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Discussione: Storie zen

          
  1. #1
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    Storie zen

    Se ami, ama apertamente.

    Venti monaci e una monaca, che si chiamava Eshun, facevano esercizio di meditazione con un certo maestro di Zen.
    Nonostante la sua testa rapata e il suo abito dimesso, Eshun era molto carina.
    Diversi monaci si innamorarono segretamente di lei.
    Uno di questi le scrisse una lettera d'amore, insistendo per vederla da sola.
    Eshun non rispose.
    Il giorno dopo il maestro fece lezione ai suoi discepoli, e alla fine della conferenza Eshun si alzò.
    Rivolgendosi a quello che le aveva scritto, disse: «Se veramente mi ami tanto, vieni qui e prendimi subito tra le tue braccia».

    Non avere mai paura di essere un papavero in un campo di giunchiglie.


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  3. #2
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    La strada fangosa.

    Una volta Tanzan ed Ekido camminavano insieme per una strada fangosa.
    Pioveva ancora a dirotto.
    Dopo una curva, incontrarono una bella ragazza, in chimono e sciarpa di seta, che non poteva attraversare la strada.
    «Vieni, ragazza,» disse subito Tanzan.
    Poi la prese in braccio e la portò oltre le pozzanghere.
    Ekido non disse nulla finché quella sera non ebbero raggiunto un tempio dove passare la notte.
    Allora non poté più trattenersi.
    «Noi monaci non avviciniamo le donne» disse a Tanzan «e meno che meno quelle giovani e carine. E' pericoloso. Perché l'hai fatto?».
    «Io quella ragazza l'ho lasciata laggiù» disse Tanzan. «Tu la stai ancora portando con te?».
    Non avere mai paura di essere un papavero in un campo di giunchiglie.


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  5. #3
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    "Due Ciliegi innamorati, nati distanti, si guardavano senza potersi toccare. Li vide una Nuvola, che mossa a compassione, pianse dal dolore ed agitò le loro foglie … ma non fu sufficiente, i Ciliegi non si toccarono.
    Li vide una Tempesta, che mossa a compassione, urlò dal dolore ed agitò i loro rami … ma non fu sufficiente, i Ciliegi non si toccarono.
    Li vide una Montagna, che mossa a compassione, tremò dal dolore ed agitò i loro tronchi … ma non fu sufficiente, i Ciliegi non si toccarono.
    Nuvola, Tempesta e Montagna ignoravano, che sotto la terra, le radici dei Ciliegi erano intrecciate in un abbraccio senza tempo.»

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    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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  7. #4
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    Niente acqua, niente luna.

    Quando la monaca Chiyono studiava lo Zen con Bukko di Engaku, per molto tempo non riuscì a raggiungere i frutti della meditazione.
    Finalmente, in una notte di luna, stava portando dell'acqua in un vecchio secchio tenuto insieme con una cordicella di bambù.
    Il bambù si ruppe e il fondo del secchio cadde, e in quel momento Chiyono fu liberata!
    Per commemorare l'evento, scrisse una poesia:

    In questo modo e in quello cercai di salvare il vecchio secchio
    Poiché la corda di bambù era logora e stava per rompersi.
    E poi tutt'a un tratto il fondo si staccò e cadde.
    Niente più acqua nel secchio!
    Niente più luna nell'acqua!
    Non avere mai paura di essere un papavero in un campo di giunchiglie.


  8. #5
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    Come si scrive una poesia cinese.

    A un famoso poeta giapponese fu domandato come si componga una poesia cinese.
    "La consueta poesia cinese è di quattro versi - spiegò lui -
    nel primo verso c'è la premessa;
    nel secondo c'è la continuazione di quella premessa;
    il terzo verso si allontana dall'argomento e ne comincia uno nuovo;
    e il quarto verso collega i primi tre.
    Un canto popolare giapponese esemplifica quanto ho detto:
    A Kyoto vivono le due figlie di un mercante di seta.
    La più grande ha vent'anni, la più giovane diciotto.
    Un soldato può anche uccidere con la sua spada,
    Ma queste ragazze uccidono gli uomini coi loro occhi".
    Non avere mai paura di essere un papavero in un campo di giunchiglie.


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