Atene, 411 a.C. Siamo in campagna, appena fuori dalle porte della città, dove, in due casette adiacenti, abitano due vecchi reduci di guerra, Trasillo e Polemone. Anni prima hanno combattuto insieme nella ingloriosa battaglia di Mantinea, che ha visto gli Ateniesi sbaragliati dagli Spartani, sono sopravvissuti e ora vivono lavorando la terra e senza mai decidersi a trovare un marito per le loro due figlie, Glicera e Charis, che però iniziano a mordere un po' il freno È così che, quando tutti gli uomini si radunano in città per la prima rappresentazione di una commedia di Aristofane, le ragazze violano tutte le regole di una società patriarcale e accettano di entrare in casa dell’affascinante Cimone e dei suoi amici,lontane dagli occhi severi dei padri. Ma mentre in teatro l'ateniese Lisistrata e la spartana Lampitò decretano il primo, incredibile sciopero delle donne contro gli uomini per invocare la fine di tutte le guerre, la notte nella villa di Eubulo prende una piega drammatica…

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Avete presente quando bevete una bibita annacquata? Ecco questo e’ l’effetto che mi ha fatto questo romanzo che aveva attirato la mia attenzione per l’ambientazione (l’antica Grecia ha sempre un suo fascino) e anche per la rappresentazione in prosa di una commedia come “Lisistrata” di Aristofane, studiata ai bei tempi del liceo…La vicenda scorre infatti su due binari paralleli. Barbero storico e medievista per formazione e che qualcuno ricordera’ in trasmissioni come “Superquark”, ricostruisce con estrema precisione la vita del tempo e l’ambiente teatrale. I riferimenti alla contemporaneità sono molteplici. Non mancano infatti riflessioni sulle contraddizioni che inevitabilmente corrodono la democrazia in tempi di crisi, sul ruolo e la condizione femminile nella societa’.Tuttavia non mi ha “preso”…intanto troppo lunghe le descrizioni delle torture e delle violenze sessuali…una cosa che mi ha infastidito. Mi sembra di aver letto da qualche parte che l’autore si e’ ispirato al massacro del Circeo, un episodio di cronaca nera degli anni settanta.
La rivisitazione della famosa commedia seppur pregevole non e’entusiasmante , magari per chi non la conosce…poi molti doppi sensi e riferimenti maliziosi ai rapporti etero e omosessuali …era indispensabile una scena d’amore tra due cavalli con riferimenti al pene del quadrupede?
Insomma secondo me l’autore e’ molto bravo nello scrivere saggi …forse i romanzi non sono il suo forte.

"Lo vedete anche voi : in questa città non si può più vivere, i mascalzoni comandano, in tribunale non c'è giustizia, i parassiti trionfano, il denaro pubblico si spreca. In compenso la ginnastica , la musica, le forme più alte della vita umana sono derise"...