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Discussione: Amalia Guglielminetti

          
  1. #1
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    Lightbulb Amalia Guglielminetti

    Amalia Guglielminetti nasce a Torino il 4 aprile 1881, muore a Torino il 4 dicembre 1941.


    Nome:   amalia-guglielminetti.jpg
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    Da Le vergini folli (1907)

    IL PIANTO

    Il pianto è la benefica rugiada
    che nell’ombra ogni nuova anima irrora.
    Gioia amara di quella che s’accora
    viatrice solinga in buia strada.
    Quando sul suo cammin non mai dirada
    la notte né il timor, s’attarda un’ora
    la pellegrina e geme, e geme ancora
    fin che la sua più ardente stilla cada.
    Raccoglie allor le sue forze smarrite
    e prosegue. Dal ciel pendono mute
    le stelle, come lacrime impietrite.
    Sola prosegue, col suo cuore solo.
    Nè sa se le sue lacrime sperdute
    daranno un fior d’amore o un fior di duolo.
    Non avere mai paura di essere un papavero in un campo di giunchiglie.


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  3. #2
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    Anima errante

    Se il mio signore segue la sua via
    con cuore assorto o con sereno volto,
    sol con sé solo crede andar, raccolto
    nel suo pensier, senz’altra compagnia.
    Ed ei non vede alcuno che lo spia,
    passo passo, alla sua mèta rivolto,
    alcun che sta del suo cuore in ascolto
    e gli parla con tenera follia.
    Ecco: al suo piede un’ombra or lunga or breve
    accanto o dietro o innanzi a lui cammina,
    né mai la stanca quel suo andar sì lieve.
    Essa è colei che troppo sola muore,
    è la notturna anima pellegrina
    che persegue il suo sogno ed il suo amore.

    da Le vergini folli, 1907
    Non avere mai paura di essere un papavero in un campo di giunchiglie.


  4. #3
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    Le seduzioni

    Colei che ha gli occhi aperti ad ogni luce
    e comprende ogni grazia di parola
    vive di tutto ciò che la seduce.
    Io vado attenta, perchè vado sola,
    e il mio sogno che sa goder di tutto,
    se sono un poco triste mi consola.
    In succo io ho spremuto ogni buon frutto,
    ma non mi volli saziare e ancora
    nessun mio desiderio andò distrutto.
    Perciò, pronta al fervor, l'anima adora
    per la sua gioia, senza attender doni,
    e, come un razzo in ciel notturno, ogni ora
    mi sboccia un riso di seduzioni.

    Non avere mai paura di essere un papavero in un campo di giunchiglie.


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  6. #4
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    Dolcezze

    Questo m'abbaglia un attimo e scompare,
    disperso in lieve polverio di fuoco
    che cade dietro i monti o dentro il mare.
    Solo una meraviglia di bel gioco
    e uno sprazzo di luce entro i miei occhi
    ne resta, che si spegne a poco a poco.
    Ma sembrami talora che mi tocchi
    una mano leggiera e di dolcezza
    viva l'anima chiusa mi trabocchi.
    E se cerco chi mai quella carezza
    tentò nell'ombra con la man furtiva,
    sorprendo la mia folle giovinezza
    che sorridendo, muta, mi seguiva.

    Non avere mai paura di essere un papavero in un campo di giunchiglie.


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  8. #5
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    Vortice

    Noi ci fissammo, con un folgorio
    d'occhi tenace. Io so che in quel momento
    il cuore ti tremò del tremor mio.
    Eravamo seduti con il mento
    nella mano, in un'ombra di veranda,
    in qual tempo, in qual giorno, io non rammento.
    Rammento che giungeva a ondate, blanda,
    una lontana musica e che spesso
    ripeteva un motivo di domanda.
    A un tratto ci trovammo così presso
    da provarne vertigini, e smarriti
    impallidimmo del pallore stesso
    come su un buio vortice che inviti.
    Non avere mai paura di essere un papavero in un campo di giunchiglie.


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