Ho cominciato a leggere questo libro portandomi addosso la suggestione del film.
Ebbene libro e film a mio parere sono sottilmente diversi (in alcune parti anche evidentemente diversi) e sono rimasta un po' male dal fatto che il film si fosse preso delle libere interpretazioni e non rispecchiasse fedelmente il libro, il film è bellissimo ma dopo aver letto il libro, mi sono innamorata del libro.
Il nostro romanziere trae ispirazione dalla vicenda di Pia de Tolomei e già questo di per sé mi ha affascinato.
Non c'è un'ombra di giudizio da parte dello scrittore verso Kitty, c'è solamente la voglia di redimerla, e non so se nel finale si possa parlare di redenzione per lei, io ho visto più che altro un desiderio di redenzione e non sempre però il desiderio di essere in un tale modo implica il fatto di riuscire ad esserlo.
Kitty è donna inizialmente frivola, istintiva, vanitosa ma allo stesso tempo ha un grande bisogno di amare e di essere amata.
Walter è un uomo retto, onesto, generoso ma non si lascia conoscere, è inespugnabile nel mostrare le proprie emozioni, che in realtà sono molto forti ma rimangono represse, forse perché sa che non sarà mai amato dalla donna che tanto ama, per quanto si sforzi di compiacerla in tutto.
La cosa che non riesco a comprendere è il grande amore del marito nei confronti della moglie nonostante lui la reputi inferiore, Walter non stima Kitty a livello intellettuale, sembra affascinato solamente dalla sua bellezza, questa cosa mi ha un po' destabilizzato: un uomo che si ritiene così tanto superiore perché sposa una donna che non reputa al suo stesso livello, intellettualmente parlando? Allora anche Walter si è lasciato guidare dalla passione sposando Kitty, ecco questa mi è sembrata l'unica debolezza di Walter, debolezza che lo accomuna a Kitty.
Kitty è passionale ma sposa Walter per fuggire dal giogo materno e dalla prospettiva di essere rifiutata dalla stessa madre se non si fosse sposata e fosse rimasta in casa, è terribile questa sensazione e questa paura che Kitty prova e che la spinge poi a sposarsi senza amore, Kitty è un'infelice perché non ha mai ricevuto l'amore vero e disinteressato, forse se non avesse conosciuto Charlie avrebbe riconosciuto l'amore che tanto cercava nell'amore di Walter, forse una persona che ti ama tanto col tempo riesce a farsi amare a sua volta, forse, ma non è il caso di Kitty.
Lei non riesce ad innamorarsi di suo marito, forse ci prova ma non ci riesce, Kitty è irrimediabilmente passionale e conoscendo Charlie si condanna ad una passione eterna.
Anche dopo la ricerca di spiritualità che l'avvolge a Mei-tan-fu, la ricerca di quel qualcosa che la fa sentire intimamente lontana dalle suore del convento e che la fa sentire poca cosa nel mondo, Kitty ricade nel bisogno disperato d'amore, come se la magia di quel posto incantato avesse forza solamente nel luogo stesso.
Kitty è l'emblema della debolezza umana che sembra vedere la luce sul proprio cammino ma è un attimo perché subito dopo ricade vittima dei propri desideri.
Quando Kitty però arriva a disprezzarsi, quando tocca il fondo, ecco che emerge in lei una forza nuova e che la porterà, forse, alla pace tanto bramata in quel luogo incantato e quasi innaturale.
Questo libro mi è piaciuto molto perché oltre alla bellissima descrizione dell'Oriente, descrive i comportamenti umani nella loro completezza, non esiste un essere buono e uno cattivo, ognuno ha il proprio orgoglio ferito e quando il proprio orgoglio viene ferito si possono avere comportamenti inimmaginabili, ammetto che Walter a momenti mi ha inquietato per la sua freddezza logica così come Kitty a volte è stata spudoratamente cinica nelle sue riflessioni di non amore verso suo marito.
Forse più che il cambiamento stesso questo libro vuole farci intravedere la possibilità di un cambiamento nella nostra vita, è il cammino che è interessante notare, infatti tutta la parte più bella è stata la parte dedicata alle poche settimane passate dai protagonisti nel villaggio cinese.