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Discussione: L'angolo del progressive

          
  1. #16
    Master Member L'avatar di Enribello
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    Fosca scrive

    comunque sai come chiamammo il nostro ?
    "Circolo culturale AreaAzione"

    eh ti piace ?

    A me...me piace! Fico davvero!


    Chomsky

    Enribello, purtroppo per motivi geografici, vista la mia insularità non ho avuto le tue esperienze di concerti ma ho seguito con passione, da lontano l'avventura del progressive italiano
    Per certi versi sono stato aiutato dal vivere a Roma sicuramente...sono contento di vedere estimatori del genere, quando ho aperto il topic pensavo di scriverci solo io.
    Per quanto riguarda il Banco piccolo aneddoto in altro topic.

    ----------------------------------------------------------------------------------
    Continuiamo con gli italiani...uno dei gruppi piu' amati e conosciuti anche all'estero..LE ORME.
    Formazione a tre e nello stile degli E.L.& P., con le tastiere predominanti, hanno sempre vantato un repertorio ricco di riferimenti simbolici al variegato mondo femminile affrontando anche tematiche scottanti all'epoca considerate tabu'.
    Miglior disco...credo "Uomo di pezza" ( memorabile copertina apribile in stile fantasy)ma anche "Felona e Sorona". (Entrambi dischi d'oro)
    Il video sotto si riferisce alla partecipazione al Prog Exhibition di Roma nel novembre 2010...manca il mitico Michi dei Rossi alla batteria...in compenso come ospite d'onore per questo mix di brani mister David Cross (King Crimson) al violino.

    >

    Io li odio i nazisti dell'Illinois...

  2. #17
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    Quote Originariamente inviato da Enribello Visualizza il messaggio
    A me...me piace! Fico davvero!

    Continuiamo con gli italiani...uno dei gruppi piu' amati e conosciuti anche all'estero..LE ORME.

    Enribello, scusa nel nome c'era una "a" di troppo
    il circolo era "AreAzione"...

    poi continuano le coincidenze....nel video delle Orme che hai messo c'è un chitarrista che è diventato un guru del blues in particolare fa Jimi Hendrix benissimo, ma io lo adoro anche per le sue di canzoni...quando posso vado sempre a vederlo e quest'anno siamo stati fortunati e il 9 settembre si è esibito gratis qui a Bologna..e siccome è una persona eccezionale ha suonato per oltre un'ora sotto la pioggia battente.......credo che si sia meritato15 minuti di applausi....
    sto parlando di Tolo Marton...uno dei miei bluesman italiani preferiti.........

  3. #18
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    Gustoso aneddoto il tuo Enribello ma come dare torto al Banco? Lo sapeva anche Bob Dylan, "The times they are a-changin'".
    Basta pensare ad un artista come Alan Sorrenti che nel suo primo album Aria del 1972
    o anche in "Sienteme" del 1976

    è lontanissimo dal Sorrenti di "Tu sei l'unica donna per me" di qualche anno più tardo.

    Per tornare alle Orme, oltre ai lavori da te citati, è da ricordare anche "Collage"
    e il delizioso "Piccola rapsodia del'ape".

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  5. #19
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    Alle sorgenti del progressive si sono abbeverati anche cantanti che ora sono molto distanti da quelle suggestioni ma che negli anni d'oro del rock progressivo facevano parte di quel grande bagaglio musicale e anche sociale. Angelo Branduardi nel 1978 promosse una lunga tournee chiamata "La carovana del Mediterraneo" assieme al "Banco del Mutuo Soccorso" e l'influenza della bamnd guidata da Francesco "Big" Di Giacomo si sente tantissimo




    Un altro artista che nasce nel caldo ambiente del progressive è Franco Battiato che esordisce nel 1971 con l'album "Fetus" pienamente attribuibile alla scena progressive più avanzata

  6. #20
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    La frequentazione di Franco Battiato con la musica progressive è stata lunga e fruttuosa. Anche nel suo quarto album "Clic" del 1974 restano tracce di questa influenza. Questa è "Propiedad Prohibida" che si apre maggiormente alle suggestioni elettroniche di Karlhein Stockhause, geniale compositore tedesco autore anche di uno stravagante "Quartetto per archi ed elicotteri".
    "Propiedad Prohibida" fu per tanti anni sigla di "TG2 dossier"

    In Clic c'erano molte cose simili: sembrano elettroniche e invece non lo sono. Tra l'altro in quel disco c'è anche Propriedad Proibida che è stata rifatta per questo nuovo disco. Come mai?

    "Perché secondo me è un brano che non ha perso niente in attualità, anzi paradossalmente l'ha acquistata".

    E poi è un brano che tutti gli italiani conoscono senza saperlo: infatti è stato la sigla di TG2 Dossier...
    "Questo è vero. Anche all'estero comunque piaceva molto. Io ho fatto da spalla nel 1975 a Stomu Yamashita, che faceva il Buddha Theatre. Nel '75 sono stato chiamato a rappresentare l'Italia alla Roundhouse di Londra per l'European Rock Festival a cui partecipavano i Magma, i Tangerine Dream, gli Ash Ra Tempel, il meglio della scena sperimentale di quel periodo insomma. Ma io avevo deciso che quello che facevo era troppo commerciale e che proprio per quell'importante occasione avrei cambiato rotta: avrei fatto metà concerto con le cose che sapevo che piacevano al pubblico e metà invece sui miei esperimenti 'd'attacco'. Alle prove ho fatto come al solito Propriedad Proibida e alla fine il direttore mi si avvicina e mi dice: 'You are the number one!'. Era proprio stupito e felice. Alla sera arrivarono circa quattromila persone, di cui duemila ubriache. Io facevo tutto da solo, non avevo nessuno che mi accompagnasse. Avevo i capelli lunghi, molto lunghi, una camicia militare, la barba non rasata e come strumenti un giradischi che usavo in maniera 'distruttiva' molto tempo prima dei dj hip hop con lo 'scratch', una radio sulle onde corte e una televisione come 'noise'. Quando ho cominciato a suonare all'inizio nessuno diceva niente perché pensavano che fossi il tecnico dell'artista italiano, che stava tarando gli strumenti. Ma dopo dieci minuti hanno incominciato a gridarmi 'Go home!', mentre altri dicevano 'More!'. Era scoppiato l'inferno! Dopo un po' me ne sono andato e mentre scendevo le scale ho rivisto il direttore che, offeso, ha girato la faccia dall'altra parte bofonchiando qualcosa tipo 'Mi hai tradito!' e non mi ha neanche salutato. Pazienza".
    http://www.repubblica.it/spettacoli/...iato-94997790/




    La carriera di Battiato poi lo portò a percorrere altre strade e sonorità ma nel 2014 pubblica un album "Joe Patti's experimental group" dove rievoca e reinterpreta brani composti all'inizio degli anni '70 come questa "Leoncavallo" presentato per la prima volta al centro sociale di Milano nel 1972.


  7. #21
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    Fosca...
    Tolo Marton e' un virtuoso dello strumento...


    Di Alan Sorrenti avevo “Come un vecchio incensiere all’alba di un villaggio deserto”…dopo questo album diede alla sua carriera una svolta melodica e non l’ho seguito piu’…quasi stessa cosa per Battiato…avevo “Sulle corde di Aries” ( che bella "Aria di rivoluzione") che reputo il suo disco migliore almeno nella prima fase e “Clic”…poi anche lui ha seguito altre strade...e pure io




    Rock’n’roll, blues, musica classica contemporanea, jazz, fusion....tutto in uno stile inconfondibile...quello zappiano.

    FRANK ZAPPA compositore chitarrista cantante produttore...genio non etichettabile .mente libera e critica feroce contro una certa America, non solo quella della guerra in Vietnam o di Nixon ma anche quella del dio-denaro,del falso moralismo...che naturalmente sconto': pochi passaggi in radio, censura dei dischi ecc ecc. Ho avuto la fortuna di assistere a un suo concerto nel 1982...
    Veramente difficile definirlo in poche righe...
    come e' difficile indicare il miglior disco..
    forse "Hot rats" ma anche i primi due album, veramente rivoluzionari per l'epoca (1966/67) "Freak Out! " e "Absolutely Free"
    Purtroppo e' scomparso a 53 anni.




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  8. #22
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    Anche Lucio Battisti ebbe una fase prog, espressa principalmente nell'album "Amore e non amore".
    Da notare la particolare struttura dell'opera con brani isprati al non amore, cantati, alternati a brani dedicati all'amore, strumentali e dai titoli lunghissimi, quasi alla Lina Wertmuller.
    Questa è "Seduto sotto un platano con una margherita in bocca guardando il fiume nero macchiato dalla schiuma bianca dei detersivi".




  9. #23
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    Uno dei gruppi più significati della scena progressive italiana è stato senz'altro "Quella vecchia locanda", molto amata ma che ha regalato ai fan solo due album "Quella vecchia locanda" del 1972 e "Il tempo della gioia" del 1974.
    Di origine romana la band era caratterizzata da una complessa interazione tra diverse linee musicali, con frequenti richiami a sofisticate melodie e suggestioni classiche. Secondo la Bibbia del progressive progarchives.com erano molto simili ai King Crimsom.
    Questo è il loro album d'esordio "Quella vecchia locanda" dalla splendida copertina, vera e propria icona prog, come del resto quella di "Il tempo della gioia":


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  11. #24
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    Nel 1971, anno di gloria per il rock progressivo italiano, viene pubblicato "Dolce acqua" il primo album di una band genovese "Delirium" che per alcuni anni sarà il punto di riferimento per un pubblico che cerca un progressive più fantasy, con suggestioni che rimandavano ai Jethro Tull.

    Tra i fondatori del gruppo c'è anche il giovanissimo Ivano Fossati, che lascia il sodalizio nel 1973 ma che partecipa con i "Delirium" al festival di Sanremo con il celebre "Jesahel", brano che ha definito la poetica del gruppo.


    I Delirium sono ancora attivi ma con una formazione diversa da quella originaria che era formata da Ivano Fossati, Peppino Di Santo, Mimmo Di Martino, Marcello Reale e Ettore Vigo, che è l'unico mucista ancora attivo nella band.

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  13. #25
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    Radius del 1972, è uno degli album più famosi, geniali e fecondi del progressive italiano. E' il primo LP di Alberto Radius grande chitarrista che ha lavorato con i più grandi cantanti italiani da Franco Battiato a Lucio Battisti. E' proprio Battisti il produttore del disco e interviene nell'ideazione anche con il testo di una traccia.


    Basta l'elenco dei musicisti coinvolti in questo progetto per avere un'idea della ricchezza del panorama progressive di quel periodo.
    Demetrio Stratos, Franz Di Cioccio della PFM, il batterista Ellade Bandini scudiero di Francesco Guccini e di tantissimi artisti italiani tra cui Branduardi, Vince Tempera, tastierista e compositore di grande valore che in seguito formerà un gruppo progressive Il volo, proprio con Alberto Radius e Gianni d'all'Aglio, protagonista anche in Radius.





    In seguito Alberto Radius cambià genere avvicinandosi maggiormente al rock come testimonia questa che è una delle sue canzoni più famose Nel ghetto

  14. #26
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    Gli Emerson Lake & Palmer o piu' semplicemente E.L.P....il loro sound era una miscela tra rock e classica. Grande tecnica strumentale. Keith Emerson suonava l'organo Hammond il piano e il sintetizzatore Moog rompendo tutte le regole che volevano il tastierista immobile dietro lo strumento e quasi come un moderno Jerry lee Lewis colpi' il pubblico col suo pirotecnico virtuosismo tecnico.
    Difficile dire quale sia il loro miglio disco..credo che "Welcome back my friends...Ladies and Gentleman, Emerson Lake
    & Palmer" dal vivo, riassuma tutto il loro sound.







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  15. #27
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    Gli EL&P li vidi una ventina d'anni fa a Quartu in un concerto davvero indimenticabile.
    Secondo i dettami del rock progressivo, che impongono i richiami alla musica classica Emerson, Lake & Palmer rivisitarono a loro modo "Quadri da un'esibizione" di Modest Musorgskij:


  16. #28
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    Uno dei componenti del famoso gruppo di rock progressivo inglese gli "Yes" realizzò nel 1973 un album di grande impatto musicale " The Six Wives of Henry VIII"
    Rick Wakeman dedica alle mogli di Enrico VII i sei brani che compongono l'album:

    • 1. Catherine of Aragon (3:45)
    • 2. Anne of Cleves (7:50)
    • 3. Catherine Howard (6:36)
    • 4. Jane Seymour (4:44)
    • 5. Anne Boleyn 'The Day Thou Gavest Lord Hath Ended' (6:31)
    • 6. Catherine Parr (7:00)


  17. #29
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    Visto che Chomsky li ha nominati....il virtuosismo tecnico , l'epica strumentale e l'influenza classica trovano negli Yes, gruppo musicale britannico, un sound tra i più caratteristici ed originali del progressive. Visti due volte dal vivo...
    bellissime le copertine fantasy dei loro album dell'artista Roger Dean.
    Miglior disco, sempre a mio giudizio,forse “Close to the edge” ma credo che il triplo “Yessongs”
    riassuma bene il loro concetto musicale.
    Ancora oggi sono in attivita' ma la formazione “tipo”per me e' formata da Jon Anderson, Steve Howe, Rick Wakeman, Chris Squire e Bill Bruford

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  18. #30
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    Da Jon Anderson a Ian Anderson il passo è breve. Il frontman dei Jethro Tull è l'elemento trainante di questo gruppo storico del rock progressivo inglese dalla carriera quasi infinita.


    Per me i loro album migliori sono Aqualung e Thick as a Brick


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