Roma, ottobre 1867. In cittā e nei dintorni molti patrioti attendono colmi di speranza, pronti all’insurrezione. Tra loro, una giovane donna di Trastevere, Giuditta Tavani Arquati, un ragazzo venuto dal Nord e sbarcato sulle sponde del Tevere e un garibaldino in marcia per liberare la cittā del Papa Re, restituendola all’Italia. Tutto intorno, dietro la fervente vita quotidiana di Trastevere, di Borgo e del Ghetto, il potere e gli scandali della corte di Pio IX; la spericolata e tragica spedizione notturna dei fratelli Cairoli; l’ingresso nello Stato Pontificio e le battaglie di ottomila giovani volontari guidati da Garibaldi; l’attentato terroristico degli anarchici Monti e Tognetti; il caos e gli intrighi nel governo del Regno d’Italia insediatosi a Firenze. Le loro piccole storie, prima separate poi intrecciate in quei giorni convulsi, sono destinate a scrivere una pagina bella e dolorosa della Storia.

dal web


Di Claudio Fracassi mi era piaciuto molto questo...

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L'autore ritorna nell’ottocento garibaldino e ci racconta, in base a una rigorosa documentazione storico/archivistica,quella che potremmo definire una specie di Fort Alamo dell’epoca. Giuditta Tavani Arquati “bella ,alta,aitante nella persona,sguardo scintillante”…(cosi la descrivono nei loro rapporti gli spioni papali), mori’ combattendo, pistola in pugno,uccisa a colpi di baionetta dagli zuavi pontifici venerdi 25 ottobre 1867 mentre tentava l’ultima disperata resistenza dopo il fallimento della sortita dei fratelli Cairoli. Asserragliata in quel “covo” di ribelli che era il lanificio Ajani in via della Lungaretta 97 a Trastevere e traditi da una delazione, Giuditta e gli altri resisterono a lungo fino all’ultimo sanguinoso corpo a corpo finale. Fu uccisa incinta, insieme al marito e al figlio undicenne Antonio. Una bella pagina della nostra storia un po’ dimenticata…invece e’ doveroso ricordare Giuditta e gli altri “ribelli” che volevano Roma libera dal Papa re che l’allora ministro inglese Georgie Clarendon cosi descriveva :
.“Una citta’ desolata…non vi e’luogo piu’ arretrato, piu’ indietro nelle scoperte scientifiche, piu’ negato per tutto cio’ che attiene all’attivita’ moderna.”
Apprezzabile anche la ricostruzione oltre che delle battaglie anche dei i luoghi …dalle botteghe alle osterie alle carceri .Stile leggero ma incisivo.
Nelle vicinanze di quella strada c’č un busto e una targa che ricorda Giuditta e gli altri patrioti…una donna dall’animus pugnandi pronta a morire per fare l’Italia…anche se l’Italia che sognava sicuramente non era questa.