non metto a fuoco


se non all’alba
nel crepitio del lino ereditato
nel lino fragrante, bruciante


avrei dovuto incendiare la casa
e nella pira
le bottigliette di vetro e argento
che sulla toletta della nonna
frangevano la luce meridiana


all’alba m’inalbera un rancore
vado minando la mia terra invasa
vendicando il sopruso


fare tabula rasa
assoldare dei bravi
farla infine pagare


è l’ora, m’alzo – il buon senso gracchia
il suo comando di non guardare indietro
non mettere a fuoco
piuttosto tirare lo sciacquone
assicurarsi del gorgo
accontentarsi dell’acqua

Stefania Portaccio

Da La mattina dopo, Passigli, 2011