Dopo quarantun anni, due uomini, che da giovani sono stati inseparabili, tornano a incontrarsi in un castello ai piedi dei Carpazi. Uno ha passato quei decenni in Estremo Oriente, l'altro non si č mosso dalla sua proprietā. Ma entrambi hanno vissuto in attesa di quel momento. Null'altro contava per loro. Perché? Perché condividono un segreto che possiede una forza singolare: "una forza che brucia il tessuto della vita come una radiazione maligna, ma al tempo stesso dā calore alla vita e la mantiene in tensione". Tutto converge verso un "duello senza spade" ma ben pių crudele. Tra loro, nell'ombra il fantasma di una donna.

dal web


Pubblicato senza successo per la prima volta in Ungheria nel 1942, Sāndor Mārai č stato nel tempo rivalutato, insieme a tutta l’opera dell’autore, e oggi e' annoverato fra i massimi esponenti della letteratura del Novecento mitteleuropeo. “Le braci” e' un libro molto introspettivo e che induce a varie riflessioni. …
Le parole dell'autore , dallo stile chiaro e preciso, riescono a trasmettere al lettore l'atmosfera di altri tempi che si respira per tutto il romanzo.L’ambientazione e’ suggestiva…un antico e austero castello avvolto e protetto da un fitto bosco… la luce violacea e ghiacciata degli inverni dell'est, un camino che scalda la biblioteca, dove una cena si protrae fino al mattino. Due uomini ,grandi amici un tempo,si affrontano alla ricerca di risposte che forse conoscono gia’. La verita’ a volte e’ evidente siamo noi che non vogliamo vederla. E le spiegazioni se ci sono, non cambiano i fatti.
Davanti ai nostri occhi passano pagine di ricordi sofferenze passioni …un racconto , che poi e’ un lungo monologo,costruito sull’attesa , sulla memoria ,sulla presunzione degli uomini, dove non ci sono vincitori ne vinti…anzi forse un vincitore c’č:il tempo…il tempo e’ la migliore risposta a molte domande. Disponibile in varie copertine...a me piace questa con il quadro di Klimt.
Da leggere con lentezza...magari in una serata di pioggia.


"Non credi anche tu che il significato della vita sia semplicemente la passione che un giorno invade il nostro cuore, la nostra anima e il nostro corpo e che, qualunque cosa accada, continua a bruciare in eterno, fino alla morte? E non credi che non saremo vissuti invano, poiché abbiamo provato questa passione? E a questo punto mi chiedo: la passione č veramente cosė profonda, cosė malvagia, cosė grandiosa, cosė inumana? Non puō essere che non si rivolga affatto a una persona precisa, ma soltanto al desiderio in sé?"