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Discussione: Roberto Costantini - Trilogia del Commissario Balistreri

          
  1. #46
    Senior Member L'avatar di Sabrina71
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    per cui se non dovesse piacerti poi tanto puoi sempre abbandonare la saga senza il patema di sapere "come va a finire"
    Questa è una buona notizia!

  2. #47
    Master Member L'avatar di Rosy
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    Cavolo...mio marito è quasi a metà, mi guarda perplesso e mi dice che non ha ancora deciso se gli piace o no. Vedremo. ciao
    Rosy
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

  3. #48
    Member L'avatar di Marmy
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    Come prevedeva Rosy, che mi conosce bene, anche a me é piaciuto molto e l'ho letto in un soffio.
    Ovviamente un personaggio cosí non poteva non intrigare!
    Sono d'accordo con il fatto che forse ci sia "troppa carne al fuoco", specie nel finale, e concordo con lo spoiler di Murialdo. E' comunque un giallo da cui non ti puoi staccare, con trama avvincente e personaggi ben costruiti. Peró non é solo questo: in fondo é un bel affresco dell'Italia dei "miei" anni, dai '70 a ieri. Una volta era tutto sopra le righe (la politica e anche il protagonista), poi tutto si é stemperato nelle poltrone comode, nella lotta per detenere il potere, nella disillusione di alcuni e nel razzismo.

    Quello che non capisco di alcuni post é il confrontare questo libro con Larsson. Non so se é perché Larsson l'ho letto molto tempo fa, ma non ci ho proprio pensato un attimo mentre leggevo questo. Anzi, continuavo a pensare che questo é proprio un libro "italiano".
    E' solo per il fatto che sará una trilogia? Vista la sorte che é toccata a Larsson, al posto di Costantini farei qualche scongiuro...

  4. #49
    Master Member L'avatar di daniela
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    L'ho finito!
    Ciò che mi ha colpito di più è leggere un giallo ambientato nella Roma politica e vaticana del recente passato e dei giorni nostri: è attualissimo, sembra di ascoltare il Tg!
    Il commissario Balistreri è molto interessante, quasi cinematografico, ma l'accenno a un qualcosa di tragico avvenuto in Africa rimane solo un accenno, sono rimasta con la domanda: che cosa gli è capitato là? (o mi sono persa qualcosa? )
    Concordo con chi ha detto che c'è un po' troppa carne al fuoco, credo sia il limite di questo libro, ha voluto metterci dentro di tutto.
    Il pregio è che racconta e descrive Roma e l'Italia dei nostri giorni in modo eccellente.
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  5. #50
    Administrator L'avatar di Mauro
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    Quote Originariamente inviato da daniela Visualizza il messaggio
    L'ho finito!
    Ciò che mi ha colpito di più è leggere un giallo ambientato nella Roma politica e vaticana del recente passato e dei giorni nostri: è attualissimo, sembra di ascoltare il Tg!
    Il commissario Balistreri è molto interessante, quasi cinematografico, ma l'accenno a un qualcosa di tragico avvenuto in Africa rimane solo un accenno, sono rimasta con la domanda: che cosa gli è capitato là? (o mi sono persa qualcosa? )
    Concordo con chi ha detto che c'è un po' troppa carne al fuoco, credo sia il limite di questo libro, ha voluto metterci dentro di tutto.
    Il pregio è che racconta e descrive Roma e l'Italia dei nostri giorni in modo eccellente.
    Direi che è meglio del TG perché in TV certe notizie non le sentiresti mai.
    Per quanto riguarda il passato africano e spionistico di Balistreri non ti sei persa nulla, ma penso che sia materiale su cui si svilupperà il seguito della trilogia.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

  6. #51
    Sydbar L'avatar di sydbar
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    Alle radici del male

    Dopo una lunga ed estenuante attesa eccolo il secondo capitolo della trilogia di Costantini, in realtà trattasi di un prequel che spiega, in modo più approfondito, quella che è la storia di un giovane Michele Balistrieri (protagonista) ma andiamo con grado.
    L'opera può essere suddivisa in due epoche storiche, gli anni '60 con ambientazione in Libia e gli anni '80 in Italia.
    La parte cosiddetta libica racconta di un giovane, irrequieto, ricco, sfrontato, violento ma assolutamente fedele al valore dell'amicizia, Michele Balistreri...figlio dell'italiano più conosciuto della Libia di quegli anni, anni in cui gli italiani lì residenti sono tutti o quasi ex coloni fascisti, che hanno contribuito allo sviluppo di una economia libica e sotto alcuni versi, anche alla caduta della monarchia, fedele alleata di americani e inglesi, per favorire l'ascesa della repubblica guidata da un giovane Gheddafi...voi direte, quindi?
    Quindi in questo complicato periodo storico, sono ambientati 4 macabre misteriose morti ed allo stesso tempo l'ascesa di un gruppo di quattro ragazzi che fonderanno una società dagli affari poco leciti il cui capo sarà Mike Balistreri, legato da un patto di sabbia e sangue con gli altri componenti, personaggi tutti tratteggiati davvero fin nel profondo, sono delle perle ognuna con i suoi pregi e difetti...ma tutto è avvolto e travolto dalla tempesta di sabbia generata dal ghibli.
    Nella seconda parte, quella italiana, Michele Balistreri assume lo status di commissario di poliza e si ritroverà invischiato in altri casi di omicidio.
    In questa seconda parte mi sembrava di rivivere, seppur in epoche differenti, alcune scene e sensazioni di un capolavoro cinematografico, C'era una volta in America di Sergio Leone, trasmettendomi delle emozioni tristi e malinconiche che si lasceranno trasportare da un ritmo vertiginoso fino alla fine.
    Ecco, la fine.
    Il finale e le ricostruzioni sono un po' affrettati ed effettivamente anche in questo libro alcuni passaggi, come nel capitolo precedente della trilogia, si reggono su di un'architettura davvero poco antisismica ma che comunque trova giustificazione.
    L'autore ci prende in giro, ci tradisce, ci regala conferme e poi ritratta, un po' per tutta l'opera ma per il lettore non è poi difficile capire...chi, cosa e perchè.
    In mezzo ad ascese di dittatori e politici italiani del dopoguerra , servizi segreti, P2, mafia, Vaticano, sesso droga e spettacolo ma anche al valore dell'amicizia, di cui ogni pagina dell'opera è pervasa, Roberto Costantini ci propone un libro consigliatissimo, soprattutto per l'economia della trilogia ma che rapisce il lettore attraverso uno stile di scrittura che non lascia compromessi ed induce subliminalmente a leggere queste pagine con avidità ed ingordigia del lettore.
    Buona lettura a tutti.
    Syd
    Vanità, decisamente il mio peccato preferito...

  7. #52
    Administrator L'avatar di Mauro
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    Mi è arrivato giusto oggi da IBS e appena finisco il Connelly che ho in mano mi ci butto a capofitto.
    Non è vero che ti fermi quando invecchi, ma invecchi quando ti fermi.

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