Annabel Lee (1849)

Molti e molti anni or sono,
in un regno vicino al mare,
viveva una fanciulla che potete chiamare
col nome di Annabel Lee;
aveva quella fanciulla un solo pensiero:
amare ed essere amata da me.
Io fanciullo, e lei fanciulla,
in quel regno vicino al mare:
ma ci amavamo d’amore ch’era altro che amore,
io e la mia Annabel Lee;
di tanto amore i serafini alati del cielo
invidiavano lei e me.
E proprio per questo, molto molto tempo fa,
in quel regno vicino al mare,
uscì un gran vento da una nuvola e raggelò
la mia bella Annabel Lee;
e così giunsero i nobili suoi genitori
e la portarono lontano da me,
per chiuderla dentro una tomba
in quel regno vicino al mare.
Gli angeli, molto meno felici di noi, in cielo,
invidiavano lei e me:
e fu proprio per questo (come sanno tutti
in quel regno vicino al mare),
che, di notte, un gran vento uscì dalle nubi,
raggelò e uccise la mia Annabel Lee.
Ma il nostro amore era molto, molto più saldo
dell’amore dei più vecchi di noi
(e di molti di noi assai più saggi):
né gli angeli, in cielo, lassù,
né i demoni, là sotto, in fondo al mare
mai potranno separare la mia anima
dall’anima di Annabel Lee.
Mai, infatti, la luna risplende ch’io non sogni
la bella Annabel Lee:
né mai sorgono le stelle ch’io non veda
splendere gli occhi della bella Annabel Lee,
e così, per tutta la notte, giaccio a fianco
del mio amore: il mio amore, la mia vita,
la mia sposa, nella sua tomba, là vicino al mare,
nel suo sepolcro, sulla sponda del mare.

Edgar Allan Poe