Nella motivazione per il conferimento del premio Nobel a John Steinbeck il comitato svedese scrisse: “per le sue scritture realistiche ed immaginative, unendo l'umore sensibile e la percezione sociale acuta” e non ci sono parole migliori per descrivere "La valle dell'Eden".
Il romanzo è ispirato dal racconto biblico di Caino e Abele ma sviluppato in modo originale e complesso in quanto sono due le coppie di fratelli coinvolte.
Charles e Adam e i figli (presunti) di Adam, Caleb e Aron che in realtà sono figli di Charles. Già i nomi ci fanno capire che siamo immersi nelle suggestioni bibliche ma alcuni passi del libro sono davvero illuminanti:
"Se Aron avesse trovato un formicaio in una piccola radura, si sarebbe disteso sulla pancia a contemplare lae complicazioni della vita delle formiche: avrebbe visto alcune di loro portare il cibo al formicaio e altre con le loro uova bianche. Avrebbe visto come due membri della comunità incontrandosi univano le antenne e chiacchieravano. Per ore e ora sarebbe rimasto disteso assorbito dall'economia di quel mondo.
Cal invece, se fosse capitato davanti a quello stesso formicaio l'avrebbe mandato per aria a calci e sarebbe rimasto a guardare come se la sarebbero cavata le formiche impazzite.
Aron era contento di far parte del suo mondo, ma Cal doveva cambiarlo."

Come Aron, Steinbeck, conscio della teoria letteraria di Verga, come un entomologo scruta e analizza i comportamenti e " le celebrazioni dell'anima umana" come dice un personaggio.
Ricco di figure principali e comprimari "La valle dell'Eden" ha alcuni protagonisti difficilmente dimenticabili come il cinese Li e Samuel Hamilton, parente del narratore, poveri di denari ma ricchi di umanità e di saggezza.
Trai i due uomini nasce una profonda amicizia e potrei dire che forse sono le colonne portanti del libro, che in superficie è uno scontro tra bene e male inconsapevole ma in profondità ci sono temi molto interessanti come il dialogo tra il cinese e il contadino sulle interpretazioni di un brano della Genesi che aprono nuovi spiragli e danno grandi speranze al genere umano. (pag 233 e seguenti)

Se la difficoltà principale degli scrittori è creare un universo narrativo pienamente coerente Steinbeck ci riesce alla perfezione e si conferma uno dei migliori scrittori del Novecento