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Discussione: Poiesis & polis, quando la poesia si fa politica

          
  1. #46
    Master Member L'avatar di daniela
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    Quando parlano

    Quando parlano nei bar
    di amore, libertà e simili,
    come dir loro dell’amore in rovina
    ... che resiste anche all’isolamento,
    della giustizia che si crea nel caos
    di mille offese e violazioni,
    come dir loro della libertà che si conquista solo
    dal fondo di prigioni soffocanti
    che ingabbiano ogni ora della nostra vita…

    Titos Patrikios


    Una vera perla, grazie Ale per averla trovata!
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  2. #47
    Master Member L'avatar di daniela
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    Regalo di compleanno

    Mi hanno regalato altri anni ancora
    per parlare non solo, come un tempo,
    degli scomparsi, che avremmo dimenticato
    ma anche di quelli in mezzo ai quali vivo
    di quanti incrocio senza conoscere bene
    di quanti rischiano di essere dimenticati anche da vivi.

    Titos Patrikios
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  3. #48
    Master Member L'avatar di daniela
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    Un grido alla vita

    Le mani in alto
    le gambe aperte.
    Una canna di fucile che lo punta.
    Se per caso
    gli avvenisse di battere le palpebre
    è un uomo morto.

    Le mani dietro
    impiccate con catene lucenti.
    Gli occhi bendati.
    Alcuni artigli
    che guidano il suo rastrello
    all'angolo che mai dovrà dimenticare.

    Quattro mura
    fredde e putrescenti
    i carnefici
    circondano la sua carne spoglia
    meditando da dove
    strappargli qualche parola.

    Chissà forse le braccia appese dietro
    fino a staccargliele dallo scheletro
    potrebbe essere efficace.

    Oppure immergere la sua testa
    nella profondità dell'oceano notturno
    potrebbe risultare meglio.

    O forse qualche filo metallico
    infilato in sanguinanti piaghe
    potrebbe essere un successo.

    E può darsi che
    giocare alla roulette russa
    risulti divertente
    per strappargli finalmente
    qualche parola.

    Pensandoci meglio..
    un bastone, un fucile
    o un membro virile
    forzato brutalmente nelle sue viscere
    chissà non porti alla promozione desiderata.

    Lui, lei , loro
    agonizzanti prigionieri
    sudano lacrime e sangue
    sempre
    sempre afferrati dalla vita.

    Alla resistenza di donne e uomini torturati in prigione:molti persero la vita.
    Milagros Chavez Gonzales( detenuta politica in Perù)
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  4. #49
    Senior Member L'avatar di Aleciccio
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    Non piangete
    Giovanni Falcone,
    i vincitori
    non si piangono.
    Lui scelse la lotta e la morte
    per vivere una luce
    che non si spegne in un mondo
    dove prevalgono le tenebre.
    Non piangete
    Giovanni Falcone:
    non nascose il suo volto
    nel fango quotidiano,
    non lo fermarono
    né minacce, né lusinghe,
    perché lui era già
    il vincitore.
    Non gli importava
    sapere l’ora della morte:
    era un passaggio obbligato,
    una consapevolezza titanica;
    i leoni non vanno a morire
    con la criniera abbassata.
    E mentre lo sdegno
    degli Uomini
    montava come un uragano
    allo scatto
    del pulsante assassino,
    chissà in quale parte
    inimmaginabile
    dell’Universo siderale,
    Dante e Omero
    celebravano
    l’apoteosi
    di Giovanni Falcone.
    Spargete fiori
    sul passo del vincitore,
    coprite l’autostrada
    di ghirlande di lauro.
    Giovanni non appartiene
    al regno dei morti.
    I morti sono la calunnia,
    la maldicenza, l’invidia:
    piccoli immondi tarli
    senza storia,
    tare di un mondo
    dove la tecnologia
    ha retrocesso il cuore
    nel Medioevo.
    Non piange la terra
    che si è nutrita
    con il suo sangue,
    per partorire germogli
    di eternità.
    Il vortice del vento
    ne carpirà le spore
    alla ricerca
    di altri suoli fecondi.
    Non piangete
    Giovanni Falcone.
    Voi sì,
    madri dei suoi assassini,
    voi sì avete diritto
    al pianto,
    alla disperazione,
    a strapparvi i capelli,
    a vestirvi di un nero eterno,
    a maledire
    il vostro latte avvelenato
    che li ha nutriti.
    Ma non puoi piangere
    chi scelse il prezzo
    di essere libero!
    Fermati
    pellegrino del mondo,
    fermati accanto
    all’autostrada divelta,
    fermati all’alba
    (non quando tramonta il sole):
    ti illuminerai
    di miriadi
    di germogli splendenti,
    tutti con il volto intatto
    e immacolato
    di Giovanni Falcone.

    “Il vincitore” di Nino d’Ambra



    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

  5. #50
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    San Francesco, delicatezza di sbirro, la luna non si stacca dal monte, Italia Giolittiana, frasaismo borghese imperialismo intellettuale, rospi, serponi e il domatore, ascelle di maestrine in sudore, zitelle mature coll'ombra distesa sul passo domenicale, Louis XIV (l'Italie c'est moi), sull'Arno secolare rigovernatura delle lettere, industrie del cadavere, onestà borghese, tecnica cerebrale, manuale del pellirossa.
    Vo alla latrina e vomito (verità).
    Letteratura nazionale
    Industria del cadavere.
    Si Salvi Chi Può.


    Dino Campana
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

  6. #51
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    MUORE IGNOMINIOSAMENTE LA REPUBBLICA

    Muore ignominiosamente la repubblica.
    Ignominiosamente la spiano
    i suoi molti bastardi nei suoi ultimi tormenti.
    Arrotano ignominiosamente il becco i corvi nella stanza accanto.
    Ignominiosamente si azzuffano i suoi orfani,
    si sbranano ignominiosamente tra di loro i suoi sciacalli.
    Tutto accade ignominiosamente, tutto
    meno la morte medesima - cerco di farmi intendere
    dinanzi a non so che tribunale di che sognata equità. E l'udienza è tolta.

    MARIO LUZI
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

  7. #52
    Master Member L'avatar di daniela
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    Lo senti?

    In questo stesso istante
    c'è un uomo che soffre,
    un uomo torturato
    solo perché ama
    la libertà
    Ignoro
    dove vive, che lingua
    parla, di che colore
    ha la pelle, come
    si chiama, ma
    in questo stesso istante,
    quando i tuoi occhi leggono
    la mia piccola poesia,
    quell'uomo esiste, grida,
    si può sentire il suo pianto
    di animale perseguitato
    mentre si morde le labbra
    per non denunciare
    i suoi amici. Lo senti?
    Un uomo solo
    grida ammanettato, esiste
    in qualche posto.
    Ho detto solo?
    Non senti, come me,
    il dolore del suo corpo
    ripetuto nel tuo?
    Non ti sgorga il sangue
    sotto i colpi ciechi?
    Nessuno è solo. Adesso,
    in questo istante,
    anche te e me
    ci tengono ammanettati.

    Josè Augustin Goytisolo
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  8. #53
    old crone L'avatar di Indigowitch
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    Il caduto

    Prendi

    la tua agonia

    e la pallottola

    che hai

    nel polmone.

    Porta tutto

    a tua madre

    e dille

    che con una

    medaglia

    il conto

    torna.

    E’ la liquidazione

    di un sergente.

    Se la può consolare

    dille

    che per un capitano

    non c’è di più

    che un patriottico

    noioso

    discorso.

    Riccardo Mannerini
    La vita morde forte alle spalle e quando sorride ti fa solo del male (Mauro Berchi)

  9. #54
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    Il becco dell'uccello solare apre il cuore dello spazio
    frutto di pietra
    frutto di tempo
    melagrana d'anni neri cremisi violetti
    Spazio spazio fessurato
    Cicatrici di sale sulla fronte del fuoco
    varchi sotto un astro iracondo
    dialoghi all'addiaccio tra luna e neve
    Tracce rosse orme d'astri
    veste dell'incendio
    rampicante del vino sulla rupe
    Paesi come un leone sopito
    paesi come un convito di fiamme
    materie in estasi fiumi fermi
    estensioni regni dell'ala dispiegata
    Tra quiete e movimento
    gran battito dell'essere
    Un brusio di vento e pioggia s'alza ai confini
    come selva e febbre avanza l'uragano
    gli occhi sigillati
    gli occhi gonfi di visioni
    L'uragano s'è piantato in mezzo alla tua anima
    ciò che un suo piede schiaccia, verdeggia sotto l'altro

    Octavio Paz
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  10. #55
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    Se non puoi essere un pino sul monte,
    sii una saggina nella valle,
    ma sii la migliore piccola saggina
    sulla sponda del ruscello.
    Se non puoi essere un albero,
    sii un cespuglio.
    Se non puoi essere un’autostrada
    sii un sentiero.
    Se non puoi essere il sole,
    sii una stella.
    Sii sempre il meglio
    di ciò che sei.
    Cerca di scoprire il disegno
    che sei chiamato ad essere,
    poi mettiti a realizzarlo nella vita.

    Martin Luther King
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

  11. #56
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    La Verità che stava in fonno ar pozzo
    Una vorta strillò: - Correte, gente,
    Chè l’acqua m’è arivata ar gargarozzo! -
    La folla corse subbito
    Co’ le corde e le scale: ma un Pretozzo
    Trovò ch’era un affare sconveniente.
    - Prima de falla uscì - dice - bisogna
    Che je mettemo quarche cosa addosso
    Perchè senza camicia è ‘na vergogna!
    Coprimola un po’ tutti: io, come prete,
    Je posso dà’ er treppizzi, ar resto poi
    Ce penserete voi...

    - M’assoccio volentieri a la proposta
    - Disse un Ministro ch’approvò l’idea. -
    Pe’ conto mio je cedo la livrea
    Che Dio lo sa l’inchini che me costa;
    Ma ormai solo la giacca
    È l’abbito ch’attacca. -

    Bastò la mossa; ognuno,
    Chi più chi meno, je buttò una cosa
    Pe’ vedè’ de coprilla un po’ per uno;
    E er pozzo in un baleno se riempì:
    Da la camicia bianca d’una sposa
    A la corvatta rossa d’un tribbuno,
    Da un fracche aristocratico a un cheppì.

    Passata ‘na mezz’ora,
    La Verità, che s’era già vestita,
    S’arrampicò a la corda e sortì fôra:
    Sortì fôra e cantò: - Fior de cicuta,
    Ner modo che m’avete combinata
    Purtroppo nun sarò riconosciuta!

    Trilussa
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  12. #57
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    Non quelli dentro il bunker,
    non quelli con le scorte alimentari, nessuno di città,
    si salveranno indios, balti, masai,
    beduini protetti dal vento, mongoli su cavalli,
    e poi uno di Napoli nascosto nel vesuvio,e un ebreo avvolto in uno sciame di parole,
    per tradizione illesi dentro fornaci ardenti.
    Si salveranno più donne che uomini,
    più pesci che mammiferi,
    sparirà il rock and roll, resteranno le preghiere,
    scomparirà il denaro, torneranno le conchiglie.
    L’umanità sarà poca, meticcia, zingara
    e andrà a piedi. Avrà per bottino la vita,
    la più grande ricchezza da trasmettere ai figli

    De Luca
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  13. #58
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    Gli ingranaggi

    Che tristezza per coloro che accettarono
    Di essere gli ingranaggi di una macchina
    Credendo che fosse la loro voce
    I monotoni rumori della macchina

    Che orrore quando vedo
    mani senza testa muovere la macchina
    con movimenti ritmici, gli stessi,
    che una voce di altri comanda

    Che inaudito schifo
    osservare occhi e bocca
    di chi per conto di altri parla e guarda
    anche loro ingranaggi della macchina

    Che odio infinito
    per chi uccide con mani altrui
    quando con carne costruisce ingranaggi
    scavando una fossa per la vita

    Che amore, culto, ammirazione
    verso coloro che si battono sempre
    perché scoprano voce gli ingranaggi
    e nella vita trovino uno scopo

    Alekos Panagulis
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  14. #59
    Senior Member L'avatar di Andrea
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    Ho sentito dalle dune alcuni spari, come
    un rumore di pagine sfogliate con secco nervosismo
    nel libro della vita e della morte

    Yehuda Amichai
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  15. #60
    Master Member L'avatar di Sir Galahad
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    Quote Originariamente inviato da daniela Visualizza il messaggio
    Che aspettiamo, raccolti nella piazza?
    Oggi arrivano i barbari.
    Perché mai tanta inerzia no Senato?
    ,,,,,,

    Costantino Kavafis
    Montale coglie la novità rappresentata da Kavafis nel panorama letterario europeo in questi termini: "A una prima occhiata Kavafis sembra autore di poemi conviviali come ne scrissero Pascoli e Rilke: poemetti d'intonazione neoclassica, e sia pure con sentimento moderno. Ma le somiglianze si fermano all'esteriorità perché Kavafis è un vero alessandrino nello spirito e nella carne, del tutto alieno da quei ripensamenti umanistici che sono sempre alle radici di ogni classicismo autentico".

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