, allevia e guarisce ogni afflizione. Non esiste dolore in terra che la terra non possa guarire".
    Ridiscendo per la stessa via e raggiungo la riva del lago. Con animo prudente, muovo i primi passi sugli strati d'acqua ghiacciata. Cammino in direzione del centro del lago e mi guardo intorno girando su me stessa: questa distesa di ghiaccio abbagliante fa pensare alle origini del mondo."

  13. #13
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    Torno a casa. E' arrivato il momento di mettersi a scrivere.*
    L'editore vuole un romanzo biografico, una storia di amori tormentati, visti da una prospettiva femminile.*

    I primi ricordi di Diana risalivano a quando aveva un paio d'anni: la prima immagine, indistinta eppur vivissima, era quella del sorriso di sua madre e soprattutto del suo corpo morbido, profumato e accogliente. Diana avrebbe passato buona parte della vita a cercare, nei suoi amori adulti, quell'estasi di amorosi sensi e quella profonda comunione d'anime che l'avevano legata, da bambina, alla madre.
    L'avrebbe ritrovata raramente e solo per pochi attimi, tanto struggenti quanto fugaci.

    No, quest'ultima considerazione non va bene, svela già troppo. Togliamola.

  14. #14
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    "C'è un cielo complicato di nubi irregolari, da fronte gelido, e un vento contrario che sparpaglia i tordi come pula, mentre cammino sul lago ghiacciato. Nuvole di pernici rimbalzano, metà uccelli e metà note musicali, lungo le bianche betulle adiacenti alla riva.
    Oggi è troppo gelido. Rientro.
    Metto su della musica. Fiorella Mannoia: Fragile.
    La nostalgia mi assale. Rileggo la prima poesia che hai scritto per me."

  15. #15
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    "Il giorno della seduta era arrivato. L'aveva accolta, nel suo studio, una donna di una quarantina d'anni, dallo sguardo dolce e attento. L'aveva fatta parlare per un po' e poi, a bruciapelo, le aveva chiesto:
    "Perché l'ha sposato?".
    Poteva sembrare una domanda banale, ma in realtà aveva colto talmente nel segno, che Diana non aveva saputo rispondere. Le era venuta perfino la tentazione di guardarsi intorno, come per capire se quella domanda fosse stata rivolta a lei o a qualcun altro. Era davvero così importante il suo punto di vista? Questa domanda l'aveva folgorata. Era quello il punto: lei non c'era, non c'era mai stata. Aveva solo incarnato le aspettative degli altri, di tutti gli altri e non solo di Paolo.
    "In realtà io non mi volevo sposare, ma non ho avuto la forza di dirlo".
    Era uscita da quella prima seduta con le ali ai piedi. Aveva detto per la prima volta la parola Io."

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