Ci sono romanzi che toccano corde così profonde, originarie, che sembrano chiamarci per nome. È quello che accade con L’Arminuta fin dalla prima pagina, quando la protagonista, con una valigia in mano e una sacca di scarpe nell’altra, suona a una porta sconosciuta. Ad aprirle, sua sorella Adriana, gli occhi stropicciati, le trecce sfatte: non si sono mai viste prima. Inizia così questa storia dirompente e ammaliatrice: con una ragazzina che da un giorno all’altro perde tutto – una casa confortevole, le amiche più care, l’affetto incondizionato dei genitori. O meglio, di quelli che credeva i suoi genitori. Per “l’Arminuta” (“la Ritornata”), come la chiamano i compagni, comincia una nuova e diversissima vita. La casa è piccola, buia, ci sono fratelli dappertutto e poco cibo sul tavolo. Ma c’è Adriana, che condivide il letto con lei. E c’è Vincenzo, che la guarda come fosse già una donna. E in quello sguardo irrequieto, smaliziato, lei può forse perdersi per cominciare a ritrovarsi.

dal web

Girovagando tra gli scaffali di una librera mi ha colpito la foto in copertina di questo libro che potete vedere sopra...una ragazzina che ti guarda con aria di sfida. Ho cominciato a leggerlo e non me sono piu’ staccato.Questo e’ veramente un bel romanzo…breve ma vero, intenso, ambientato nell’Abruzzo rurale degli anni settanta.Mi ha ricordato un po' “Fontamara” di Ignazio Silone, letto in eta’ giovanile. Lo stile e’ asciutto, essenziale ma mai distaccato, con uso sapiente del dialetto.Una storia al femminile dura, amara tuttavia delicata, che scava nei sentimenti e nel quotidiano di una famiglia dove si fa fatica a mettere in tavola pranzo e cena,dove si mescolano arretratezze tradizioni e credenze popolari.Si viene trasportati in un mondo dal sapore antico…il pane cotto, i libri di seconda mano…piccoli gesti e piccole cose, come la prima apparizione del mare o il primo boccone di una parmigiana di melanzane. La vera protagonista e’ lei ,l’Arminuta, che non ha diritto neanche a un nome o a un letto " stanotte t'addormi con tua sorella che tanto siete secche,domani vediamo", che matura in fretta e pur nello smarrimento e’ la piu’ brava della scuola e che non demorde alla ricerca della verita’. Non da meno e’ la sorella Adriana, disinvolta e sfrontata, che parla il dialetto e che non ha mai visto il mare...due fragilita’ opposte ma complementari, due personaggi che si fanno amare. Una bella scoperta per me questa Donatella Di Pietrantonio.

«Ero l'Arminuta, la ritornata. Parlavo un'altra lingua e non sapevo piú a chi appartenere. La parola mamma si era annidata nella mia gola come un rospo.Oggi davvero ignoro che luogo sia una madre.Mi manca come può mancare la salute, un riparo, una certezza».

"Non hai colpa se dici la verita'.E' la verita' ad essere sbagliata"

Ps:
Non so perche' compaia una faccina vicino al titolo...