Nome:   acciaio.jpg
Visite:  345
Grandezza:  5.1 KB
ACCIAO
Romanzo arrivato secondo al premio Strega, su cui si sono spese molte parole, positive e non.
A me è piaciuto molto, anche se , nonostante una specie di vago ..lieto fine, mi ha lasciato così tanto amaro in bocca, da bastarmi per i prossimi dieci romanzi che leggerò.
Una cittadina, Piombino; una fabbrica, la Lucchini , descritta in minuziosi particolari, che denotano un’accurata preparazione da parte dell’autrice.
Ma sono le storie umane, quelle che colpiscono. Due famiglie che vivono in quei casermoni popolari chiassosi e mal tenuti; due ragazze, amiche per la pelle, di un’amicizia a tratti quasi morbosa.
La storia è proprio incentrata sul passaggio di Anna e Francesca, bellissime ed ammirate, dall’infanzia all’adolescenza, con le scoperte, le delusioni, i dolori.. Ciascuna di loro ha alle spalle una famiglia con i suoi problemi.
Francesca, un padre ottuso e quasi incestuoso ( che odia), una madre sottomessa e depressa.
Anna, un padre imbroglione e dedito ai facili guadagni, una madre politicamente impegnata, un fratello.
Quest’ultimo, con alcuni amici, incarna il prototipo dell’operaio belloccio e vuoto, che aspira solo ad una macchina più veloce , a due soldi in più in tasca, a portarsi a letto tante ragazze…
La storia riserva tanti momenti drammatici, che mi sembra giusto non anticipare; è coinvolgente ed umana.
Per essere un’opera prima, è scritta con ottimo stile; penso che Silvia Avallone ci regalerà, maturando, altri buoni lavori.