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Discussione: Era una notte buia e tempestosa, ma soprattutto era notte

          
  1. #1
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    Era una notte buia e tempestosa, ma soprattutto era notte

    La noche

    Cupole e cicogne nel mio cuore, questo ho sognato. Più in là della
    mia anima corna e mute di cani e principi infermi entravano nella
    nebbia, polvere e dominio, bacche avvelenate da cervi
    bianchi.

    Nei mulini abbandonati, sparviero e ginepro oscuro, mi
    attendeva la morte.

    Questo fumo ho sognato, l’astuzia dell’inverno e il singhiozzo azzurro
    dei cavalli che galoppavano nella neve.

    Juan Carlos Mestre
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

  2. #2
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    Mappa del cielo invernale

    Con la mappa del cielo invernale, che tu hai disegnato per me,
    uscirò prima dell’alba in una piazza ormai vuota
    d’uomini e alzerò gli occhi ad incontrare
    i viandanti stellari che lentamente si muovono
    intorno al polo dell’Orsa. Ai più splendenti
    chiederò: “Sei tu Rigel? Sei tu Betelgeuse?
    O Sirio? O la Capella?”, restando ancora in dubbio
    (tanta è la mia inesperienza nonostante il tuo aiuto)
    su quale sia la risposta. E intanto penserò
    a San Juan, perché quella sarà la notte di Dio,
    dopo la notte dei sensi e dell’anima; e le stelle,
    riconosciute o ignote, saranno per me tanti angeli
    il cui volo silenzioso mi conduce verso il giorno.
    E penserò anche a te, che da un altro parallelo contempli,
    ugualmente assorto, lo stesso firmamento,
    sentendo come me un gelo esterno ed un fuoco interiore,
    mentre i nostri cuori lontani, che sono ancora imprigionati nel tempo,
    lo scandiscono all’unisono.

    Margherita Guidacci
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

  3. #3
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    La notte e l'anima

    In grembo alla notte nevosa, d'argento,
    immensa si stende dormendo, ogni cosa.

    Solo una eterna sofferenza è desta
    dentro l'anima mia.

    E mi domandi perché mai si tace
    l'anima mia, senza versarsi in grembo
    alla notte che sogna?

    Colma di me, traboccherebbe tutta
    a spegnere le stelle.

    Rainer Maria Rilke
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  4. #4
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    La notte lava la mente

    Poco dopo si è qui come sai bene,
    fila d'anime lungo la cornice,
    chi pronto al balzo, chi quasi in catene.

    Qualcuno sulla pagina del mare
    traccia un segno di vita, figge un punto.
    Raramente qualche gabbiano appare.


    Mario Luzi
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  5. #5
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    Mare Nero

    Una notte chiara, mentre gli altri dormivano, ho salito
    le scale fino al tetto della casa e sotto un cielo
    fitto di stelle ho scrutato il mare, la sua distesa,
    il moto delle sue creste spazzate dal vento, divenire
    come pezzi di trina gettati in aria. Sono rimasto nella lunga
    notte piena di sussurri, aspettando qualcosa, un segno, l’avvicinarsi
    di una luce lontana, e ho immaginato che tu venivi vicino,
    le onde scure dei tuoi capelli mescolarsi col mare,
    e l’oscurità è divenuta desiderio, e desiderio la luce che approssimava.
    La vicinanza, il calore momentaneo di te mentre rimanevo
    su quell’altezza solitaria guardando il lento gonfiarsi del mare
    rompersi sulla riva e in breve mutare in vetro e scomparire…
    Perché ho creduto che saresti venuta uscita dal nulla? Perché con tutto
    quello che il mondo offre saresti venuta solo perché io ero qui?

    Mark Strand
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  6. #6
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    Smile Saba

    UNA NOTTE di Umberto Saba



    Verrebbe il sonno come l'altre notti,
    s'insinua già
    tra i miei pensieri.
    Allora,
    come una lavandaia, un panno, torce
    la
    nuova angoscia del mio cuore. Vorrei
    gridare, ma non posso. La
    tortura,
    che si soffre una volta, soffro muto.

    Ahi, quello che ho
    perduto so io solo.


    Umberto Saba
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

  7. #7
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    Smile Cardarelli

    PASSAGGIO NOTTURNO di Vincenzo Cardarelli



    Giace lassù la mia infanzia.
    Lassù in quella
    collina
    ch'io riveggo di notte,
    passando in
    ferrovia,
    segnata di vive luci.
    Odor di stoppie bruciate
    m'investe alla
    stazione.
    Antico e sparso odore
    simile a molte voci che mi chiamino.
    Ma
    il treno fugge. Io vo non so dove.
    M'è compagno un amico
    che non si desta
    neppure.

    Nessuno pensa o immagina
    che cosa sia per me
    questa
    materna terra ch'io sorvolo
    come un ignoto, come un
    traditore.

    Vincenzo Cardarelli

    Nota.Questa è una poesia che
    amo molto, al di là del fatto che si "svolga" di notte....
    Mi ha sempre affascinata questo ritratto del
    passaggio in treno, nella notte, di quest'uomo che
    non può, forse non vuole fermarsi , nel suo paese...

    Rosy
    " Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica..."
    M.Medeiros

  8. #8
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    VEGLIA


    Già dormono i prati. Non veglia
    se non il mio cuore. Null'altro.
    La sera ammaìna nel porto
    le rosse sue vele di già.


    0 veglia sognante, beata!
    Incede la Notte su l'erba.
    Fiorisce - sbocciandole in mano –
    un pallido giglio: la luna.


    Odi? il passo della notte
    - nel silenzio immenso - smuore.
    Sul mio tavolo la lampada,
    come un grillo, stride piano.
    Brucia d'oro ai libri il dorso
    lungo taciti scaffali:
    i piloni del gran ponte,
    che lusinga a ripartire
    verso i regni delle Fate.

    Rainer Maria Rilke
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  9. #9
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    Come posso ritrovare la mia pace


    Come posso ritrovare la mia pace
    se il ristoro del sonno mi è negato?
    Se l'affanno del giorno non riposa nella notte
    ma giorno da notte è oppresso e notte da giorno?
    Ed entrambi, anche se l'un l'altro ostili,
    d'accordo si dan mano solo per torturarmi
    l'uno con la fatica, l'altra con l'angoscia
    di esser da te lontano, sempre più lontano.
    Per cattivarmi il giorno gli dico che sei luce
    e lo abbellisci se nubi oscurano il suo cielo:
    così pur blandisco la cupa notte dicendo
    che tu inargenti la sera se non brillano stelle.
    Ma il giorno ogni giorno prolunga le mie pene
    e la notte ogni notte fa il mio dolor più greve.

    William Shakespeare

    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  10. #10
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    La stella del mattino

    La stella del mattino e della sera
    sorge per prima ed ultima tramonta
    la più bella di tutte e la più viva,
    ma annuncia con il suo nascere la notte,
    annuncia il giorno, ma con il suo morire.
    Sorga alla sera e tramonti nell'alba,
    la stella in ciel più bella è la più vera
    significando ai terrestri una sorte
    al di là della vita oltre la morte,
    la stella della sera e del mattino.

    Riccardo Bacchelli
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  11. #11
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    Notte dell'amore insonne

    Notte alta, noi due e la luna piena;
    io che piangevo, mentre tu ridevi.
    Un dio era il tuo scherno; i miei lamenti
    attimi e colombe incatenate.

    Notte bassa, noi due. Cristallo e pena,
    piangevi tu in profonde lontananze.
    La mia angoscia era un gruppo di agonie
    sopra il tuo cuore debole di sabbia.

    L'alba ci ricongiunse sopra il letto,
    le bocche su quel gelido fluire
    di un sangue che dilaga senza fine.

    Penetrò il sole la veranda chiusa
    e il corallo della vita aprì i suoi rami
    sopra il mio cuore nel sudario avvolto.

    Federico Garcia Lorca
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  12. #12
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    Conoscenza della notte

    Io sono uno che ben conosce la notte.

    Ho fatto nella pioggia la strada avanti e indietro.
    Ho oltrepassato l'ultima luce della città.

    Sono andato a frugare nel vicolo più tetro.
    Ho incontrato la guardia nel suo giro
    Ed ho abbassato gli occhi, per non spiegare.

    Ho trattenuto il passo e il mio respiro
    Quando da molto lontano un grido strozzato
    Giungeva oltre le case da un'altra strada,

    Ma non per richiamarmi o dirmi un commiato;
    E ancora più lontano, a un'incredibile altezza,
    Nel cielo un orologio illuminato

    Proclamava che il tempo non era né giusto, né errato.
    Io sono uno che ben conosce la notte.

    Robert Frost
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

  13. #13
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    ODE ALLA NOTTE


    Vieni, Notte antichissima e identica,
    Notte Regina nata detronizzata,
    Notte internamente uguale al silenzio, Notte
    con le stelle, lustrini rapidi
    sul tuo vestito frangiato di Infinito.


    Vieni vagamente,
    vieni lievemente,
    vieni sola, solenne, con le mani cadute
    lungo i fianchi, vieni
    e porta i lontani monti a ridosso degli alberi vicini,


    fondi in un campo tuo tutti i campi che vedo,
    fai della montagna un solo blocco del tuo corpo,
    cancella in essa tutte le differenze che vedo da lontano di giorno,
    tutte le strade che la salgono,
    tutti i vari alberi che la fanno verde scuro in lontananza,


    tutte le case bianche che fumano fra gli alberi
    e lascia solo una luce, un'altra luce e un'altra ancora,
    nella distanza imprecisa e vagamente perturbatrice,
    nella distanza subitamente impossibile da percorrere.
    Nostra Signora


    delle cose impossibili che cerchiamo invano,
    dei sogni che ci visitano al crepuscolo, alla finestra,
    dei propositi che ci accarezzano
    sulle ampie terrazze degli alberghi cosmopoliti sul mare,
    al suono europeo delle musiche e delle voci lontane e vicine,


    e che ci dolgono perché sappiamo che mai li realizzeremo.
    Vieni e cullaci,
    vieni e consolaci,
    baciaci silenziosamente sulla fronte,
    cosi lievemente sulla fronte che non ci accorgiamo d'essere baciati


    se non per una differenza nell'anima
    e un vago singulto che parte misericordiosamente
    dall'antichissimo di noi
    laddove hanno radici quegli alberi di meraviglia
    i cui frutti sono i sogni che culliamo e amiamo,


    perché li sappiamo senza relazione con ciò che ci può
    essere nella vita.
    Vieni solennissima,
    solennissima e colma
    di una nascosta voglia di singhiozzare,


    forse perché grande è l'anima e piccola è la vita,
    e non tutti i gesti possono uscire dal nostro corpo,
    e arriviamo solo fin dove arriva il nostro braccio
    e vediamo solo fin dove vede il nostro sguardo.
    Vieni, dolorosa,


    Mater Dolorosa delle Angosce dei Timidi,
    Turris Eburnea delle Tristezze dei Disprezzati,
    fresca mano sulla fronte-febbricitante degli Umili,
    sapore d'acqua di fonte sulle labbra riarse degli Stanchi.
    Vieni, dal fondo


    dell'orizzonte livido,
    vieni e strappami
    dal suolo dell'angustia in cui io vegeto,
    dal suolo di inquietudine e vita-di-troppo e false sensazioni
    dal quale naturalmente sono spuntato.


    Coglimi dal mio suolo, margherita trascurata,
    e fra erbe alte margherita ombreggiata,
    petalo per petalo leggi in me non so quale destino
    e sfogliami per il tuo piacere,
    per il tuo piacere silenzioso e fresco.


    Un petalo di me lancialo verso il Nord,
    dove sorgono le città di 0ggi il cui rumore ho amato come un corpo.
    Un altro petalo di me lancialo verso il Sud
    dove sono i mari e le avventure che si sognano.
    Un altro petalo verso Occidente,


    dove brucia incandescente tutto ciò che forse è il futuro,
    e ci sono rumori di grandi macchine e grandi deserti rocciosi
    dove le anime inselvatichiscono e la morale non arriva.
    E l'altro, gli altri, tutti gli altri petali
    - oh occulto rintocco di campane a martello nella mia anima! -


    affidali all'Oriente,
    l'Oriente da cui viene tutto, il giorno e la fede,
    l'Oriente pomposo e fanatico e caldo,
    l'Oriente eccessivo che io non vedrò mai,
    l'Oriente buddhista, bramanico, scintoista,


    l'Oriente che è tutto quanto noi non abbiamo,
    tutto quanto noi non siamo,
    l'Oriente dove - chissà - forse ancor oggi vive Cristo,
    dove forse Dio esiste corporalmente imperando su tutto..
    Vieni sopra i mari,


    sopra i mari maggiori,
    sopra il mare dagli orizzonti incerti,
    vieni e passa la mano sul suo dorso ferino,
    e calmalo misteriosamente,
    o domatrice ipnotica delle cose brulicanti!


    Vieni, premurosa,
    vieni, materna,
    in punta di piedi, infermiera antichissima che ti sedesti
    al capezzale degli dei delle fedi ormai perdute,
    e che vedesti nascere Geova e Giove,


    e sorridesti perché per te tutto è falso, salvo la tenebra e il silenzio,
    e il grande Spazio Misterioso al di la di essi.. Vieni, Notte silenziosa ed estatica,
    avvolgi nel tuo mantello leggero
    il mio cuore... Serenamente, come una brezza nella sera lenta,
    tranquillamente, come un gesto materno che rassicura,


    con le stelle che brillano (o Travestita dell'Oltre!),
    polvere di oro sui tuoi capelli neri,
    e la luna calante, maschera misteriosa sul tuo volto.
    Tutti i suoni suonano in un altro modo quando tu giungi
    Quando tu entri ogni voce si abbassa


    Nessuno ti vede entrare
    Nessuno si accorge di quando sei entrata,
    se non all'improvviso, nel vedere che tutto si raccoglie,
    che tutto perde i contorni e i colori,
    e che nel cielo alto, ancora chiaramente azzurro e bianco all'orizzonte,


    già falce nitida, o circolo giallastro, o mero diffuso biancore, la luna comincia il suo giorno.

    Fernando Pessoa



    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  14. #14
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    SII LA MIA NOTTE - JOSIP PUPACIC

    Vieni, tu che sei mia
    nella mia notte.
    Crea, tu che sei mia
    la mia notte:
    quieta questa quiete.
    Calma questa calma. Annega
    questa morte. Allarga
    questa stanza. Abbatti questo muro.
    Alza questo cielo. Dona pace
    a queste ombre. Falcia
    questa pioggia. Rendi musica
    queste lacrime. Fai fiorire
    queste mani.
    Seppellisci queste parole. Guarisci
    questi occhi.
    Diventa la mia notte.
    Sii
    la mia notte.
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  15. #15
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    La notte
    So poco della notte
    ma la notte sembra sapere di me,
    e in più, mi cura come se mi amasse,
    mi copre la coscienza con le sue stelle.
    Forse la notte è la vita e il sole la morte.
    Forse la notte è niente
    e le congetture sopra di lei niente
    e gli esseri che la vivono niente.
    Forse le parole sono l’unica cosa che esiste
    nell’enorme vuoto dei secoli
    che ci graffiano l’anima con i loro ricordi.
    Ma la notte deve conoscere la miseria
    che beve dal nostro sangue e dalle nostre idee.
    Deve scaraventare odio sui nostri sguardi
    sapendoli pieni di interessi, di non incontri.
    Ma accade che ascolto la notte piangere nelle mie ossa.
    La sua lacrima immensa delira
    e grida che qualcosa se n’è andato per sempre.
    Un giorno torneremo ad essere.

    Alejandra Pizarnik
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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