La frequentazione di Franco Battiato con la musica progressive è stata lunga e fruttuosa. Anche nel suo quarto album "Clic" del 1974 restano tracce di questa influenza. Questa è "Propiedad Prohibida" che si apre maggiormente alle suggestioni elettroniche di Karlhein Stockhause, geniale compositore tedesco autore anche di uno stravagante "Quartetto per archi ed elicotteri".
"Propiedad Prohibida" fu per tanti anni sigla di "TG2 dossier"

In Clic c'erano molte cose simili: sembrano elettroniche e invece non lo sono. Tra l'altro in quel disco c'è anche Propriedad Proibida che è stata rifatta per questo nuovo disco. Come mai?

"Perché secondo me è un brano che non ha perso niente in attualità, anzi paradossalmente l'ha acquistata".

E poi è un brano che tutti gli italiani conoscono senza saperlo: infatti è stato la sigla di TG2 Dossier...
"Questo è vero. Anche all'estero comunque piaceva molto. Io ho fatto da spalla nel 1975 a Stomu Yamashita, che faceva il Buddha Theatre. Nel '75 sono stato chiamato a rappresentare l'Italia alla Roundhouse di Londra per l'European Rock Festival a cui partecipavano i Magma, i Tangerine Dream, gli Ash Ra Tempel, il meglio della scena sperimentale di quel periodo insomma. Ma io avevo deciso che quello che facevo era troppo commerciale e che proprio per quell'importante occasione avrei cambiato rotta: avrei fatto metà concerto con le cose che sapevo che piacevano al pubblico e metà invece sui miei esperimenti 'd'attacco'. Alle prove ho fatto come al solito Propriedad Proibida e alla fine il direttore mi si avvicina e mi dice: 'You are the number one!'. Era proprio stupito e felice. Alla sera arrivarono circa quattromila persone, di cui duemila ubriache. Io facevo tutto da solo, non avevo nessuno che mi accompagnasse. Avevo i capelli lunghi, molto lunghi, una camicia militare, la barba non rasata e come strumenti un giradischi che usavo in maniera 'distruttiva' molto tempo prima dei dj hip hop con lo 'scratch', una radio sulle onde corte e una televisione come 'noise'. Quando ho cominciato a suonare all'inizio nessuno diceva niente perché pensavano che fossi il tecnico dell'artista italiano, che stava tarando gli strumenti. Ma dopo dieci minuti hanno incominciato a gridarmi 'Go home!', mentre altri dicevano 'More!'. Era scoppiato l'inferno! Dopo un po' me ne sono andato e mentre scendevo le scale ho rivisto il direttore che, offeso, ha girato la faccia dall'altra parte bofonchiando qualcosa tipo 'Mi hai tradito!' e non mi ha neanche salutato. Pazienza".
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La carriera di Battiato poi lo portò a percorrere altre strade e sonorità ma nel 2014 pubblica un album "Joe Patti's experimental group" dove rievoca e reinterpreta brani composti all'inizio degli anni '70 come questa "Leoncavallo" presentato per la prima volta al centro sociale di Milano nel 1972.