Riletti i giudizi già espressi, mi riesce veramente difficile aggiungere qualcosa di originale.
Allora sarò banale e lascerò ...che il mio pensiero arrivi a ruota libera!

Romanzo partito quasi in sordina, almeno per me. Poi la vicenda prende il largo, e le tre figure di donne diventano quasi tre amiche: si legge con avidità, aspettando il seguito della loro storia.
Più di una donna, penso, troverà dei punti in comune con una di loro; perchè sono donne di oggi, ciascuna a suo modo tormentata.

Bella la storia degli omosessuali come co-protagonisti principali. Trattata con grande delicatezza , con sensibilità.

Io ho sofferto, leggendo questa storia. Ho sofferto ogni momento.
Ma dato che sono nota come quella che ama le poesie e le storie d'amore, purchè siano tristi, qui andavo a nozze!
Le parti più dolorose sono state per me quelle riguardanti il rapporto tra Eleonora ed il marito .
Bruno: un uomo buono ed innamorato, senza grosse colpe, se non quella di non essere più il "fusto" di un tempo, e di desiderare ancora come appena sposato una moglie frustrata ed abbastanza antipatica. Ho odiato ogni frase cattiva da lei pronunciata: mi venivano moti di rabbia. E faceva bene, il buon Bruno, a chattare paroline hard con le sconosciute, con una moglie così odiosa.

Benedetta mi è sembrata più che altro una vittima. Di un matrimonio mal riuscito, di una famiglia pesante in ogni senso, di una vita che le stava stretta.
Ho visto di buon occhio il suo dietro-front finale: evvai Benedetta! c'è un bel primario scapolo che aspettava proprio te!!!!!!!!!!

Carmen:la più bella , grintosa, in carriera, ma in fondo sola, tanto da non rivelare alle amiche il motivo della sua sparizione.
Io lo avevo immaginato, ma è stato bello lo stesso scoprirlo nelle ultime pagine: avevo gli occhi umidi. (Non lo dirò, per chi non lo ha ancora letto!)

La storia dell'aggressione dà al romanzo anche una sfumatura di giallo ( che per un'amante del genere non guasta mai), ma è la storia nel suo complesso che soddisfa il palato del lettore.
Anna, direi che hai fatto centro: AD MAIORA!
E per concludere, permettetemi di citare un paio di frasi che mi hanno colpita ( sapete che io sottolineo....).

"Si può descrivere il dolore? No. E non perchè è un nome astratto .
Semplicemente perchè non esistono aggettivi, metafore o qualsiasi immagine in grado di esprimerlo per intero.
E' il vuoto nero nel quale sprofondi senza appigli, è i graffi sull'anima che non sanguina, è soffocare continuando a respirare, è...il dolore".

E l'explicit, struggente?
"Uscirono nella piazza che un cielo chiaro, pulito dal vento rendeva ancora più bella.
Il colonnato della chiesa erano due braccia aperte pronte ad abbracciare Napoli e la sua gente.
Si avviarono in silenzio tenendosi per mano. Arrivarono a via Caracciolo, al mare.
Ora Capri dormiva tranquilla adagiata nel suo letto azzurro e coperta solo dal sottile velo della foschia.
Le tre donne si fermarono: sul viso un sorriso sereno, gli occhi persi oltre l'orizzonte e la mente via, verso il futuro".

Dimenticavo: Quanto ami la tua bella Napoli, Anna!
Si coglie in ogni riga, in ogni singola parola. E tanto amore mi commuove.

Rosy
I faraglioni visti da me.

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