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24-February-2018, 22:50
#1
Logopedista nei sogni
Meriggio
In questa doratura di sole
io sono
una gemma pelosa
legata crudelmente con un filo di refe
perché non possa sbocciare
a bagnarsi di luce.
Accanto a me tu sei
una freschezza riposante d’erba
in cui vorrei affondare
perdutamente
per sfrangiarmi anch’io
in un ebbro ciuffo di verde –
per gettare in radici sottili
il mio piú acuto spasimo
ed immedesimarmi con la terra.
Antonia Pozzi (Milano, 19 aprile 1929)
Non avere mai paura di essere un papavero in un campo di giunchiglie.
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24-February-2018, 23:15
#2
Logopedista nei sogni
Fuga
Anima, andiamo. Non ti sgomentare
di tanto freddo, e non guardare il lago,
s’esso ti fa pensare ad una piaga
livida e brulicante. Sí, le nubi
gravano sopra i pini ad incupirli.
Ma noi ci porteremo ove l’intrico
dei rami è tanto folto, che la pioggia
non giunge a inumidire il suolo: lieve,
tamburellando sulla volta scura,
essa accompagnerà il nostro cammino.
E noi calpesteremo il molle strato
d’aghi caduti e le ricciute macchie
di licheni e mirtilli; inciamperemo
nelle radici, disperate membra
brancicanti la terra; strettamente
ci addosseremo ai tronchi, per sostegno;
e fuggiremo. Con la piena forza
della carne e del cuore, fuggiremo:
lungi da questo velenoso mondo
che mi attira e mi respinge. E tu sarai,
nella pineta, a sera, l’ombra china
che custodisce: ed io per te soltanto,
sopra la dolce strada senza meta,
un’anima aggrappata al proprio amore.
Antonia Pozzi (Madonna di Campiglio, 11 agosto 1929)
Non avere mai paura di essere un papavero in un campo di giunchiglie.
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Logopedista nei sogni
Paura
Nuda come uno sterpo
nella piana notturna
con occhi di folle scavi l'ombra
per contare gli agguati.
Come un colchico lungo
con la tua corolla violacea di spettri
tremi
sotto il peso nero dei cieli.
Antonia Pozzi (Milano, 19 ottobre 1932)
Non avere mai paura di essere un papavero in un campo di giunchiglie.
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Logopedista nei sogni
Incantesimi
Alti orli ghiacciati
si disfecero al mondo.
Solcava
lenta e lieve la barca
laghi d’oro,
andando così noi nel sole
abbracciati.
Gracili reti bionde
imprigionavano l’ora.
E nacquero brividi;
crebbero
voci tristi;
fischiò
a sponda il dilacerarsi delle canne.
Belve chiare
guardarono dal folto
a lungo
il tramonto nell’acqua,
andando così verso l’ombra
io libera
e sola per sempre.
Antonia Pozzi (22 dicembre 1935)
Non avere mai paura di essere un papavero in un campo di giunchiglie.
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