Abbiamo scoperto poi che la storia di Lorenzo Reina è stata raccontata dai media nazionali; Vittorio Sgarbi si è recato a conoscerlo, apprezzando molto le sue opere, rammaricandosi che Reina abbia scelto di restare ai margini dell’arte che “conta”.
Ma Lorenzo ha fatto la sua scelta; scolpire la pietra in mezzo alla sua terra, ai suoi animali, è il suo modo di avere raggiunto la felicità.

Ha rifiutato anche l’invito di esporre le sue suggestive opere alla biennale di Venezia 2011:
le sue asine erano in procinto di partorire e venivano prima di qualsiasi mostra.

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Lorenzo Reina ed il suo regno si sono guadagnati nel tempo magici soprannomi: lui, “ l’ultimo pastore delle nuvole “, appellativo che evoca poesia, spazi infiniti, serenità raggiunta .
Così la sua casa, che è chiamata “la fattoria degli asini giulivi”, ed ai giorni nostri, nella frenesia della vita moderna, pare di riferirsi a qualcosa di irreale, quasi un sogno….
Rocca REINA è infatti un sogno tradotto in realtà.

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Conoscere personaggi interessanti come lui è uno dei tanti motivi che danno un senso al mio viaggiare, e soprattutto al mio camminare a piedi, in luoghi sconosciuti ai più.
E' il modo migliore di scoprire paesaggi, genti , esperienze diverse...
Rosy

(P.S. il mio prossimo trekking avventuroso - salute permettendo- sarà nel sud della Sardegna).