Per anni, il magistrato si è concentrato su poche, piccole cose quotidiane: l'amministrazione giudiziaria della sua cittadina di frontiera durante il giorno, la lettura dei classici la sera, gli scavi archeologici nel tempo libero. Per anni, ha applicato la legge senza mettere in forse la propria fedeltà all'Impero, senza consentire ad alcun dubbio di turbare le sue serate con gli amici, le sue notti con le prostitute. Per anni. Finché i barbari non cominciano a premere lungo la frontiera - o almeno, cosí dicono nella capitale; finché due di quei barbari non vengono catturati e torturati. Il magistrato, all'improvviso, si trova a confrontarsi con la realtà: con la violenza, con il pregiudizio, perfino con l'amore. E da suddito dell'Impero si trasforma in nemico, da giudice in imputato - senza mai avere la certezza di battersi per una causa giusta, o di resistere a una causa ingiusta: «Qualcosa mi ha guardato dritto in faccia e io ancora non la vedo». Grande successo in tutto il mondo anglosassone, Aspettando i barbari ha vinto nel 1980 il Cna Prize, il piú prestigioso riconoscimento letterario del Sudafrica.

dal web

Coetzee, di cui avevo letto l’ottimo “Vergogna”, rielabora in modo originale tematiche gia’ presenti nel “Deserto dei tartari” di Buzzati .Non conosciamo il nome dell’Impero ne chi sono i barbari, anche il tempo e’ imprecisato. L’angosciosa paura dell’ignoto l’ambientazione ,le atmosfere sospese… non c’è nemico piu’ terribile di quello immaginato. Tutto e’ narrato con una scrittura asciutta ma mai distaccata. Sospetti, pregiudizi,ingiustizie, sopraffazioni….e se fosse la civilta’ stessa a essere “barbara” ? Un monito a guardare il diverso come a un altro essere umano .Certo come concetto non e’ una novita’…se pensiamo a bellissimi film come “Soldato blu” o “Balla con i lupi “…oppure alla famosa poesia di Kavafis....comunque nonostante sia stato scritto una trentina di anni fa e' ancora tremendamente attuale.
Una metafora del mondo che fa riflettere.