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Discussione: Poiesis & polis, quando la poesia si fa politica

          
  1. #76
    Master Member L'avatar di Claire
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    “Nessuno è solo”


    In questo stesso istante
    c’è un uomo che soffre,
    un uomo torturato
    solo perché ama
    la libertà.
    Ignoro
    dove vive, che lingua
    parla, di che colore
    ha la pelle, come
    si chiama, ma
    in questo stesso istante,
    quando i tuoi occhi leggono
    la mia piccola poesia,
    quell’uomo esiste, grida,
    si può sentire il suo pianto
    di animale perseguitato
    mentre si morde le labbra
    per non denunciare
    i suoi amici. Lo senti?
    Un uomo solo
    grida ammanettato, esiste
    in qualche posto.
    Ho detto solo?
    Non senti, come me,
    il dolore del suo corpo
    ripetuto nel tuo?
    Non ti sgorga il sangue
    Sotto i colpi ciechi?

    Josè Augustin Goytisolo
    "...Comme on n’a pas le choix il nous reste le cœur"

  2. #77
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    Partigia

    Dove siete, partigia di tutte le valli,
    Tarzan, Riccio, Sparviero, Saetta, Ulisse?

    Molti dormono in tombe decorose,
    quelli che restano hanno i capelli bianchi
    e raccontano ai figli dei figli
    come, al tempo remoto delle certezze,
    hanno rotto l’assedio dei tedeschi
    là dove adesso sale la seggiovia.


    Alcuni comprano e vendono terreni,
    altri rosicchiano la pensione dell’Inps
    o si raggrinzano negli enti locali.
    In piedi, vecchi: per noi non c’è congedo.

    Ritroviamoci. Ritorniamo in montagna,
    lenti, ansanti, con le ginocchia legate,
    con molti inverni nel filo della schiena.
    Il pendio del sentiero ci sarà duro,
    ci sarà duro il giaciglio, duro il pane.

    Ci guarderemo senza riconoscerci,
    diffidenti l’uno dell’altro, queruli, ombrosi.
    Come allora, staremo di sentinella
    perché nell’alba non ci sorprenda il nemico.

    Quale nemico? Ognuno e’ nemico di ognuno,
    spaccato ognuno dalla sua propria frontiera,
    la mano destra nemica della sinistra.
    In piedi, vecchi, nemici di voi stessi:
    La nostra guerra non e’ mai finita.

    (23 luglio 1981)


    Primo Levi, Ad ora incerta, 1984
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  3. #78
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    Te deum


    Non canto
    per le vittorie, non ne ho nessuna,
    ma per la luce del sole condivisa da tutti,
    la brezza,
    la generosità della primavera.


    Non per la vittoria,
    ma per il lavoro di ogni giorno,
    fatto così come posso,
    non per sedere sul palco
    ma alla tavola comune.


    Charles Reznikoff
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

  4. #79
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    È responsabilità


    È responsabilità della società accettare che il poeta sia un poeta
    È responsabilità del poeta essere una donna
    È responsabilità del poeta stare agli angoli delle strade
    consegnando poesie e volantini scritti mirabilmente
    o volantini dalla retorica esasperata
    inguardabili
    È responsabilità del poeta essere pigro andare in giro a vaticinare
    È responsabilità del poeta non pagare tasse destinate alla guerra
    È responsabilità del poeta entrare e uscire da torri
    d’avorio e bilocali in periferia
    e campi di granoturco e accampamenti militari
    È responsabilità del poeta maschio essere una donna
    È responsabilità del poeta femmina essere una donna
    È responsabilità di chi è poeta affermare la verità contro il potere come dicono
    i Quaccheri
    È responsabilità di chi è poeta imparare la verità da chi non ha potere
    È responsabilità del poeta dire molte volte: non c’è
    libertà senza giustizia e questo significa giustizia
    economica e giustizia degli affetti
    È responsabilità del poeta cantarlo in tutte le chiavi
    originali e tradizionali in cui si cantano e dicono le poesie
    È responsabilità del poeta ascoltare le chiacchiere e rimetterle
    in giro come i cantastorie che travasano il racconto della vita
    Non c’è libertà senza paura e coraggio. Non c’è
    libertà se non continuano
    la terra e l’aria e l’acqua e se non continuano
    anche i bambini
    È responsabilità del poeta essere una donna sorvegliare
    il mondo e gridare come Cassandra ma stavolta
    essere ascoltata.


    Grace Paley
    L’amore è la voce dietro tutti i silenzi, la speranza che non ha il contrario in un timore.

  5. #80
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    Pietà per la nazione i cui uomini sono pecore
    e i cui pastori sono guide cattive.
    Pietà per la nazione i cui leader sono bugiardi
    i cui saggi sono messi a tacere.

    Pietà per la nazione che non alza la propria voce
    tranne che per lodare i conquistatori
    e acclamare i prepotenti come eroi
    e che aspira a comandare il mondo
    con la forza e la tortura.

    Pietà per la nazione che non conosce
    nessun'altra lingua se non la propria
    nessun' altra cultura se non la propria.

    Pietà per la nazione il cui fiato è danaro
    e che dorme il sonno di quelli
    con la pancia troppo piena.

    Pietà per la nazione – oh, pietà per gli uomini
    che permettono che i propri diritti vengano erosi
    e le proprie libertà spazzate via.

    Patria mia, lacrime di te dolce terra di libertà!

    Lawrence Ferlinghetti
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  6. #81
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    Alla mia nazione

    Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico
    ma nazione vivente, ma nazione europea:
    e cosa sei? Terra di infanti, affamati, corrotti,
    governanti impiegati di agrari, prefetti codini,
    avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi,
    funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,
    una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino!
    Milioni di piccoli borghesi come milioni di porci
    pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti,
    tra case coloniali scrostate ormai come chiese.
    Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti,
    proprio perché fosti cosciente, sei incosciente.
    E solo perché sei cattolica, non puoi pensare
    che il tuo male è tutto male: colpa di ogni male.
    Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo.

    Pasolini
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  7. #82
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    Non è una poesia, ma mi sembra molto interessante e molto attuale:

    L'apologo dell'onestà nel paese dei corrotti di Italo Calvino

    C’era un paese che si reggeva sull’illecito. Non che mancassero le leggi, né che il sistema politico non fosse basato su principi che tutti più o meno dicevano di condividere. Ma questo sistema, articolato su un gran numero di centri di potere, aveva bisogno di mezzi finanziari smisurati (ne aveva bisogno perché quando ci si abitua a disporre di molti soldi non si è più capaci di concepire la vita in altro modo) e questi mezzi si potevano avere solo illecitamente cioè chiedendoli a chi li aveva, in cambio di favori illeciti. Ossia, chi poteva dar soldi in cambio di favori in genere già aveva fatto questi soldi mediante favori ottenuti in precedenza; per cui ne risultava un sistema economico in qualche modo circolare e non privo d’una sua armonia.

    Nel finanziarsi per via illecita, ogni centro di potere non era sfiorato da alcun senso di colpa, perché per la propria morale interna ciò che era fatto nell’interesse del gruppo era lecito; anzi, benemerito: in quanto ogni gruppo identificava il proprio potere col bene comune; l’illegalità formale quindi non escludeva una superiore legalità sostanziale. Vero è che in ogni transizione illecita a favore di entità collettive è usanza che una quota parte resti in mano di singoli individui, come equa ricompensa delle indispensabili prestazioni di procacciamento e mediazione: quindi l’illecito che per la morale interna del gruppo era lecito, portava con se una frangia di illecito anche per quella morale. Ma a guardar bene il privato che si trovava a intascare la sua tangente individuale sulla tangente collettiva, era sicuro d’aver fatto agire il proprio tornaconto individuale in favore del tornaconto collettivo, cioè poteva senza ipocrisia convincersi che la sua condotta era non solo lecita ma benemerita.

    Il paese aveva nello stesso tempo anche un dispendioso bilancio ufficiale alimentato dalle imposte su ogni attività lecita, e finanziava lecitamente tutti coloro che lecitamente o illecitamente riuscivano a farsi finanziare. Perché in quel paese nessuno era disposto non diciamo a fare bancarotta ma neppure a rimetterci di suo (e non si vede in nome di che cosa si sarebbe potuto pretendere che qualcuno ci rimettesse) la finanza pubblica serviva a integrare lecitamente in nome del bene comune i disavanzi delle attività che sempre in nome del bene comune s’erano distinte per via illecita. La riscossione delle tasse che in altre epoche e civiltà poteva ambire di far leva sul dovere civico, qui ritornava alla sua schietta sostanza d’atto di forza (così come in certe località all’esazione da parte dello stato s’aggiungeva quella d’organizzazioni gangsteristiche o mafiose), atto di forza cui il contribuente sottostava per evitare guai maggiori pur provando anziché il sollievo della coscienza a posto la sensazione sgradevole d’una complicità passiva con la cattiva amministrazione della cosa pubblica e con il privilegio delle attività illecite, normalmente esentate da ogni imposta.

    continua qui : http://temi.repubblica.it/micromega-...-degli-onesti/
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  8. #83
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    La squadra di calcio

    E' il comunismo perfetto
    tutti con la stessa maglia
    ognuno è dell’altro il compagno
    in campo si vede, distintamente

    capisci immediatamente
    chi ha talento paura furbizia
    remora buona volontà o resistenza
    chi gambe chi fiato
    non c’è mai una menzogna

    e che tutti e sempre
    si giochi con le braghette corte
    dice bene
    che questo è un regime
    che funziona

    solo quando è giovane.

    Giovanni Fierro
    (Gorizia, 1968), da Il riparo che non ho (Le Voci della Luna, 2011)


    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

  9. #84
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    Nel medesimo giornale -

    Nel medesimo giornale
    usuale,
    nel giornale di tutti i giorni,
    ho letto:
    Ci sono trentotto milioni di profughi
    nel mondo.
    E sulla medesima facciata:
    Eredita ventimila dollari un pappagallo.

    Nel medesimo giornale,
    cosi avido
    di scandali,
    e cosi vuoto
    ho letto:
    Sono quindici milioni i mutilati di guerra
    nel mondo.
    E poi nella stessa pagina:
    Duemila persone seguono il feretro d'un
    cane.
    E ancora proprio accanto:
    Nel mondo quattrocento milioni di bimbi
    hanno fame.
    E ancora:
    Un americano lascia tre milioni di dollari
    per la manutenzione della tomba
    del suo cavallo da corsa.

    Ecco il volto
    ignobile e orrendo
    della barbarie.

    M. Quoist
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  10. #85
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    Ah, sí, quante battaglie, eroismi, ambizioni, superbie senza senso,
    sacrifici e sconfitte e sconfitte, e altre battaglie, per cose
    che ormai erano state decise da altri in nostra assenza.
    Eppure – chissà –
    là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che inizia
    la storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza dell’uomo
    tra ferri arrugginiti e ossi di tori e di cavalli,
    tra antichissimi tripodi su cui arde ancora un po’ d’alloro
    e il fumo sale nel tramonto.

    Ghiannis Ritsos, "Quarta dimensione", Crocetti Editore
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

  11. #86
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    Devi vivere in un paese che non è il tuo


    Sai cosa significa essere un' estranea?
    Sai come ci si sente in una classe dove tutti sono biondi e tu invece hai i capelli neri?
    Sai cosa vuol dire quando l'insegnante chiede “Chi non è nato qui, alzi la mano!” e tu sei l'unica a farlo?
    E poi, quando l'hai alzata, vedi che gli altri ti guardano e ridono?
    Devi vivere in un paese che non è il tuo, per capirlo.
    Sai cosa significa quando l'insegnante ti tratta come se anche tu fossi stata lì per tutta la tua vita?
    Quando parla così veloce che non riesci a capire niente e gli chiedi per favore di andare più piano?
    E quando lo chiedi, gli altri ti dicono “Se non riesci a capire, è meglio per te se provi in una classe più bassa”.
    Devi vivere in un paese che non è il tuo, per capirlo.
    Sai cosa significa stare dall'altra parte?
    Quando indossi gli abiti che portavi nel tuo paese e tu li trovi carini, mentre gli altri pensano che tu sia pazza?
    Devi vivere in un paese che non è il tuo, per capirlo.
    Cosa significa essere una sfigata.
    Cosa vuol dire quando qualcuno ti da' noia, senza che tu gli abbia fatto niente?
    Quando gli dici di smetterla e lui risponde che non ti ha fatto niente.
    E poi, visto che non la smette, ti alzi e lo dici all'insegnante.
    E lui nega.
    E l'insegnante domanda al tuo vicino di banco.
    E lui risponde “E' vero, non gli stava facendo niente”.
    Così ti prendono per bugiarda anche i professori.
    Devi vivere in un paese che non è il tuo, per capirlo.
    Sai com'è quando provi a parlare e non pronunci bene le parole?
    Quando dicono di non capirti.
    E ti ridono dietro, ma siccome non capisci, ti metti a ridere con loro.
    E allora ti chiedono “Ma sei scema a prenderti per i fondelli da sola?”
    Devi vivere in un paese che non è il tuo, per capirlo.
    Sai cosa significa camminare per strada e avere gli occhi di tutti puntati addosso, solo che non te ne accorgi?
    E quando lo capisci provi a nasconderti, ma non sai dove perché gli altri sono dappertutto?
    Devi vivere in un paese che non è il tuo per capirlo.



    Noy Chou


    Questa poesia è stata scritta nel 1984 da Noy Chou. A quel tempo, Noy si era trasferita dalla Cambogia a Boston e frequentava il liceo.
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

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    Pratica la resurrezione

    Se amate il guadagno facile,
    l’aumento annuale di stipendio,
    le ferie pagate.
    Se desiderate sempre più cose prefabbricate,
    se avete paura di conoscere i vostri vicini di casa,
    se avete paura di morire
    allora nemmeno il vostro futuro
    sarà più un mistero per il potere,
    la vostra mente sarà perforata in una scheda
    e messa via in un cassettino.
    Quando vi vorranno far comprare qualcosa
    vi chiameranno,
    quando vi vorranno far morire per il profitto
    ve lo faranno sapere.
    Ma tu, amica, amico, ogni giorno, fai qualcosa
    che non possa entrare nei loro calcoli.
    Ama la Vita. Ama la Terra.
    Ama qualcuno che non se lo merita.
    Conta su quello che sei e riduci i tuoi bisogni.
    Fai qualche piccolo lavoro gratuitamente.
    Non ti fidare del governo, di nessun governo,
    e abbraccia gli esseri umani,
    nel tuo rapporto con ciascuno di loro
    riponi la tua speranza politica.
    Approva nella natura quello che non capisci
    e loda questa ignoranza,
    perché ciò che l’uomo non ha razionalizzato
    non ha distrutto.
    Fai le domande che non hanno risposta.
    Investi nel millennio. Pianta sequoie.
    Sostieni che il tuo raccolto principale
    è la foresta che non hai piantato
    e che non vivrai per sfruttare.
    Afferma che le foglie quando si decompongono
    diventano fertilità.
    Chiama questo “profitto”.
    Una profezia così si avvera sempre.
    Poni la tua fiducia
    nei cinque centimetri di humus
    che si formeranno sotto gli alberi
    ogni mille anni.
    Metti l’orecchio vicino e ascolta
    i bisbigli delle canzoni a venire.
    Sii pieno di gioia, nonostante tutto,
    e sorridi, il sorriso è incalcolabile.
    Finché la donna non si svilisce nella corsa al potere,
    ascolta la donna più dell’uomo.
    Domandati: questo potrà dar gioia alla donna
    che è contenta di aspettare un bambino?
    Quest’altro disturberà il sonno della donna
    vicina a partorire?
    Vai col tuo amore nei campi.
    Stenditi tranquillo all’ombra.
    Posa il capo sul suo grembo
    e vota fedeltà alle cose più vicine al tuo cuore.
    Appena vedi che i generali e i politicanti
    riescono a prevedere i movimenti del tuo pensiero,
    abbandonalo.
    Lascialo come un segnale per indicare
    la falsa traccia,
    la via che non hai preso.
    Sii come la volpe che lascia molte più tracce del necessario,
    alcune nella direzione sbagliata.
    Pratica la resurrezione.

    Wendell Berry
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

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    COSA ABBIAMO PERDUTO COSA ABBIAMO GUADAGNATO


    Abbiamo perduto tutto - le fabbriche le case
    le automobili - gli stipendi - la nostra indipendenza
    gli impieghi nell’amministrazione pubblica -
    la dignità - la pensione -
    le vacanze - le indennità - il lavoro -
    le gratifiche di Pasqua e di Natale
    la speranza nel futuro nostro
    e dei nostri figli - la reputazione
    la credibilità - le azioni societarie -
    il nostro Paese - le obbligazioni e gli euro
    ci sono rimasti i debiti - le tasse - l’ansia -
    l’umiliazione - gli annunci di ricerca
    dei posti di lavoro - la disperazione -
    e gli anniversari - i compleanni
    le feste di Pasqua e di Natale
    gli onomastici - i matrimoni
    i battesimi - i funerali - il cinema - le soap-opera
    le commemorazioni dei defunti - i divorzi
    il totocalcio - la lotteria. I prestiti - l’amarezza -
    l’affitto - le bollette della luce con in più -
    le imposte sugli immobili - le bollette
    del telefono e dell’acqua, le spese condominiali
    le tasse scolastiche per i figli
    e i libri che per loro non ci sono -
    e la nostra Malinconia per le
    cose mondane - la tristezza - il calcio!
    le barzellette - le frecciatine - i litigi
    le zuffe - le commedie
    le tragedie - le isole - i monti
    il cielo - il mare
    non seminato
    sul lido del mare infecondo
    di Omero



    NANOS VALAORITIS

    11 novembre 2011
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

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    IL CANDIDATO PER LA STRADA

    Distribuisce volantini
    con la sua foto,
    sorride,
    promette,
    stringe mani.
    Nessuno crede
    una parola,
    ma fa lo stesso,
    il cameraman continua
    a filmare.
    Una bambina si avvicina:
    Guarda, mamma – dice –,
    recitano.

    KARMELO C. IRIBARREN
    Bisogna essere leggeri come un uccello, non come una piuma. Paul Valery

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    Per te, o democrazia

    Vieni, renderò il continente indissolubile,
    creerò la più splendida razza su cui il sole abbia mai brillato,
    creerò divine terre magnetiche,
    con l’amore dei compagni,
    con il diuturno amore dei compagni.

    Pianterà la fratellanza, folta come gli alberi lungo tutti i fiumi dell’America,

    e lungo le sponde dei grandi laghi, e su tutte le praterie,
    renderò inseparabili le città con le braccia l’una al collo dell’altra,
    con l’amore dei compagni,
    con il virile amore dei compagni.

    Per te questi da parte mia, democrazia, per servirti, mia donna!
    Per te, per te faccio vibrare questi canti.

    Walt Whitman
    A ciascuno e' affidato il compito di vegliare sulla solitudine dell'altro.

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