Eugenia e’ un’adolescente romana catapultata con la sua famiglia hippie che vuole fare cinema e che “ non fa mai le cose come si deve"
in una delle zone più ruvide di Los Angeles, agli inizi degli anni '90, Gli strani personaggi che la attorniano sono oggetto per lei, di uno stupore totale. È attraverso i suoi occhi, vere e proprie carte assorbenti, che vediamo accumularsi l'amore e il sesso, la droga e gli eccessi, le amicizie travolgenti e delicate, l'affiorare di una coscienza politica che si fa più avvertita. Una Los Angeles dispersa e fluttuante nel suo disordine di strade, di persone, di fragilità sociale e politica, di natura selvaggia intorno alla città...

dal web

Chiara Barzini ha un cognome illustre (il nonno Luigi era un giornalista e la zia Benedetta una modella). Anche lei si è trasferita con la famiglia a Los Angeles da adolescente, quindi la trama ricorda quella che e’ stata un po’ la sua esperienza. Dico subito che questo romanzo mi e’ piaciuto fin dalle prime pagine. Mi ha fatto simpatia questa famiglia un po’ squinternata,genitori hippie in testa, che va negli States un po’ come l’armata Brancaleone, tentando di sfondare nel mondo del cinema. Al seguito fratellino , nonna nudista e naturalmente lei , Eugenia, voce narrante della storia, solitaria,scontrosa,con un modo tutto suo di vivere le situazioni e alle prese con una integrazione non subito riuscita. Oltre gli eccessi di cui sopra non mancano visite con rituale-omaggio a un cimitero di nativi americani nel South, rave nel deserto californiano e incontri con gang di bulli….d’altronde siamo ai tempi dei Nirvana del grunge e di Mtv.
L’autrice ha scritto un romanzo di formazione a volte crudo, ( penso all’intermezzo della protagonista alle isole Eolie dove Eugenia e il fratello vengono mandati a trascorrere l'estate con gli zii) imperfetto ,ma che lascia il segno. Ho trovato la scrittura efficace, diretta, con un ritratto dell’America fuori dagli stereotipi. Il terremoto a cui fa riferimento il titolo è duplice: quello che mette in ginocchio Los Angeles nel 1994, e quello emotivo che colpisce la protagonista e che forse la portera’ a capire ciò che realmente vuole.


"Ci fu un silenzio e poi un alito caldo e costante contro la schiena, un vento forte e secco che soffiava dal deserto spingendomi verso la città e il suo oceano. Mi toccava, muovendosi in tante direzioni contemporaneamente, sfiorandomi le tempie. Avevo già sentito quella brezza, avevo visto quella luce e sapevo cos'era: il luminoso invisibile. Questa volta feci come aveva detto Max. Non cercai di afferrarlo, non mi concentrai né provai a capirlo. Lo lasciai splendere."